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Rho: “I tagli ai fondi del Governo generano emergenza nei Comuni, non sono sostenibili”

Il Sindaco Andrea Orlandi sottoscrive l’appello ai ministri Giorgetti e Piantedosi insieme ad altri 208 primi cittadini lombardi

finanze

Il sindaco di Rho Andrea Orlandi, come il sindaco di Legnano Lorenzo Radice, ha sottoscritto, insieme con altri 208 primi cittadini lombardi, una lettera rivolta al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e, per conoscenza, al presidente della Commissione permanente del Senato Finanze e tesoro, Massimo Garavaglia; al presidente della Commissione permanente della Camera – Finanze,  Marco Osnato; al Responsabile Finanze Locali dell’ANCI Alessandro Canelli. Al centro dell’attenzione il taglio ai finanziamenti dello Stato agli enti locali. I Comuni evidenziano i loro sforzi “per intercettare quella irripetibile occasione di sviluppo per i nostri territori rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” nel rispetto delle tempistiche indicate. Evidenziano “il grande lavoro delle strutture comunali, sottoposte a carichi lavorativi mai visti in precedenza, con organici già sottodimensionati e rimasti, nella sostanza, invariati”.

«Come Comuni – scrivono i sindaci  – abbiamo affrontato un investimento sulle strutture (scuole, palestre, centri civici e sportivi, ecc.) consapevoli che non avremmo avuto risorse aggiuntive per la gestione di nuovi servizi e che avremmo dovuto organizzare i nostri bilanci comunali per essere pronti, dal 2026 a questa nuova sfida: più servizi senza incremento della spesa corrente. Dal 2020 a oggi abbiamo fronteggiato, come tutto il Paese, un’inflazione galoppante e un incremento dei prezzi per le materie energetiche che non sono più ritornati ai valori pre-crisi Ucraina; inoltre stiamo gestendo aumenti contrattuali dovuti al personale comunale e a quello delle cooperative sociali. La spesa sociale nei nostri Comuni è letteralmente esplosa nel corso degli ultimi anni: l’invecchiamento della popolazione, la crescita della non autosufficienza, e soprattutto l’infragilimento delle reti familiari col conseguente aumento del carico per servizi di educativa scolastica e per la protezione dei minori sta drenando risorse impensabili fino a qualche anno fa dai nostri bilanci». Tutto questo ha generato “una vera e propria emergenza educativa e socioassistenziale che si sta riversando sui nostri Enti: i cui bilanci – già oggi – sono oltre il limite della capacità di assorbire ulteriori incrementi di domanda (e di conseguente spesa)”.

I sindaci non negano di avere ricevuto in passato “risposte e fondi specifici per affrontare le fasi più acute della crisi e degli incrementi di costi” ma dichiarano di trovarsi davanti a uno “scenario nuovo”: «A fronte di uno sforzo condiviso per far ripartire il Paese, oggi vediamo tagliate risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa nei nostri Comuni Lombardi. I tagli previsti dallo schema di decreto ministeriale, recante riparto del contributo alla finanza pubblica previsto dall’articolo 1, comma 533, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, pari a 250 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, di cui 200 milioni di euro annui a carico dei comuni e 50 milioni di euro annui a carico delle province e delle città metropolitane, comporta un taglio alla carne viva delle nostre comunità. Gli schemi che stanno circolando prevedono per il solo 2024 quasi 47 milioni di euro di taglio netto ai Comuni Lombardi. Sono risorse necessarie, anzi vitali, per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell’equilibrio contabile dei nostri Enti».

I sindaci chiedono con forza «che queste risorse, essenziali per finanziare la Spesa Corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, come prevede il Piano dei tagli per i prossimi cinque anni”. Scrivono: “L’alternativa, che non vorremmo mai e poi mai prendere in considerazione è, tagliare i servizi e aumentare le tariffe, gravando così sui cittadini. Tagli e aumenti che dovremo motivare, spiegando ai cittadini in termini chiari come, a fronte di spese aumentate per dar loro servizi essenziali, le risorse vengano drasticamente ridotte per scelte che hanno luogo lontano dalle nostre comunità Lombarde. Non vorremmo che questa fosse l’autonomia che residua ai Comuni: tagliare e far pagare di più i cittadini». Altro timore riguarda la possibilità di generare disavanzo nei bilanci: «Da lombardi, crediamo che sarebbe una ferita rispetto alla storica capacità di gestire in autonomia la tenuta sociale e lo sviluppo delle nostre comunità. Servirebbero risorse aggiuntive: responsabilmente, per il bene della finanza pubblica, non chiediamo che ci siano date ma almeno che ci vengano lasciate quelle attuali. O almeno che vengano date possibilità di flessibilità nella redazione dei nostri bilanci per i prossimi 5 anni (uso dell’avanzo per spesa sociale; riduzione % accantonamenti FCDE; ecc.) tali da consentirci di fronteggiare lo scenario drammatico che questi tagli comporteranno per i prossimi 5 anni e che tali tagli non si applichino già a partire dall’anno in corso».

La spesa corrente è stata già ridotta. L’uso dell’avanzo di amministrazione diviene sempre più difficile. Un ulteriore taglio comporterebbe, inevitabilmente, ricadute che i sindaci considerano “non più sostenibili”. La conclusione evidenzia la volontà di continuare a essere Comuni virtuosi e a non incappare in difficoltà gestionali: «Dateci la possibilità di non mortificare i nostri cittadini e di garantire i servizi come abbiamo fatto – con enormi sacrifici – negli ultimi anni. Solo così gli investimenti che stiamo attuando attraverso il PNRR faranno ripartire la Lombardia e l’Italia».

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Pubblicato il 17 Luglio 2024
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