Salta il piano di Amga per salvare Accam. Radice: “Aperti a lavorare su nuove basi”
Nella riunione del coordinamento dei soci Amga del 19 gennaio i sindaci soci hanno constatato che le condizioni essenziali previste nella manifestazione di interesse inviata ad Accam non si sono avverate
E’ decaduto il “piano di salvataggio” di Accam da 8 milioni presentato da Amga, società partecipata del Comune di Legnano, per scongiurare lo spegnimento dell’inceneritore di Borsano. L’assemblea dei soci aveva dato ad Accam il mandato esplorativo per valutare la proposta con l’obiettivo di mettere a punto un piano industriale che avrebbe spostato la data di spegnimento per arrivare ad una gestione unica e integrata dell’intero ciclo dei rifiuti con una new-co con le società di raccolta dei rifiuti, la legnanese Amga (Aemme Linea Ambiente ndr) e la bustese Agesp
Nulla di fatto. Nella riunione del coordinamento dei soci Amga del 19 gennaio i sindaci soci hanno constatato che «le condizioni essenziali previste nella manifestazione di interesse inviata ad Accam in data 28 settembre non si sono avverate e pertanto la manifestazione stessa risulta oggi decaduta, avendo perso la sua validità per decorrenza dei termini».
Il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, presidente coordinamento soci Amga ricorda che «la manifestazione di interesse doveva essere la base per costruire tutti insieme un piano per il rilancio del ciclo integrato dei rifiuti del nostro territorio, più sostenibile anche dal punto di vista ambientale, rispetto al quale siamo ancora aperti a lavorare su nuove basi condivise».Lo stesso primo cittadino in consiglio comunale aveva dichiarato di avere bloccato il piano di Amga in attesa di un nuovo piano più sostenibile dal punto di vista ambientale oltre che economico sul quale, però, non si è mai arrivati a una quadra.
«Per noi il lavoro fatto in questi mesi – è il commento di Lorenzo Radice – rappresenta la base dalla quale ripartire per un lavoro di territorio, e nonostante in questi mesi fra i soci di Amga siano emerse visioni e idee diverse sulla miglior gestione del ciclo dei rifiuti, la maggioranza degli stessi è e resta comunque aperta e disponibile al dialogo con gli altri soggetti del territorio interessati alla futura gestione del ciclo integrato dei medesimi».La speranza è quindi che si possa arrivare comunque ad una gestione integrata del ciclo dei rifiuti sul territorio, anche se i soggetti coinvolti (Comuni, partiti e società partecipate) sono gli stessi e se non si è trovata una soluzione che ha comune in tre mesi, sarà difficile trovarla a breve. Il primo cittadino ha poi specificato che qualora si dovesse trovare una nuova soluzione tutti i soggetti dovranno fare la propria parte in modo “equo”.
Prima di Natale un gruppo di sindaci guidati da Radice aveva chiesto l’intervento di Cap holding per costruire un progetto più ampio attorno ad Accam, in fase di sviluppo, ma anche su questo fronte non c’è stata ancora risposta, almeno ufficialmente. Intanto, però, il rischio del fallimento della società che gestisce l’inceneritore, si fa sempre più concreto, mentre resta ancora da capire la posizione del Comune di Busto Arsizio e della sua partecipata Agesp. Sempre che non si faccia avanti un privato per salvare l’impianto, fortemente provato dopo l’incendio che lo ha colpito il 14 gennaio dello scorso anno.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.