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Addio a Giulia Maria Crespi, fondatrice e presidente onoraria del Fai

Aveva 97 anni. Ha fondato il Fai nel 1975. Il ricordo dell'attuale presidente Andrea Carandini e il cordoglio di tutta la Fondazione per una donna dotata di "una creatività inesauribile"

Generico 2018

Se ne è andata a 97 anni nella sua Milano Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai Fondo Ambiente Italiano.

Nata a Merate nel 1923, ha fondato il FAI nel 1975 con Renato Bazzoni, segretario generale fino al 1996, ne è stata fino all’ultimo l’anima ispiratrice. Affiancata, prima come presidente fino al 2009 e poi come presidente onoraria fino a oggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione, come, dal 1985, Marco Magnifico oggi vicepresidente esecutivo, da Ilaria Borletti Buitoni, presidente dal 2010 al 2013, da Angelo Maramai direttore generale dal 2009 e infine da Andrea Carandini, presidente dal 2013, oltreché da una struttura operativa e di volontariato che ha ormai raggiunto, per dimensioni e professionalità, il livello di una grande impresa culturale no-profit nazionale.

«Il FAI soffre per la scomparsa della fondatrice Giulia Maria Crespi. Rassicurata dallo sviluppo della Fondazione in tema di beni gestiti, paesaggio e patrimonio, si era riservata la delega per l’Ambiente, preoccupata per la salute della natura e dell’uomo. Il FAI ha tradotto le sue indicazioni in pratiche virtuose nei Beni e nell’educazione al costume della sostenibilità e sempre avvertirà ai suoi fianchi questo suo ultimo sprone», commenta Andrea Carandini, presidente FAI.

«La scomparsa di Giulia Maria Crespi segna un momento cruciale nella storia della Fondazione, e vena di infinita tristezza l’animo del Consiglio di Amministrazione, del Comitato dei Garanti, della struttura operativa e delle Delegazioni del FAI che a lei con unanime riconoscenza dedicano il più commosso tributo – si legge sul sito del Fai -. La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il FAI è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire. Le idee, le emozioni, lo stile e i fatti che hanno segnato la lunga e operosa vita di Giulia Maria Crespi sono contenuti nella sua autobiografia Il mio filo rosso pubblicata da Einaudi nel 2015».

Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali “chi ha avuto molto, deve dare molto”, frase che Giulia Maria amava ripetere, conosceva, apprezzava e stimolava – da sempre praticandolo in prima persona – il ruolo che il volontariato svolge nella società civile, sostenendo e incoraggiando l’importante azione che le Delegazioni del FAI hanno svolto e svolgono, a fianco della struttura operativa, per la maturazione e la crescita della Fondazione.

«Pur essendo di carattere forte e imperativo Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi – ricorda ancora il Fai -. Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà – tanto più stimolanti quanto ardue – e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente».

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Pubblicato il 19 Luglio 2020
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