Rifondazione Comunista Legnano: “In piazza mercato per dire No a una economia di guerra”
Rifondazione scenderà in piazza Mercato in occasione della Giornata Mondiale per la Salute che ricorre ogni 7 aprile per dire no alla commercializzazione della salute. L'appuntamento è per sabato 5 aprile, dalle 9 alle 12

Da diversi anni, in occasione della Giornata Mondiale per la Salute che ricorre ogni 7 aprile, la Rete europea “La nostra salute non è in vendita” organizza una Giornata Europea contro la commercializzazione della salute. Nell’ambito delle mobilitazioni previste in tante città italiane ed europee, anche a Legnano lo Sportello Salute di Rifondazione Comunista sarà in piazza del mercato a Legnano. L’appuntamento è per sabato 5 aprile, dalle 9 alle 12: «Ci troverete li per rivendicare e promuovere il diritto alla salute di tutti e tutte».
Quest’anno l’appuntamento coincide con la decisione di destinare 800 miliardi di euro a riarmare l’Unione Europea proponendo una “economia di guerra” che, per definizione, mette in second’ordine tutto il resto, dal diritto alla salute al sostegno della sanità pubblica. «Un’Europa che investe in armi anziché in diritti sociali, ambientali ed in particolare in salute per tutte le persone è una prospettiva inaccettabile e in contraddizione con i principi fondativi della stessa Unione Europea – affermano da Rifondazione -. Per questo la Giornata europea sarà anche un NO al riarmo dell’Europa e perché i fondi “magicamente” trovati per la guerra vengano piuttosto investiti per i diritti, la salute e l’ambiente».
Rifondazione Comunista ricorda che la mobilitazioni della Rete europea culmineranno il 7 aprile a Bruxelles, al Parlamento europeo «con la rivendicazione dei seguenti obiettivi comuni: creazione di un ente pubblico di ricerca e di produzione di farmaci essenziali; garanzia di universali diritti all’accesso alle cure, con adeguata considerazione delle diverse culture; prossimità dei servizi e tempi di accesso definiti; contrasto alle politiche di “austerità”, le quali mentre finanziano gli armamenti con un progressivo aumento dei fondi destinati alle spese militari, limitano gli investimenti e i fondi destinati alla sanità e ai diritti sociali e ambientali; contrasto alle derive commerciali (a partire dalla predominanza delle “big pharma”); garanzia della democrazia in sanità, attraverso la partecipazione dei lavoratori e degli utenti. La salute è in diritto, non una merce: non facciamocelo rubare dagli affaristi della sanità privata e dai politici loro complici».
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