Nel sottopasso del Parco Castello di Legnano un grande Murale per la Pace sta prendendo forma. L’opera, ancora in fase di realizzazione, rientra a pieno titolo nella seconda rassegna del ciclo di incontri “La Cultura della Pace in un mondo di guerra” organizzata dall’amministrazione comunale e in programma da marzo a giugno, il cui tema è tristemente di grande attualità.

Il Murale della Pace si sta pian piano colorando grazie al laboratorio di cui maestro è lo street artist Raffaele Muraca, in arte “Sillyme” che, da venerdì 21 e fino a domenica 23 marzo, insegna ai ragazzi e a tutti coloro che lo desiderano l’arte della realizzazione di Murales con l’utilizzo di bombolette spray fornite dal Colorificio De Vanna: «La realizzazione di questo Murale per la Pace è nata un po’ per caso, – ha detto lo street artist Sillyme – ho una sorella diciannovenne e, come regalo di Natale, le avevo promesso che avremmo fatto un Murale insieme. Cercando online un muro su cui fosse legale realizzare opere, ho trovato quello del sottopasso per il Parco Castello di Legnano e mi sono messo in contatto con il Comune che a sua volta mi ha parlato dell’iniziativa legata alla Pace. Quindi, da un’attività svolta in famiglia, siamo arrivati alla realizzazione di una cosa molto importante».

L’opera rappresenta un arcobaleno, al centro del quale ci sarà un grande simbolo della pace composto da fiori con accanto due bambini e le scritte “Pace” e “Peace”. Presenti nel pomeriggio di sabato 22 marzo il sindaco di Legnano Lorenzo Radice e Guido Bragato, assessore con delega alla Qualità della Vita, che si sono cimentati, guidati dal maestro, nell’arte del colore con le bombolette spray.

Il Comune di Legnano mette a disposizione dei writers 11 muri cittadini liberi sparsi per la città. «Abbiamo istituito una serie di muri liberi in città – ha detto Bragato – a disposizione di tutti, con l’idea di poter essere comunque rinnovati in teoria anche tutti i giorni. La realtà è che la comunità dei writers è abbastanza rispettosa al proprio interno per cui il sistema funziona. I lavori che vengono realizzati rimangono per un certo periodo di tempo, dopo di che, quando magari sono già rovinati, altri o gli stessi ragazzi vengono a fare altre opere».

Altro tema invece quello che riguarda i vandalismi che a volte interessano le opere artistiche con scritte volgari e offensive. «In questi casi, – ha concluso Bragato – al di là del controllo del territorio, che avviene come in mille altre situazioni, c’è poco da fare. Ci si dovrebbe appellare all’educazione delle persone che in quei casi è volutamente scavalcata. Purtroppo è un fenomeno presente, il fatto che questi siano muri liberi ci permette in realtà di coprire facilmente anche quelle scritte e rifare altre opere con un significato positivo».