False scarpe griffate vendute online: sgominata una banda di 20enni
Tre ragazzi vendevano online false scarpe di marchi famosi: prodotti provenienti dalla Cina e venduti come originali. Un giro d'affari da 300mila euro
Tre ragazzi vendevano online false scarpe di marchi famosi: prodotti provenienti dalla Cina e venduti come originali. Un giro d’affari che soltanto nel 2020 ha fruttato ai delinquenti 300mila euro.
In poco più di due mesi, la Polizia di Stato di Milano, ha individuato tutti i componenti del sodalizio criminale, cui è stata contestata l’associazione per delinquere finalizzata all’introduzione nel territorio dello Stato di prodotti con marchi contraffatti, truffa, ricettazione, indebito utilizzo di carte di pagamento intestate a terzi e autoriciclaggio. Al vertice dell’organizzazione criminale c’era un 23enne con disabilità motoria finito in carcere un 22enne che attualmente si trova ai domiciliari e un’altro 22enne che è stato sottoposto ad obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Al termine dell’attività, risultano indagati altri quattro ragazzi di età tra i 22 e 23 anni.
L’esordio dell’indagine risale al gennaio 2021, a seguito di una denuncia presentata al Commissariato Greco Turro nella quale veniva portato all’attenzione degli agenti, il modus operandi di un giovane che richiedeva, agli amici della propria cerchia, l’attivazione di carte Postepay e l’intestazione di utenze telefoniche; a distanza di qualche tempo, quegli amici che si erano fidati si accorgevano però che sui conti relativi alle carte erano transitate elevate somme di denaro. Altre due denunce simili sono state presentate al Compartimento Polizia Postale di Milano e vista l’evidente convergenza investigativa, i due Uffici di Polizia hanno avviato un’indagine congiunta, sotto la direzione del pm Carlo Scalas.
A seguito di diverse perquisizione sono state rinvenute 23 carte di pagamento, 3 personal computer e 17 apparecchi cellulari, un paio di sneakers ancora imballate e numerosi appunti relativi alla gestione di attività di commercializzazione di calzature sportive. Le scarpe contraffatte venivano vendute come originali su un sito appositamente predisposto e su due pagine aperte sui social network, tutti riconducibili alla società Yourun. Sono stati anche scoperti numerosi conti correnti dove venivano fatti confluire i proventi illeciti, da reimpiegare nella medesima attività imprenditoriale o da investire in cripto-valute. L’attività di commercializzazione ha portato il gruppo a fatturare, per il solo 2020, una cifra che si aggira intorno ai 300mila euro, con utili stimati in 117mila euro.
I giovani sodali ai quali erano assegnati incarichi e ruoli ben precisi, oltre che una retribuzione mensile si erano anche dati delle regole molto stringenti, studiando specifici sistemi di sicurezza volti ad eliminare ogni traccia dell’attività illecita che potesse essere utilizzata dalle Forze di Polizia per eventuali investigazioni. Nel motivare la custodia cautelare in carcere nonostante la disabilità motoria che affligge il 23enne, il G.I.P. ha ritenuto adeguata la misura, atteso che “l’estrema scaltrezza dell’indagato nell’avvalersi di strumenti informatici rende evidente e concreto l’elemento dell’attualità del pericolo da cui si evince l’alta probabilità del determinarsi di occasioni favorevoli alla commissione di nuovi reati. Appare evidente che anche il controllo elettronico presso l’abitazione non costituirebbe alcun ostacolo alla capacità criminale informatica”.
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