Messaggi a bordo e più controllo nelle stazioni: le mosse di Trenord per migliorare la sicurezza
L'aggressione sulla linea Milano-Saronno-Varese ha aperto un dibattito sulla sicurezza a bordo dei treni, tra polemiche politiche e proposte di carrozze dedicate
Il messaggio, a sera, viene diffuso dagli altoparlanti del treno a inizio corsa: «Viaggiate in sicurezza! Per evitare di rimanere soli in carrozza, invitiamo le signore e i signori clienti ad accomodarsi nella prima vettura, nei pressi della cabina di guida. Per la vostra sicurezza, treni e stazioni sono dotati di telecamere».
È una delle prime “contromisure” che Trenord ha iniziato ad attuare per migliorare le condizioni di sicurezza a bordo dei treni. Mentre per le stazioni (che fanno capo a Rfi o FerrovieNord) si confida anche sulla possibilità di impiegare la Polizia Locale come presidio.
I racconti dei viaggiatori – che VareseNews ha raccolto settimana scorsa con un form che ha ricevuto molte risposte – dicono di una situazione in peggioramento, anche se con radici già nel passato. È davvero così?
Partiamo dai numeri certi: da gennaio al 9 dicembre a Trenord risultano 8270 ”segnalazioni”. Una definizione generica dietro a cui stanno una miriade di comportamenti illeciti diversi: circa 1100 atti vandalici, 1000 episodi con “intemperanti” che non rispettano regole o richiami, 560 per episodi di viaggiatori senza biglietto che danno in escandescenze, 250 per aggressioni al personale. E poi ancora gli atti di “sabotaggio”, che comprendono l’uso del treno – per così dire – à la carte: il comportamento ad esempio di chi tira il freno di emergenza e apre le porte in emergenza perché si era dimenticato di scendere alla stazione e il treno sta ripartendo.
Negli ultimi due mesi si sono registrate 882 segnalazioni, con 290 interventi delle forze dell’ordine.
I treni lombardi sono meno affollati
Già negli anni scorsi Trenord segnalava le dimensioni del problema, in particolare per quanto riguarda gli atti vandalici.
Ma la situazione è peggiorata?
«A noi dai dati non risulta un aumento di episodi» spiegano dalla società che gestisce i treni regionali e suburbani in Lombardia (oltre al servizio di mercato Malpensa Express).
Attenzione però: se i numeri sono simili, il quadro non lo è: anche in Trenord riconoscono che la percezione di insicurezza è aumentata, perché si ha maggiormente la sensazione di solitudine sul convoglio, minore è la capacità anche di fronteggiare insieme situazioni problematiche (per esempio di fronte ai gruppi di ragazzini che adottano comportamenti scorretti, segnalati da molti lettori).
Riprendiamo i dati: con la pandemia in Trenord valutano che il numero di viaggiatori giornalieri siano scesi da 800mila viaggiatori a 600mila. Ne mancano 200mila che sono passati allo smart working (tra i pendolari) o che hanno meno esigenza di spostarsi per incontri di lavoro, conferenze e simili (il 50% dei viaggiatori in Lombardia sono saltuari o occasionali). «Queste 200mila persone in meno si sentono, in termini di presidio dei treni».
Da questo punto di vista, l’analisi di Trenord e la percezione dei viaggiatori è simile: in molti raccontano di meno presenze sui treni – soprattutto fuori dalle ore pendolari – che si traducono in sensazione di impunità per chi ha comportamenti scorretti e – all’opposto – di maggiore insicurezza per chi è presente.
Trenord: “Viaggiate nella carrozza di testa”
Fin qui il quadro. Ma le misure di prevenzione e di sicurezza?
Prima di tutto c’è appunto l’invito a concentrare le presenze di viaggiatori in testa al convoglio, a ridosso del personale che può così controllare in maniera più puntuale. Il messaggio, come detto, viene ribadito anche a voce o con annunci nelle ore serali.
Va detto che molti vorrebbero il capotreno come “controllore” a bordo, impegnato a pattugliare gli spazi: «Ma il capotreno – precisano da Trenord – non ha una funzione di ordine pubblico e ha come prima funzione quella di condurre il treno». È un aspetto non secondario: va infatti sottolineato che anche dal punto di vista dei regolamenti e della Legge il capotreno non ha (solo) funzioni di controllo, come molti credono, ma è coinvolto nella circolazione del treno, ha precise responsabilità a fianco del macchinista, a cui non può derogare.
Trenord esclude la risposta basata su carrozze dedicate ad esempio per le donne, una proposta che ha suscitato molto dibattito(va ricordato che in Trenord avevano già provato con le carrozze Quiet come spazio silenzioso, rivelatesi inapplicabile). E l’azienda ritiene impossibile anche un’altra proposta, quella di limitare il numero di carrozze aperte, anche per questioni tecniche: “sezionare” un treno chiudendo alcuni vagoni è una operazione che richiede molto tempo, soprattutto quando a un capolinea il treno deve – a volte in pochi minuti – invertire la marcia (e quindi, ad esempio, la prima carrozza diventa l’ultima).
La videosorveglianza sui treni Trenord
Molte richieste sono per la videosorveglianza a bordo. Una dotazione presente non su tutti i treni, ma che sta crescendo. Ci sono su tutti i treni sono di ultima e ultimissima generazione che vengono man mano introdotti sulle linee.
Ad esempio: sulla linea che da Milano porta a Gallarate e di qui verso Arona e Domodossola ormai quasi tutti i treni sono effettuati dai nuovi Caravaggio, «che sono dotati di cinquanta telecamere di sicurezza su tutto il treno».
Su altre linee è più complesso: sulla Gallarate-Luino (linea più “tranquilla”, lontana dalle grandi aree urbane) ci sono le telecamere sui nuovi Donizetti che effettuano metà delle corse, ma l’altra metà è ancora assicurata dalle vecchie Ale582 degli anni Ottanta prive di telecamere a bordo.
A cosa servono le telecamere?
Il personale in cabina non può controllarle tutte nell’immediato, ma può verificarle in tempo reale quando c’è attivazione del pulsante d’allarme (è opportuno sedersi vicini, anche per questo).
Ma soprattutto le telecamere «hanno una grande forza deterrente» dicono da Trenord. Anche per questo, come dicevamo in apertura, tramite altoparlanti viene specificato che il convoglio è sorvegliato.
Le immagini registrate dalle telecamere vengono poi utilizzate dalle forze dell’Ordine, in caso di indagine, evitando l’impunità anche per episodi di vandalismo.
E nelle stazioni?
Anche l’ultimo, gravissimo episodio di violenza sessuale sulla Milano-Saronno-Varese ripropone poi il tema della sicurezza in stazione.
Va detto che questo è fuori dalle competenze di Trenord, ma riguarda i due gestori della rete lombarda, vale a dire FerrovieNord (di proprietà regionale) e Rfi (di proprietà statale).
Sulla rete FN le telecamere nelle stazioni sono in crescita e anzi proprio nell’ultimo caso sono state importanti per identificare i due autori dell’ultimo fatto. Mentre diverse sono le stazioni RFI prive di controllo.
Per il presidio delle stazioni si sta cercando anche un’altra via: convenzioni locali con le Polizie Locali, che si stanno iniziando a costruire nella zona del Lecchese.
Quanto a Trenord in sé, il personale di terra di presidio è costituito da cento unità, «che diventeranno 150 dalla primavera».
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