Richieste di mobilità in Polizia Locale a Legnano, il sindaco: “La domanda è stata posticipata non negata”
La questione è approdata in Consiglio Comunale. Il Comune non intende, come hanno affermato i sindacati nei giorni scorsi, tenere «in ostaggio» alcun lavoratore negando la mobilità

Le richieste di mobilità presentata da alcuni agenti di Polizia Locale del Comando di Legnano e “posticipate” dal Comune sono approdate in Consiglio Comunale. Questa sera martedì 25 marzo la questione sui malumori espressi da alcuni agenti nei giorni scorsi e riportati con toni accessi dai sindacati CSE FLPL / Sulpl (clicca qui) è stata affrontata con una interrogazione presentata dalla Lega di Legnano. Ma di fatto il Comune non intende, come hanno affermato i sindacati, tenere «in ostaggio» alcun lavoratore negando la mobilità.
Il sindaco Lorenzo Radice a tal proposito ha risposto con forza alle accuse spiegando che «l’indirizzo dell’Amministrazione comunale è di consentire i passaggi richiesti dai singoli dipendenti, come dimostrano le 20 mobilità concesse soltanto negli ultimi due anni. Ma questo orientamento non può certo pregiudicare la funzionalità dei servizi erogati ai cittadini. La struttura comunale è, infatti, un’organizzazione che richiede equilibrio per essere in grado di svolgere questa sua funzione primaria, che è poi lo stesso scopo che deve avere qualsiasi dipendente della Pubblica Amministrazione. Nello specifico, i pochi casi in cui si è dilatato il tempo del passaggio, sono stati, non a caso, determinati da situazioni contingenti nei servizi di Sicurezza urbana. Il passaggio è stato quindi posticipato, e non negato.
Peraltro due dei tre casi in sospeso sono stati risolti o in via di risoluzione, avendo il Comune attivato per tempo la ricerca delle loro sostituzioni. Quindi la norma sulla mobilità del personale è stata rispettata contemperandola con i desideri delle singole persone».
In riferimento ai toni coloriti e accesi della lettera firmata dai sindacati il primo cittadino ha commentato: «Invito a utilizzare un linguaggio più consono e rispettoso delle istituzioni e della verità quando si trattano questioni delicate come il presunto mancato rispetto delle norme circa la mobilità degli enti pubblici: è inaccettabile usare espressioni come “fare ostaggi” – termine quantomai inappropriato in questo frangente storico – perché fare questo significa commettere un reato. E a fronte di un reato prassi vuole che ci si rivolga alle sedi giudiziarie prima che ai consiglieri comunali e agli organi d’informazione. Quanto al metodo rileviamo che rivolgersi agli esponenti politici per denunciare procedure che sono rigidamente normate e di esclusiva competenza tecnica in capo ai dirigenti di settore segni il passaggio di un limite delicato. Si vuole forse riportare indietro le lancette della storia ante riforme Bassanini, ossia quando i politici sedevano nelle commissioni di concorso?».
In difesa agli uffici comunali il primo cittadino ha poi affermato: «operano con grande attenzione e professionalità, efficacia ed efficienza tanto che anche nei casi in questione, così come avvenuto per situazioni analoghe registratesi in precedenza, a fronte della richiesta dei dipendenti, questi si sono Documento firmato digitalmente, ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. 07/03/2005 n. 82 e rispettive norme collegate
adoperati per attivare le opportune procedure finalizzate alla loro sostituzione. E così è accaduto per due agenti della Polizia locale, per i quali, il 21 marzo u.s., dopo aver ricevuto il parere positivo per le loro posizioni, gli uffici hanno provveduto a comunicare ai Comuni richiedenti la possibilità di sbloccare la mobilità. Questo a dimostrazione del fatto che nel Comune di Legnano si lavora con serietà e puntualità, anche in un contesto inedito per tutti gli enti pubblici dove si stanno registrano livelli di turnover del personale mai visti in precedenza, favoriti dai pensionamenti e dalla maggior flessibilità di normative che permettono ai dipendenti di muoversi con più facilità
all’interno di questi».
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