Incastrato “Banksy”: capo di un traffico di droga internazionale con una sede logistica a Pero
Il broker di stupefacenti, titolare di una nota galleria d'arte ad Amsterdam, si faceva chiamare Banksy, ossia come il noto artista e writer inglese. Il capo di questa organizzazione riforniva anche il mercato della droga della Lombardia
Smascherato “Banksy”: il broker di stupefacenti, titolare di una nota galleria d’arte ad Amsterdam, che gestiva un importante traffico di droga internazionale. Il trafficante, Andrea Deiana, che si faceva chiamare come il noto artista e writer inglese, in Lombardia aveva due sedi logistiche: una a Pero e l’altra a Como. La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica al Tribunale di Milano – D.D.A, ha eseguito oggi, venerdì 13 maggio un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 31 persone (21 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 7 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), prevalentemente italiane e gravemente indiziate di essere a vario titolo partecipi, o comunque collegate, a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e nazionale di ingenti quantitativi di stupefacenti. E in totale i poliziotti hanno sequestrato 36 chili di cocaina, 87 chili di hashish, 9 chili di marijuana, 32 chili di ketamina e 244mila euro circa in contanti.
L’indagine ha visto una cooperazione internazionale coordinata da Eurojust e del coordinamento di polizia di Europol che hanno consentito un forte raccordo con le autorità giudiziarie di Olanda, Lituania e Spagna e l’acquisizione delle numerose chat criptate delle piattaforme Encrochat e skyEcc, rilevate nell’ambito dell’attività di indagine dall’autorità giudiziaria francese, titolare del dato informatico. L’operazione condotta dai poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile è iniziata a settembre 2019 con l’individuazione di due ristoratori milanesi sospettati di essere a capo di una cellula locale di trafficanti.
Indagini e i nickname
L’attività investigativa, attualmente nella fase delle indagini preliminari, si è incentrata su un’organizzazione criminale strutturata in modo verticistico, dotata di un apparato logistico composto da più box, dislocati tra Milano e provincia, 8 autovetture con doppifondi artefatti e azionabili elettronicamente oltre a dispositivi anti-spionaggio e telefoni criptati. Il modus operandi dell’organizzazione prevedeva che gli appartenenti non avessero incontri diretti e provvedessero a bonificare quotidianamente auto e spazi in loro uso, oltre ad adoperare esclusivamente telefoni criptati che utilizzavano per dialogare con nickname ispirati a personaggi di fantasia come Obi-wan Kenobi, Nonna Maria, Milly, Pinocchio o storici come Nestor rivoluzionario anarchico ucraino. Nel corso dell’attività investigativa i vertici dell’organizzazione criminale hanno mostrato di avere solidi rapporti con trafficanti sudamericani, attraverso referenti italiani stanziali, uno dei quali, narcotrafficante di elevato spessore, è morto in Colombia a seguito di un “investimento stradale”. Legami di rilievo sono emersi anche con criminali di spessore di origine lituana, già coinvolti in un’altra attività investigativa, e risultati in contatto con Milly, uno dei due promotori dell’organizzazione milanese. In quella vicenda, il trafficante italiano era stato arrestato a margine di un summit con due narcotrafficanti lituani poiché trovato in possesso di una pistola semi-automatica.
La droga e la galleria d’arte ad Amsterdam
L’organizzazione criminale, che si ritiene sia stata in grado di rifornire numerosi trafficanti lombardi, laziali, pugliesi e abruzzesi di ingenti quantitativi di stupefacenti tra cocaina, ketamina e hashish, sul territorio milanese approvvigionava anche spacciatori operanti nella movida cittadina e nei party privati. Al vertice dell’organizzazione criminale è stato individuato un italiano, pregiudicato di quarantun anni, broker di stupefacenti, titolare di una nota galleria d’arte ad Amsterdam ove di fatto dimorerebbe: in un’intervista rilasciata ad una testata olandese, si definiva appassionato di arte di strada e musica contemporanea. L’uomo,
che nelle chat criptate utilizzava il nickname Banksy, celebre artista street art, intratteneva rapporti con vari narcotrafficanti legati ad associazioni di tipo mafioso, di elevata caratura criminale tra i quali il noto broker Raffaele Imperiale e il latitante Vincenzo Amato. Proprio con Raffaele Imperiale è emersa una particolare connivenza tanto da aver contribuito, per diverso tempo, a garantire la sua latitanza: dall’attività investigativa, infatti, è emerso come Banksy, il trafficante, lo abbia addirittura scortato nella fuga da Kiev a Dubai.
Il traffico di droga
Proprio con Amato il broker avrebbe organizzato e finalizzato un’importazione di 617 chili di hashish dalla Spagna verso l’Italia ad agosto 2020, lo stesso mese in cui è stato arrestato un sodale con circa 70 kg di hashish e 30 kg di ketamina in polvere, risultato, quest’ultimo, il più grande carico sequestrato in Italia. Nell’importazione dello stupefacente in territorio lombardo un ruolo attivo è stato svolto da due appartenenti al gruppo degli Hells Angels, che avevano, nella circostanza, svolto funzione di staffetta al carico di droga. Secondo quanto emerso delle indagini, il broker, contando sull’appoggio di una vasta rete operante sulle rotte di Europa, Sud America e Turchia, sarebbe stato in grado di movimentare in Italia ingenti quantitativi di cocaina, ketamina e hashish attraverso autotrasportatori e ditte conniventi, utilizzando autovetture estere e corrieri sempre diversi tra loro. Le indagini hanno avuto il supporto, sempre nell’ambito della cooperazione di polizia, del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, della Direzione Centrale Servizi Antidroga e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – Divisione Interpol e Divisione SI.RE.NE. per la localizzazione degli indagati all’estero e per il raccordo investigativo a livello nazionale.
Arresti e sequestri
Grazie alle attività di cooperazione sono state eseguite attività di polizia giudiziaria oltre che in Spagna anche in Olanda, ove dimorano alcuni indagati. Ad Amsterdam, inoltre, sono stati perquisiti alcuni luoghi nella disponibilità del broker tra cui una galleria d’arte denominata “ART3035 Gallery”, sottoposta a sequestro su provvedimento dell’autorità giudiziaria italiana, mentre in Italia, all’esito delle numerose perquisizioni sono state poste sotto sequestro due aziende di logistica e trasporti ubicate a Pero (MI) e a Como. L’attività investigativa, iniziata a settembre 2019 e conclusasi oggi con l’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di 31 persone, aveva già portato all’arresto in flagranza di 24 persone, all’esecuzione di altre 14 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di 36 kg di cocaina, 87 kg di hashish, 9 kg di marijuana, 32 kg di ketamina e 244mila euro circa in contanti.
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