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Truffa da un milione di euro con il reddito di cittadinanza: oltre 200mila euro riciclati in un Internet point

Ammonta a circa 213.000 euro la somma di denaro riciclata dall’esercente, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati è stata quantificata in 1.100.000 euro

Un uomo a Milano riciclava il denaro del reddito di cittadinanza ottenuto in maniera impropria da numerosi cittadini stranieri. Arrestato un cittadino bengalese, titolare di una attività di “Internet point” e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. L’uomo è stato fermato nella mattinata di mercoledì 21 dicembre a Milano dai militari del Gruppo Tutela Lavoro di Milano che hanno dato esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della procura della repubblica del Capoluogo. In generale ammonta a circa 213.000 euro la somma di denaro riciclata dall’esercente, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati è stata quantificata in 1.100.000 euro. I carabinieri hanno anche proceduto al sequestro per equivalente della somma illecitamente accumulata dall’indagato, che è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Reddito di cittadinanza riciclato

Le indagini, avviate nel mese di febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, muovono dagli esiti delle attività di monitoraggio del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza, che hanno portato i carabinieri ad individuare numerosi cittadini di origine somala che percepivano il reddito di cittadinanza senza possederne i requisiti. Si è poi accertato, attraverso una minuziosa analisi dei flussi finanziari, che questi effettuavano anomali e ricorrenti acquisti con la carta del reddito di cittadinanza in un esercizio commerciale di telefonia di Milano. Gli ulteriori approfondimenti investigativi effettuati a carico del gestore dell’esercizio commerciale, condotti anche attraverso l’esame di tabulati telefonici e le intercettazioni, hanno permesso di acclarare che l’esercente avrebbe consentito – a partire dall’ottobre 2020 – di monetizzare il beneficio economico del Reddito di Cittadinanza concesso a cittadini di origine prevalentemente somala privi dei requisiti, i quali gli versavano l’intero credito della carta mediante versamenti senza causa tramite POS.

Le modalità della truffa

In cambio l’esercente consegnava loro somme in contanti, trattenendo su ogni transazione eseguita una percentuale del 15%. In questo modo veniva nascosta la provenienza illecita del denaro. Rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza, l’attività economica in questione, che non commercializza i beni di prima necessità per cui possono essere impiegate le somme concesse con il beneficio, ha fatto registrare un incremento delle transazioni POS pari a +215.000 euro passando da un incasso su base mensile di euro 1460 euro a circa 23.450 euro (+1600%). 244 le persone che, nel periodo di tempo interessato dalle indagini, hanno effettuato acquisti con RDC nel solo esercizio commerciale: 232 di queste, individuate quali indebiti percettori, sono state deferite in 7 Procure della Repubblica (Milano, Cosenza, Bergamo, Roma, Brescia, Como e Torino) per i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC (art. 7 L. D.L. 4/2019) e di truffa aggravata (art. 640 bis c.p.). Tutti sono extracomunitari ed in particolare, 210 (il 90%) di nazionalità somala. I restanti 12 soggetti, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Dicembre 2022
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