Castellanza assegna la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, qui si rifugiò prima della deportazione
L'iter è iniziato nel 2018 ma per vari motivi, tra i quali la pandemia, non le è stata ancora riconosciuta. Una mozione del consigliere Palazzo riaccende la discussione
Il legame tra Liliana Segre e Castellanza verrà sancito dal conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, non appena ci saranno le condizioni per poterla invitare: «Un obiettivo che sto cercando di raggiungere dal 2017 e che, sono sicura, riusciremo a portare a casa entro l’anno. Lei è entusiasta e me lo ha riferito nel corso dell’ultima telefonata ma le restrizioni causate dalla pandemia hanno rallentato molto l’iter» – racconta la sindaca Mirella Cerini.
Nel corso dell’ultimo consiglio comunale dell’8 marzo, infatti, l’argomento è tornato d’attualità perchè il consigliere di Sognare Insieme Castellanza Michele Palazzo, aveva presentato una mozione nella quale chiedeva di concludere la procedura per il conferimento dell’onorificenza ma il sindaco e la giunta hanno sottolineato la volontà di avere la senatrice in città fisicamente.
Il legame tra Liliana Segre e Castellanza è stato oggetto di una approfondita ricerca dell’assessore Claudio Caldiroli che aveva individuato quella temporanea residenza in villa Bonecchi, dimora al confine con Legnano abitata da Paolo Civelli e Tullia Cherubini, che a loro volta erano i suoceri del visconte Leonardo Cerini di Castellanza. Proprio in villa Cerini la piccola Liliana veniva condotta ogni volta che c’era un possibile pericolo. La Segre abitò quella casa dal settembre 1943 fino al tentativo di fuga in Svizzera che finì con la sua deportazione in un lager nazista.
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