I cavalli anglo-arabi al posto dei purosangue al Palio di Legnano, non è un pesce d’aprile
Ambiente contradaiolo in fermento per un nuovo decreto ministeriale che mette in serio dubbio la possibilità per Legnano di mantenere la sua unicità con il cavallo purosangue

Il tradizionale pesce d’aprile era pronto. Il Palio di Legnano passa dai cavalli purosangue a quelli anglo arabi. Una rivoluzione ippica fantasiosa che, in questi giorni, potrebbe diventare realtà. Infatti, il decreto della presidenza del consiglio dei ministri pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lunedì 20 marzo, tra le righe sentenzia che “nelle manifestazioni che prevedono corse di velocita’, intese come corse al galoppo in cui la vittoria viene attribuita solo in base alla velocita’ degli equidi, e’ vietato l’utilizzo di cavalli di razza purosangue inglese». Un articolo del decreto che obbliga il nostro Palio ad adeguarsi a tutti gli altri, lasciando i purosangue a vantaggio dei mezzosangue.
Non sembra offrire nemmeno qualche via d’uscita un altro passaggio del decreto in cui si afferma che «sono escluse dal campo di applicazione della presente ordinanza le manifestazioni con equidi che si svolgono negli impianti e nei percorsi ufficialmente autorizzati dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali e dal CONI attraverso i propri organismi di riferimento». Impianti e percorsi che non contemplano più, come una volta, il nostro Campo del Palio.
Nell’ambiente, comunque, si sta lavorando. Non tutto è perduto. Un lumicino, almeno quest’anno, per correre con i purosangue resta acceso. Come si dice a casa nostra? Sperem…
La questione non è nuova. Già 5 anni fa Matteo Garegnani aveva presentato una relazione evidenziando i rischi che la manifestazione correva nel mantenere i purosangue: «Era inutile contrastare una volontà legislativa chiara – ricorda l’ex capitano di Sant’Erasmo – . Sarebbe stato molto più lungimirante programmare un passaggio piuttosto che subirlo».
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