Cresce il “no” alla donazione di organi, AIDO: “Serve una grande campagna nazionale”
A commentare i dati emersi dal report periodico del Centro Nazionale Trapianti è la legnanese Donata Colombo, amministratore nazionale di AIDO, Associazione Italiana per la Donazione di Organi

«La percentuale di opposizioni alla donazione di organi è alta, e a colpirmi è soprattutto il dato relativo al Comune di Legnano, dove i “no” superano il 43%, nonostante la massiccia presenza dell’Aido e un ospedale considerato centro di eccellenza». A commentare i dati emersi dal report periodico del Centro Nazionale Trapianti — diffusi in vista della Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, celebrata l’11 aprile — è la legnanese Donata Colombo, amministratore nazionale di AIDO, Associazione Italiana per la Donazione di Organi. Nel Legnanese, da inizio anno, il 40% dei cittadini ha detto “no” alla donazione di organi al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità. Un dato in linea con il trend nazionale. In Italia, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2025, è stato registrato un aumento delle opposizioni pari al 3,4%.
In questo contesto l’attenzione è sui perplessi, persone alle quali probabilmente non è arrivato correttamente il messaggio sul valore del dono. Tra le possibili motivazioni di questa crescente reticenza a esprimere il consenso in occasione del rinnovo del documento d’identità, vi è infatti certamente una comunicazione non del tutto efficace, che andrebbe potenziata a livello ministeriale. Ma non è l’unico fattore. «Tra coloro che non esprimono il consenso — spiega Donata Colombo — ci sono anche molti astenuti. Alcuni di loro sono soci AIDO che non danno il consenso perché hanno già espresso la propria volontà tramite l’associazione. Non è così. Ci sono stati casi di persone disposte a donare gli organi ma impossibilitate a farlo, proprio perché non hanno dato esplicitamente il consenso al momento del rinnovo della carta d’identità. Un’astensione che, di fatto, equivale a un diniego. Il mio consiglio è dunque di dare sempre il proprio assenso, anche se lo si è già fatto tramite AIDO».
Il supporto agli uffici anagrafe
Proprio il 15 aprile, in Regione Lombardia, è previsto un incontro per definire il ruolo di supporto di AIDO agli uffici anagrafe: «È evidente che la responsabilità non può ricadere sul personale degli uffici — prosegue Colombo —. Dobbiamo essere di supporto. Per gli utenti stranieri, ad esempio, abbiamo predisposto opuscoli multilingue, e stiamo lavorando con Anffas per facilitare l’espressione del consenso anche tra le persone con disabilità: il diritto è uguale per tutti». Nel frattempo, AIDO sta incontrando i sindaci del territorio per costruire un’alleanza istituzionale che rafforzi il messaggio e la sensibilizzazione.
«Serve una grande campagna ministeriale»
Da sola, AIDO non può sostenere però l’intero peso dell’informazione su un tema tanto delicato: «La richiesta di un gesto di generosità così grande – sottolinea ancora Colombo — deve essere accompagnata da una campagna nazionale altrettanto forte e capillare, promossa a livello ministeriale. La scelta dev’essere consapevole».

Le liste d’attesa per i trapianti
Da sottolineare infine che la rete trapiantologica sta migliorando dal punto di vista clinico-scientifico e sotto il profilo organizzativo, ed è in grado di individuare un numero sempre crescente di donatori potenziali, anche grazie alla donazione a cuore fermo. D’altro canto, però, l’aumento delle opposizioni alle donazioni potrebbe in futuro rischiare di condizionare in negativo la capacità di trovare organi compatibili per i tantissimi pazienti in attesa di trapianto.
Secondo Colombo è inoltre fondamentale fare conoscere alla cittadinanza i dati relativi alle liste d’attesa per i trapianti, affinché le persone siano davvero consapevoli della portata dell’emergenza. In questo momento in Italia (dati diffusi dal Centro nazionale trapianti in occasione della 28ma Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti) ci sono oltre 8.200 pazienti in attesa di trapianto: circa 6mila aspettano un nuovo rene, oltre mille un fegato, circa 750 un cuore, quasi 300 un polmone e poco meno di 200 un pancreas. Sono invece ben 48mila le persone che oggi vivono grazie a un trapianto e sono in follow-up. «Questi numeri andrebbero affiancati a quelli delle opposizioni — conclude Colombo —. Basterebbe questo per far capire quanto il dono sia importante».
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