L’ex portiere di Pro Patria e Legnano, Ivan Luca Vavassori, in Ucraina a combattere come foreign fighter
Figlio dell'ex patron della Pro Patria Pietro Vavassori e di Alessandra Sgarella, è sul fronte a combattere al fianco degli ucraini in quella definisce «una guerra che non è solo degli ucraini, ma di tutto il mondo»
Nato in Russia, e adottato all’età di 5 anni, l’ex calciatore Ivan Luca Vavassori, figlio dell’ex patron della Pro Patria Pietro Vavassori e di Alessandra Sgarella, è sul fronte a combattere al fianco degli ucraini in quella definisce «una guerra che non è solo degli ucraini, ma di tutto il mondo».
Dopo avere indossato come portiere le maglie dell’Alcione, del Legnano, della Pro Patria, del Bra, e del Vittuone, si era di recente trasferito Bolivia a Santa Cruz con l’obiettivo di poter giocare nel campionato straniero. Il 26 febbraio scorso ha però deciso di appendere letteralmente le scarpe al chiodo e di partire per l’Ucraina. Non è entrato nell’esercito ucraino perchè avrebbe dovuto firmare un contratto che lo avrebbe vincolato fino a quando non finisce lo stato di allerta, ma si è unito ad un gruppo di altri giovani stranieri per combattere contro i russi: «Siamo una famiglia e assieme viviamo e moriamo – ha scritto poco dopo avere valicato il confine dalla Polonia – Un onore essere venuto a dare la mia vita per queste persone fantastiche». Consapevole che, «gli ucraini combattono per qualcosa di diverso da noi: noi siamo venuti qui per aiutarli, perché la guerra non esca da qua e non arrivi in Europa, mentre loro proteggono le loro case e le loro famiglie».
Su Tik Tok c’è tutto il reportage della sua esperienza: «Siamo ormai accerchiati – dice nell’ultimo l’ultimo video postato – ci stanno bombardando da tutte le parti ma siamo ancora vivi». Ivan Vavassori si è già distinto: «Il titolo di capitano me lo sono guadagnato sul campo. Mi chiamano Rome, aquila nera», scrive in un dei suo ultimi messaggi, che risale a 4 giorni fa, in cui annuncia: «Conquistata un’altra postazione… i Russi ripiegano lontani da Kiev». Ma i bombardamenti arrivano da tutte le parti. In un precedente video raccontava di sentirsi circondato: «Le forze nemiche arrivano da tutte le parti, ci stanno bombardando, non tanto con la fanteria ma bombardandoci ovunque. Stiamo cercando di rispondere da lontano, per il resto abbiamo avuto un po’ di scontri, qualche morto loro, dei nostri fortunatamente solo due feriti». Da quattro giorni non posta video e sono tante le persone preoccupate per lui. Proprio oggi (21 marzo) il papà Pietro Vavassori ha dichiarato in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera che suo figlio “sta bene, ma preferisco non aggiungere altro”.
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