Legnano revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini: “Un uomo che la città non può onorare”
La giunta Radice martedì 18 febbraio ha revocato la cittadinanza onoraria che la città del Carroccio aveva conferito nel 1924 a Mussolini

Benito Mussolini non è più cittadino onorario di Legnano. La giunta Radice martedì 18 febbraio ha revocato la cittadinanza onoraria che la città del Carroccio aveva conferito all’allora presidente del Consiglio del Regno d’Italia.
Legnano – va detto – non è stata una mosca bianca: l’elenco dei Comuni che negli anni dell’ascesa del fascismo hanno conferito al Duce la cittadinanza onorario è lunghissimo, e comprende tanto grandi città come Roma, Napoli, Firenze e Torino quanto piccoli centri. La città del Carroccio lo aveva fatto il 23 maggio 1924, sollecitata da una velina della Federazione Provinciale Fascista Milanese e Associazione dei Comuni Italiani indirizzata al sindaco, che invitava tutti i Comuni italiani a rendere omaggio al Duce in occasione dell’anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale e specificava che l’omaggio avrebbe dovuto essere proprio la cittadinanza onoraria.

Tuttora Mussolini è cittadino onorario in molte località della Penisola da Nord a Sud, così come da Nord a Sud, al contrario, si è accesa a più riprese la polemica sulla revoca della cittadinanza onoraria concessa in quegli anni. A Legnano la questione è tornata prepotentemente di attualità grazie alle pagine di giornale esposte nei giorni scorsi a Villa Jucker grazie alla mostra promossa dall’associazione Alcide De Gasperi, il cui presidente Ivo Paiusco aveva citato l’avvenimento durante la serata inaugurale. Tanto che a strettissimo giro di posta Palazzo Malinverni si era già mosso per la revoca consultando il segretario generale per definire l’iter da seguire: iter sfociato in una delibera di giunta, sulla base del regolamento per la concessione delle benemerenze civiche, della cittadinanza onoraria e civica.
«Nel momento in cui ho assunto il ruolo di sindaco ho giurato sulla Costituzione Italiana che è figlia della Resistenza ed è antifascista non soltanto perché vieta la ricostituzione del Partito Nazionale fascista, ma per quanto afferma nei suoi principi fondamentali, principi che sono alla base del nostro vivere comune – sottolinea il sindaco Lorenzo Radice -. Coerentemente, da amministratori di una città insignita della medaglia di bronzo al valor militare per “i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante il conflitto”, non possiamo che revocare una cittadinanza onoraria conferita a un uomo che la storia ha già giudicato per le sue enormi responsabilità nell’instaurazione della dittatura nel nostro Paese, nell’alleanza con la Germania nazista e le leggi razziali e per l’ingresso nel più rovinoso conflitto che l’umanità abbia mai conosciuto. Un uomo che, evidentemente, Legnano non può onorare».
Foto in copertina: una visita del Duce dal Fondo Franco Pagani
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.