Defibrillatori portatili per i volontari di 60milavitedasalvare. Un DAE anche per la Prociv
Donato un defibrillatore alla Protezione Civile legnanese e consegnati 17 DAE portatili ai volontari soccorritori dell'associazione 60MilaViteDaSalvare nella mattinata di sabato 15 marzo

Nella giornata di oggi, sabato 15 marzo, al Castello Visconteo di Legnano l’associazione 60MilaViteDaSalvare ha consegnato al Gruppo di Protezione Civile di Legnano un defibrillatore per potenziare ancor di più la rete di cardio-protezione del Comune e non solo. L’iniziativa rientra nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione promossa dall’azienda EMD 112 che ha come testimonial Davide Patron, giovane creator famoso sui social grazie alle sue lezioni di inglese in pillole e che il 4 maggio dello scorso anno è stato vittima di arresto cardiaco mentre si trovava su un treno fermo alla stazione di Londra.
«Quello alla Protezione Civile di Legnano è il primo di una serie di defibrillatori che doneremo in giro per l’Italia, – ha detto Davide Patron nel suo video messaggio – che abbiamo associato ad una rubrica di sensibilizzazione e cultura della cardio-protezione. Vi ringrazio perché tante persone come me, senza degli angeli come voi, non sarebbero qui a parlare». Oltre a Davide Patron, anche Giorgio Piccioni ha raccontato la sua esperienza come testimone dell’importanza dei defibrillatori. «12 anni fa ho avuto un arresto cardiaco, – ha raccontato Giorgio Piccioni, presidente di Associarma Legnano – improvvisamente sono caduto a terra e mi sono svegliato giorni dopo. Se sono qui a raccontarvelo è perché sul mio percorso ho trovato due ex colleghi che erano volontari in croce rossa e mi hanno tenuto in vita fino all’arrivo del defibrillatore. Sono stato poi ricoverato e oggi sono qui».
A ritirare il defibrillatore appena donato il presidente del Gruppo legnanese di Protezione Civile Giuliano Prandoni. «Non ho parole per ringraziarvi di questo gesto molto bello. Noi siamo abituati a lavorare tra le persone in silenzio, – ha detto Prandoni -per cercare di essere più capillari possibili e aiutare chi è in difficoltà. In questi casi bisogna cercare di essere il più veloci possibile e questo strumento è basilare. Proseguiremo ora con un corso di formazione perché, anche se è vero che tutti lo possono usare, essere formati nell’utilizzo ci consente di essere ancora più tempestivi».
Presente alla consegna Anna Pavan, assessore con delega al benessere e sicurezza sociale, che ha portato i saluti del sindaco di Legnano Lorenzo Radice. «Il valore aggiunto dell’associazione 60MilaViteDaSalvare – ha detto Pavan – è quello di essere radicata nel territorio ed è una grande garanzia per la formazione permanente e soprattutto dà continuità nell’intervento nel nostro Comune e in quelli limitrofi».
17 defibrillatori per i volontari soccorritori
Durante la mattinata è stata presentata un’ulteriore iniziativa ideata dall’associazione per potenziare ancora di più la rete di cardio-protezione e la sicurezza dei cittadini dei Comuni dell’Alto Milanese. Da oggi i soccorritori volontari dell’associazione saranno dotati di DAE portatili pronti all’uso che andranno ad incrementare il numero di quelli già presenti sul territorio. «Grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, – ha detto Mirco jurinovich – abbiamo concretizzato l’idea di dotare i nostri volontari soccorritori di un defibrillatore sempre pronto all’uso da tenere in macchina per poter intervenire celermente».

L’associazione 60MilaViteDaSalvare è nata a Cerro Maggiore. «A Cerro Maggiore – ha spiegato il sindaco Nuccia Berra – ospitiamo la sede dell’associazione che è importantissima, ma ciò che serve è fare rete tra i Comuni e le associazioni. L’indispensabile è fare rete e dire “grazie” ai volontari, perché ogni Comune non ce la fa da solo a livello economico a sostenere nessuna iniziativa, che sia sportiva o sociale, perché siamo troppo piccoli e non abbiamo la forza che ci viene data dai volontari. Il primo “grazie” va a loro, senza i volontari e il terzo settore non ci sarebbero questi eventi e non si salverebbero così tante vite».
Presente anche Matteo Modica, sindaco di Canegrate e presidente del Patto dei Sindaci Alto Milanese. «Ora il passo avanti ulteriore che bisogna fare – ha detto Modica – è mettersi in moto per far sì che la cittadinanza tutta sia informata e partecipe».
La storia del defibrillatore
Durante la mattinata sono state percorse le tappe che hanno portato alla nascita del defibrillatore e alla sua evoluzione fino ad arrivare a oggi. «Verso la fine del 1800 – ha detto Jurinovich – ci fu un’intuizione di due fisiologi svizzeri che cominciarono a capire che l’energia elettrica poteva essere utilizzata per riattivare il cuore. I primi esperimenti venivano fatti a torace aperto, e il primo che riuscì a rianimare un paziente di 14 anni fu il dottor Claude Beck nel 1947. Il problema era che le scariche erogate erano molto potenti e creavano danni. Successivamente, nel 1956 venne creato il primo defibrillatore per uso esterno, che però necessitava di essere collegato alla rete elettrica per funzionare ed era molto ingombrante».
«Il primo defibrillatore portatile di 3 kg – ha concluso Jurinovich – venne creato nel 1965 da Frank Pantridge e fu posizionato sulle ambulanze, diventando la pietra miliare della risposta all’arresto cardiaco. Ad oggi i defibrillatori sono diventati ancora più piccoli e sempre più leggeri, dotati di moderne tecnologie svolgono analisi del ritmo cardiaco e sono in grado di erogare in autonomia la scarica, diventando sempre più performanti».
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