Oltre duecento i profughi ucraini accolti in valle Olona: ecco i numeri e le storie nei comuni
Alcune delle storie che raccontano l'abbraccio solidale del territorio a chi scappa dalla guerra. Tra di loro ci sono 102 minorenni
Un quadro eterogeneo quello che emerge dall’analisi dei dati dell’accoglienza nei comuni della valle Olona.
La guerra in Ucraina ha visto l’arrivo di un gran numero di profughi, oltre duecento in tutta la valle Olona, e sono tante le storie che stiamo raccogliendo, che mostrano la gara di solidarietà che i cittadini e le Autorità stanno facendo per aprire le porte a chi scappa dai bombardamenti.
Dal punto di vista istituzionale, i sindaci della valle Olona hanno fin da subito lanciato un segnale forte di condanna del conflitto, con una dichiarazione congiunta in cui si auspicava il ritorno della pace.
Ed alla pace è stata dedicata una camminata che ha fatto uscire centinaia di cittadini di casa per camminare insieme dalla chiesetta di san Vitale a Gorla Maggiore fino ai Calimali.
Il numero dei profughi presenti in valle Olona
Adesso l’accoglienza, che ha visto fino ad ora l’arrivo di 218 persone, di cui 102 minori: una situzione però difforme, con numeri diversi da un comune all’altro.
Si va infatti dalle 53 persone accolte a Castellanza all’assenza di profughi a Solbiate Olona. Spesso, comunicano i sindaci del territorio, gli ucraini arrivati raggiungono parenti o amici già residenti da anni in Italia e questa può essere una delle cause di questa disparità. In alcuni paesi, più che in altri, nel corso degli anni si sono stabiliti diversi nuclei famigliari di ucraini, che hanno adesso offerto la propria ospitalità a parenti in fuga. Da sempre, chi emigra cerca normalmente la presenza di compatrioti, per ricevere supporto logistico, con la lingua e nella ricerca di lavoro.
A Solbiate Olona, dove non è presente nessun profugo attualmente (dati aggiornati al 25 marzo, ndr), è stata però accolta una giovane studentessa delle scuole medie, arrivata dall’Ucraina e al momento residente nella vicina Fagnano: la struttura scolastica ha offerto supporto psicologico e un’accoglienza adeguata. Il sindaco Roberto Saporiti spiega: «Al momento in paese non sono arrivati profughi, ma qualora ve ne fosse la necessità, il Comune ha messo a disposizione una casa già pronta all’uso e un secondo immobile che necessita però di qualche lavoro. Ci sono inoltre alcuni cittadini che hanno comunicato la loro disponibilità ad accogliere famiglie in fuga. Inoltre – conclude Saporiti, facendo un’analisi dello scenario peggiore – qualora si dovesse arrivare ad un vero e proprio esodo con numerosi arrivi a Solbiate, la nostra area feste potrebbe rispondere a questa esigenza».
Storie di accoglienza
A Castellanza una gran parte dei profughi accolti è ospite della chiesa Evangelica di via don Gnocchi: il Pastore è in contatto con la la chiesa BBSO di Oradea, che si occupa di accogliere i profughi in arrivo da Siret, sul confine della Romania, e smistarli in diversi Paesi europei tra cui il nostro.
Poco distante, la comunità marnatese ha fatto il tifo per due sorelle, Elena e Laura, partite con i loro fidanzati alla volta del confine polacco-ucraino per andare a prendere Milana, la loro “sorellina ucraina”, un forte legame creatosi grazie ai progetti per i “bambini di Chernobyl”.
E i ragazzi arrivati sul territorio possono contare anche su una rete di accoglienza di coetanei a scuola, come avvenuto all’istituto Facchinetti: nella scuola castellanzese è stato infatti accolto un ragazzo ucraino fuggito dalla guerra e tre ragazzi dell’istituto gli faranno da mediatori linguistici.
Alcune delle tante storie che raccontano l’abbraccio solidale del territorio a chi sta scappando da questa guerra, un conflitto iniziato ormai da oltre un mese e in cui la pace sembra purtroppo ancora lontana.
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