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Liberarsi dal carcere? Il Galilei di Legnano a lezione di giustizia con l’ex garante dei detenuti Mauro Palma

Pena e giustizia ai tempi delle carceri sovraffollate protagoniste tra le mura del Liceo Galilei di Legnano nel primo incontro della seconda edizione del progetto "Il liceo dei cittadini"

Il Galilei di Legnano a lezione di giustizia con l'ex garante dei detenuti Mauro Palma

Liberarsi dal carcere? La domanda, “spacchettata” nelle tante sfaccettature che hanno saputo cogliere gli studenti, è rimbalzata lunedì 17 febbraio tra le mura del Liceo Galilei di Legnano nel primo incontro della seconda edizione del progetto “Il liceo dei cittadini”, iniziativa nata e cresciuta con l’obiettivo di portare gli studenti «a farsi domande e a confrontarsi con personalità di primo piano del mondo istituzionale e accademico, oppure impegnate nel sociale», per «aprire la scuola alla società, nella convinzione che debba essere un ponte verso l’esterno» e riaccendere i riflettori sulla complessità «di fronte ad un dibattito pubblico che tende a semplificare in maniera eccessiva».

A 625 anni esatti di distanza da quel 17 febbraio 1600 in cui Giordano Bruno fu bruciato sul rogo a Roma, gli studenti delle quarte del liceo di viale Gorizia hanno affrontato, tra una domanda e l’altra, concetti che hanno spaziato dalla giustizia alla pena – eternamente “strattonata” tra la Costituzione che parla di pena rieducativa e la pancia di una Nazione che ancora troppo spesso invoca una pena retributiva -, passando per le condizioni delle carceri. Lo hanno confrontandosi con Mauro Palma, matematico e dottore in giurisprudenza honoris causa all’Università di Buenos Aires e all’Università Roma Tre, dove è presidente del centro di ricerca European Penological Center, fondatore e oggi presidente onorario dell’associazione Antigone, già presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti o pene inumani o degradanti e del Consiglio Europeo per la Cooperazione nell’esecuzione penale.

Tutte domande, quelle degli studenti, che più attuali non si può, in un Paese che al 31 gennaio scorso, in base ai dati diffusi dal Ministero della Giustizia, contava quasi 62mila detenuti – lo 0,1% della popolazione totale – nelle sue 190 carceri, che in realtà potrebbero ospitarne 51.300 in base alla capienza regolamentare. Un Paese dove nei prossimi quattro anni il 60% circa dei detenuti potrebbe tornare in libertà, tra chi sconta pene non superiori a questo lasso di tempo e chi, pur scontandone di più lunghe, è ormai in dirittura di arrivo. Un Paese dove ci sono solamente quattro carceri femminili e si sta discutendo della possibilità di rendere facoltativo il differimento della pena per le donne incinte e le madri con bambini di meno di un anno di età. Domande che c’è da sperare vadano oltre il liceo di viale Gorizia.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Febbraio 2025
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