Gruppo Cap pronto a investire 30 milioni nel post Accam, “no comment” dalla società
La multiutility lombarda sembra avere un dossier che potrebbe essere già pronto per maggio 2021. Lo scrive il Sole 24 Ore in un articolo pubblicato sabato 4 aprile parlando di «un investimento tra i 30 e i 40 milioni»
Gruppo Cap, la società che gestisce il sistema idrico della Città Metropolitana, potrebbe entrare fin da subito nel piano di salvataggio dell’inceneritore di Borsano. Dopo il via libera alla costituzione della newco di Agesp e Amga che andrà a sostituire la società Accam, sull’orlo del fallimento, la multiutility lombarda sembra avere un« dossier che potrebbe essere già pronto per maggio 2021». Lo scrive il Sole 24 Ore in un articolo pubblicato sabato 4 aprile parlando di «un investimento tra i 30 e i 40 milioni per il salvataggio attraverso la newco».
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Un investimento nettamente superiore a quanto potrebbero stanziare le due società partecipate di Busto Arsizio e Legnano che da sole avrebbero potuto giusto sistemare le turbine andate bruciate nell’incendio e fare tornate a funzionare a pieno regime l’inceneritore. Proprio per questo il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, insieme ad altri colleghi, aveva chiesto l’aiuto di un gruppo forte come Cap per andare oltre il mero salvataggio di Accam e iniziare a programmare un piano integrato dei rifiuti finalizzato all’economia circolare. L’intervento di Gruppo Cap sarebbe stato però successivo al salvataggio della società. Da quanto riportato sul quotidiano economico la società idrica, che non rilascia commenti in merito, sarebbe però già pronta a «ridare ad Accam equilibrio finanziario».
In gioco ci sarebbero anche la turbine dell’inceneritore dismesso di Sesto San Giovanni che CAP potrebbe dare (non si sa in quale forma) alla New Co insieme al personale in esubero dell’impianto che oggi non è più in funzione.
«Nessuna critica a CAP – è il commento del consigliere comunale di Legnano Franco Brumana, tra i più accaniti oppositori di Accam – ma tante perplessità sul comportamento degli altri attori di questa brutta storia. A cominciare dalla mancata indizione di un bando pubblico per sceglier il partner tanto desiderato che garantisca le migliori condizioni . Non potremo per esempio mai sapere se una società altrettanto importante come A2A , che gestisce il termovalorizzatore a noi vicino di Figino, avrebbe potuto intervenire con modalità più consone all’interesse pubblico»
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