Comitato Rho-Parabiago, inviate al Ministero le osservazioni con 600 firme: «Il progetto va respinto»
Il Comitato chiede al Ministero dell'Ambiente di di riconsiderare le criticità complessive di tutto il progetto e non solo degli ultimi aggiornamenti
Il Comitato Rho-Parabiago ha inviato le proprie osservazioni al Ministero dell’Ambiente con le firme di più di 600 cittadini, «un numero notevole – commenta il comitato – se si pensa che sono state raccolte in soli due giorni».
Le osservazioni sono state trasmesse nell’ambito della procedura di aggiornamento della valutazione di impatto ambientale (VIA), che è stata avviata dal Ministero dell’Ambiente a seguito della ripresentazione del progetto di potenziamento ferroviario Rho-Parabiago da parte di RFI.
«Per il Ministero e per RFI questo aggiornamento della procedura di VIA è una mera formalità, in quanto si tratta semplicemente di avallare le ultime modifiche progettuali aggiornando una procedura su cui nel 2014 il MInistero dell’Ambiente aveva già dato un parere positivo. In realtà, – ribadisce il comitato – però, il parere del 2014 era fortemente viziato, in quanto risultava copiato dal parere di Regione Lombardia (proponente del progetto…) e non teneva realmente conto degli impatti ambientali del progetto. Impatti che però lo stesso Ministero dell’Ambiente aveva ben evidenziato nel 2004, sottolineando le forti criticità dell’ampliamento della tratta, anche solo con un terzo binario, relativamente agli impatti su rumore, vibrazioni e paesaggio».
«Nel 2014, invece, il Ministero dell’Ambiente si è “dimenticato” delle forti criticità ambientali e ha approvato un progetto che aveva precedentemente giudicato non realizzabile proprio per gli impatti eccessivi sul territorio. Dimenticanza grave – evidenzia il comitato – tanto più da parte di un’autorità deputata alla tutela ambientale del territorio. La valutazione di impatto ambientale quindi non dovrebbe essere solo aggiornata, ma totalmente annullata. Se si considera poi che la Commissione del Ministero dell’Ambiente che ha espresso il parere positivo nel 2014 era stata anche oggetto di un esposto per sospetti conflitti di interesse, e che è stata è completamente sostituita dal Ministro Costa nel 2019, vi sono altri buoni motivi per chiedere al Ministero dell’Ambiente di annullare il parere precedente e di riconsiderare le criticità complessive di tutto il progetto e non solo degli ultimi aggiornamenti (che non vanno peraltro a migliorare gli impatti ambientali, ma anzi li peggiorano ulteriormente, aumentando le aree di cantiere da 25 a 31 e il relativo consumo di suolo sino a 307’000 mq). Questo chiedono le centinaia di cittadini che hanno firmato le osservazioni del Comitato: annullare la precedente valutazione e respingere il progetto.
Speriamo che la nuova Commissione del Ministero dell’Ambiente che valuterà l’opera voglia prendere in considerazione la nostra richiesta e valutare davvero gli impatti ambientali dell’opera in maniera obiettiva, bloccando il progetto».
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