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25 anni dal “Rogo della Cantoni” a Legnano

Per ricordare quella tragedia così vicina riproponiamo le immagini scattate dal fotografo legnanese Manuel Vignati, esposta 10 anni fa in una mostra fotografica a cura della Scuola di Babele

Cantoni   Rullo N   07A   Rogo

Sono trascorsi 25 anni dal “Rogo della Cantoni”. Era il 18 marzo 2000 quando un incendio distrusse l’area dell’ex Cotonificio Cantoni provocando la morte di 5 persone, tra cui 2 bambini e una donna incinta. Per ricordare quella tragedia così vicina riproponiamo le immagini scattate dal fotografo legnanese Manuel Vignati, esposta 10 anni fa in una mostra fotografica a cura della Scuola di Babele.

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15 anni dal "rogo della Cantoni", il reportage di Manuel Vignati 4 di 23

Di seguito il reportage realizzato dal fotografo legnanese Manuel Vignati

COTONIFICIO CANTONI LA STORIA
Figlio di una storia imprenditoriale inizia- ta nel 1820, il Cotonificio Cantoni entra a far parte dello skyline di Legnano nel 1829, quando il fondatore Costanzo Cantoni crea, in quello che in precedenza era il Molino Pomponio, un piccolo impianto da circa 500 fusi semiautomatici. Dieci anni dopo, il patron della Cantoni di mulino ne comprerà un altro, sempre sul fiume Olona, e da lì in poi la crescita continuerà, con la ditta che nel 1855 sarà l’unica azienda lombarda a partecipare all’Esposizione Universale di Parigi e nel 1872 diventerà la prima impresa cotoniera italiana a trasformarsi in società per azioni. Il nome della famiglia Cantoni rimane legato al cotonificio, dove nel frattempo è entrato a far parte della dirigenza Carlo Jucker, fino al 1910, quando Costanzo Cantoni, nipote del fondatore, lascia ogni carica societaria. La crescita dell’azienda, però, continua, e supererà tra alti e bassi la Grande Guerra, che vedrà la Cantoni diventare la prima azienda italiana a costruire un impianto per la produzione dei “coloranti diretti”, la piena dell’Olona del 1917, che seppellirà i macchinari sotto un metro di acqua, la crisi economica del 1929 e il secondo conflitto mondiale. L’ascesa del Cotonificio Cantoni continua fino agli anni ‘50, quando la fabbrica legnanese arriva a contare quasi 3.500 dipendenti solo nello stabilimento di Legnano. La seconda metà del XX secolo, però, con la Cantoni non si dimostra benevola, tanto che la situazione economica dell’azienda si fa via via più complicata fino all’acquisizione da parte del gruppo Inghirami nel 1984, che porta ad una 26 serie di manovre di salvataggio come il passaggio a filati più ricercati.

Proprio con l’arrivo della famiglia Inghirami, peraltro, viene chiuso lo stabilimento di Piazza IV Novembre, stessa sorte che subirà poco meno di due decenni dopo l’altro polo, quello di via Jucker. Ex Cotonificio Cantoni a Legnano Due aree che oggi, pur in chiave diversa, hanno trovato un nuovo futuro. Per i 108mila metri quadri di Piazza IV Novembre, di cui oggi rimangono solo le facciate dei padiglioni per la lavorazione dei velluti lungo corso Sempione, la svolta è arrivata alle soglie degli anni Duemila con l’approvazione del relativo piano integrato di intervento, figlio
di un progetto preliminare e di un masterplan firmati dall’archistar Renzo Piano e del successivo progetto architettonico di Giorgio Macola. Su questa base, dal 2003 in poi, tre anni dopo il tragico rogo costato la vita a cinque persone nella notte tra il 17 e il 18 marzo 2000, è nato un intervento a carattere residenziale, terziario e commerciale, nel cui perimetro hanno trovato spazio anche una piazza, un parco e la riqualificazione dell’alveo del fiume Olona. In via Jucker, invece, a fine 2023 ha iniziato a prendere forma un nuovo hub logistico e industriale

Redazione
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Pubblicato il 18 Marzo 2025
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