«Nessuno può mettere il cinema in un angolo» sindacati e lavoratori in presidio a Milano
È stato promosso un presidio/flash mob per venerdì 11 febbraio. Sindacati: «Con le regole restrittive della pandemia, rischiano di minare i livelli occupazionali e la tenuta dell'intera filiera»
Storicamente le sale di proiezione per ogni fascia d’età sono state punti di ritrovo, elemento di socialità, valorizzazione di contenuti culturali, testimoni dell’evoluzione dei costumi del Paese. La Lombardia conta almeno 1000 lavoratori, oltre all’indotto, impiegati in circa 60 multisala nonché decine e decine di sale di proiezione a singolo schermo. Milano ne ha una forte presenza con 15 strutture multisala (10 schermi) oltre alle decine e decine di cinema a mono sala, nelle quali sono impiegati oltre 300 addetti diretti.
Forti di questi numeri le categorie di settore – Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil di Milano e Lombardia – dichiarano che nessuno può mettere «i cinema in un angolo, soprattutto quando le scelte legislative, con il combinato disposto delle regole restrittive causa pandemia, rischiano di minare i livelli occupazionali e la tenuta dell’intera filiera». A fronte di ciò è stato promosso un presidio/flash mob per venerdì 11 febbraio che si terrà, dalle 11 in poi, al Cinema Colosseo in Viale Monte Nero 84 Milano.
«Per queste ragioni riteniamo indispensabili, pur consci di elementi di criticità legate alla situazione sanitaria, proposte e soluzioni che invertano il trend negativo che il settore sta attraversando – affermano i sindacalisti -. È opportuno che la politica ad ogni livello inizi un confronto con le parti sociali per ricercare soluzioni utili e soprattutto strutturali, ampliando le regole per il ricorso agli ammortizzatori sociali. A tal fine come prima condizione garantire regole certe. L’evoluzione tecnologica, i profili professionali e una corretta risposta salariale possono trovare una soluzione condivisa riprendendo il percorso negoziale interrotto a causa della pandemia».
Un tema dirimente per una ripartenza piena, secondo i sindacati considerando che gli «introiti sostengono i costi di gestione in maniera considerevole, è quella di superare la norma che impedisce la somministrazione di cibo e bevande durante gli spettacoli, introducendo regole analoghe a quelle in vigore per la ristorazione. Troppo vaghe le regole, non scritte, di quanto una produzione debba restare sugli schermi cinematografici prima di essere proiettate sulle piattaforme multimediali o televisive. In Europa, Paesi a noi limitrofi hanno affrontato questo tema in maniera coerente col fine di garantire gli interessi delle varie anime che compongono il panorama della produzione, garantendo le strutture cinematografiche e le piattaforme a pagamento».
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