Archiviata l’inchiesta sui fondi svizzeri del Presidente Fontana
Il gip ha accolto la richiesta dei pm che avevano accusato inizialmente il governatore di autoriciclaggio e falso nella “volontary disclosure” per i soldi depositati in una banca di Lugano
È stata archiviata l’inchiesta sui fondi svizzeri del presidente lombardo Attilio Fontana.
Il gip di Milano ha accolto la richiesta dei pm in merito ai 5,3 milioni di euro depositati in una banca di Lugano. Il Governatore aveva dichiarato che si trattava del lascito della madre, regolarmente scudato nel 2015. Secondo gli inquirenti, invece, si trattava di evasione fiscale da qui l’inchiesta per autoriciclaggio e falso nella “volontary disclosure”.
I legali di Fontana, nel maggio scorso, avevano depositato la documentazione bancaria a partire dal ‘97 e relativa ai conti svizzeri, da dove si evinceva che non si trattava di versamento di contanti ma solo di titoli, fondi e altro, riconducibili alla madre. A contribuire alla decisione del gip anche la mancata risposta da parte elvetica alla rogatoria presentata dagli inquirenti nel marzo scorso.
Resta invece fissata per il 18 marzo prossimo l’udienza preliminare a carico del governatore Fontana e di altre 4 persone accusate di frode in pubbliche forniture per la vicenda dei camici, realizzati dalla ditta Dama spa di Andrea Dini cognato del governatore.
75.000 camici erano stati acquistati da Aria spa, centrale acquisti della Regione, per mezzo milione di euro, acquisto poi trasformato in donazione. Nel corso di quelle indagini emerse che Attilio Fontana aveva pagato al cognato 250.000 euro come risarcimento per la mancata vendita prelevandoli dal conto in Svizzera. Il bonifico, però, venne bloccato in seguito a segnalazione alla Banca d’Italia come operazione sospetta.
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