Enormi meduse rosso fuoco nel cielo del Campo dei Fiori: lo straordinario fenomeno degli “sprites”
Una coppia di amici ha fotografato questi rari fulmini sopra le nostre montagne: cosa sono e come si formano gli "spettri rossi"
Foto di copertina: Stephane Vetter e Didier Plassard
Non si può che iniziare a parlarne con un sonoro, sentito, sbalordito, immenso “woooow“. Quello immortalato il 4 luglio sopra il cielo del Monte Campo dei Fiori di Varese è un raro e ancora poco studiato fenomeno di meterologia spaziale noto come “sprite” o “spettro rosso”.
Fino a poco tempo fa se ne sapeva poco o nulla, da relativamente poco tempo la scienza se ne sta occupando. Fino al 1989 erano considerati addirittura una sorta di leggenda metropolitana fino a che il 6 giugno di quell’anno alcuni astronauti in missione riuscirono ad immortalre i primi con delle fotografie dallo shuttle, dipanando il dubbio circa la loro esistenza.
Si tratta di fulmini misteriosi e fugaci dall’affascinante color rosso fuoco che, a differenza dei fulmini “classici”, si sviluppano fino a molte decine di chilometri dalla superficei terreste raggiungendo anche l’incredibile altezza di 80mila metri.
Sembrerebbe si tratti di una sorta di “fulmine sopra il fulmine” che scarica verso la nuvola, anziché verso terra, la sua energia. Cento volte più rapido di un fulmine classico, lo spettro rosso non dura più di 10 millesimi di secondo! Come se la nuvola, una volta scaricata a terra la sua carica con un fulmine e liberata della massa elettrica, fosse a sua volta in una sitazione di recettività che fa si che si verifichi un rapidissimo afflusso di energia verso di essa dalla ionosfera che la sovrasta: questo afflusso di energia è appunto il “fulmine rosso”.
Tanta deve essere stata la soddisfazione di Stephane Vetter e del suo amico Didier Plassard che hanno deciso di passare la notte di domenica in cima al Mottarone, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, proprio con l’intenzione di scattare qualche bella foto dopo mesi di reclusione causa pandemia. I due amici sapevano che su Trieste era stata prevista una cella temporalesca multicellulare, il che siginificava poter aver la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto per catturare sprites. Ed è esattamente andata così.
La foto è stata ricondivisa sul gruppo Facebook Oggi nel Varesotto da Davide Viganò, e ha davvero dell’incredibile! Ecco il racconto di uno degli autori:
“Decidiamo di accamparci al Mottarone, una cima che domina il Lago Maggiore in Italia. Dai suoi 1400 metri, le nuvole si dissipano rapidamente e la vista è completamente libera verso est. Alle 22:44 viene catturato un primo sprite, a dimostrazione che siamo sulla strada giusta. 40 minuti dopo, è Didier che fotografa un esemplare più grande a sinistra del primo, è direttamente sopra una montagna caratteristica, il Monte Campo dei Fiori. Ora è facile inquadrare con precisione l’aria di scatto con un obiettivo 105mm in modalità ritratto. Alle 23:30 una magnifica medusa dispiega i suoi filamenti rossi sulla cima appuntita … la soddisfazione di una bella cattura e sicuramente la mia più bella cattura di sprite in un paesaggio.
Exifs: Sony a7s1 – Nikkor 105mm/1.4@1.4 – 1 / 25s – ISO 30.000 – registratore Atomos – immagine tratta dal video”
A noi non resta che ammirare il prodotto della loro bravura e sbalordirci davanti a questo incredibile fenomeno.
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