Riforma Irpef, più vantaggi per i redditi tra 40 e 50mila euro
La nuova riforma Irpef vede quattro aliquote con nuove detrazioni suddivise in tre categorie di reddito per agevolare la riduzione della pressione fiscale
![Irpef](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2022/01/irpef-1272405.610x431.jpg)
Quattro aliquote, accompagnate da nuove detrazioni suddivise in tre categorie di reddito (ossia da dipendente, da pensione, da autonomo e altri tipi di reddito) per agevolare la riduzione della pressione fiscale, specie per i redditi tra 40 e 50mila euro. Sono le novità entrate in vigore con l’inizio del 2022 che riguardano l’Irpef: l’imposta sul reddito delle persone fisiche introdotta con la riforma tributaria del 1973. Una tassa che si applica a circa 40 milioni di contribuenti italiani che, con l’approvazione della legge delega del 5 ottobre 2021, è stata “rinnovata” dal Governo con lo stanziamento di 7 miliardi.
In generale, come specificano dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, coloro che hanno più vantaggi sono i lavoratori dipendenti con redditi da 40mila a 48mila euro (che beneficiano di un risparmio massimo di 945 euro), i lavoratori autonomi e i pensionati con redditi da 48mila a 50mila euro (che godono di un taglio dell’imposta rispettivamente di 810 e 758 euro annui).
Entrando nel dettaglio emerge che le aliquote legali sono state ridotte da cinque a quattro. Però è stata mantenuta la percentuale minima, ossia il 23% (riguardante lo scaglione che va da 0 a 15.000,00 euro) e la massima che è resta il 43% ( e va da 50.000,01 euro in poi). Le tre aliquote che si trovavano tra questi due estremi sono state, invece, sintetizzate in due: una è da 25% (da 15.00,01 a 28.000,00 euro) l’altra da 35% (da 28.000,01 a 50.000,00 euro). Le nuove aliquote sono entrate in vigore il 1° gennaio di quest’anno, ma gli Enti locali avranno tempo fino al 31 marzo per adeguare le addizionali regionali e comunali al nuovo sistema.
BONUS IRPEF – L’intervento non vede solo la diminuzione del numero (da cinque a quattro) delle aliquote e la ridefinizione degli scaglioni, ci sono novità anche per quanto riguarda il “Bonus Irpef” (ex Bonus Renzi). Questo trattamento integrativo di 1.200 euro, precedentemente applicato tra gli 8.150 e i 28.000 euro, rimane in vigore solo fino a 15.000 euro. A partire da questa soglia il bonus viene incorporato nella detrazione che, si riduce progressivamente a zero in corrispondenza di un livello di reddito pari a 50.000 euro.
Il trattamento integrativo è riconosciuto anche se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro a condizione che la somma delle detrazioni per carichi di famiglia (art. 12 D.P.R. n. 917/1986), lavoro dipendente (art.13, comma 1 D.P.R. n. 917/1986), per interessi su mutui contratti fino al 31 dicembre 2021 (art. 15, comma 1, lett. a) e b) e comma 1-ter D.P.R. n.917/1986), per le rate relative alle detrazioni per spese sanitarie (art. 15, comma 1, lett. c) D.P.R. n. 917/1986) e per detrazioni edilizie (art. 16-bis D.P.R. n. 917/1986), per spese sostenute fino al 31 dicembre 2021, sia di ammontare superiore all’imposta lorda. Nel caso ricorrano tali condizioni, il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare, comunque non superiore a 1.200 euro, determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni sopra elencate e l’imposta lorda.
REDDITO BASSO – È prevista l’introduzione di detrazioni aggiuntive (65 euro per i dipendenti con redditi tra 25.001 e 35mila euro; 50 euro per i pensionati con redditi tra 25.001 e 29mila euro e per gli autonomi con redditi tra 11.001 e 17mila euro) al fine di non penalizzare eccessivamente i contribuenti delle classi di reddito meno avvantaggiate dalle misure introdotte. Da segnalare che il 20% delle famiglie in condizione economica meno favorevole, che sono escluse dall’applicazione dell’Irpef a causa dell’elevato livello dei redditi minimi imponibili, non sono coinvolte dalla revisione. Ciò implica che se le future politiche sociali vorranno ulteriormente sostenere i redditi delle famiglie più povere dovranno affidarsi a strumenti diversi dall’Irpef, quali trasferimenti monetari diretti o meccanismi di imposta negativa.
Per esprimere una valutazione completa sulla misura del governo occorre considerare anche gli effetti della decontribuzione per il 2022 per i lavoratori dipendenti (escluso il lavoro domestico) pari allo 0,8% per retribuzioni fino a 35 mila euro.
Tabella riassuntiva dell’impatto della riforma Irpef
“Fisco e tasse in pillole” la rubrica per aggiornare i lettori sulle scadenze e le novità relative al mondo fiscale e tributario con la consulenza dei commercialisti dello “Studio Penati” di Legnano
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