Pronto Soccorso di Legnano in affanno, il DS: “Stiamo valutando una riorganizzazione degli spazi”
Intervista al direttore sanitario della Asst Ovest Milanese, Valentino Lembo nella quale spiega quali sono le maggiori criticità e come l'Ospedale di Legnano le sta affrontando. Il 21 % dei pazienti arriva da fuori ATS. Ancora tanti gli accessi impropri
Giovedì 13 febbraio. La mattinata al Pronto Soccorso di Legnano inizia con l’ingresso di 6 codici rossi da gestire quasi contemporaneamente. I codici gialli sono già più di 30 e il numero totale dei pazienti supera le 80 unità. Un’altra giornata da bollino nero tra emergenze e persone in attesa, con numeri di accessi che non si discostano molto da quelli registrati nelle ultime settimane. Abbiamo incontrato il direttore sanitario della Asst Ovest Milanese, Valentino Lembo, per chiedere come l’ospedale di Legnano sta gestendo questo sovraccarico di lavoro.
Dottor Lembo, qual è la situazione in questo momento (ore 15 del 13 febbraio) al Pronto Soccorso di Legnano?
Attualmente abbiamo 83 pazienti in sala d’attesa. Di questi, 2 sono codici rossi, 31 gialli, 24 azzurri, 25 verdi e 1 bianco. Questa mattina i codici rossi erano 6. Negli ultimi giorni la media di accessi si aggira intorno ai 200 pazienti al giorno.
Quali sono le maggiori criticità e come l’ospedale sta gestendo questo sovraccarico di lavoro?
Le principali criticità sono legate all’andamento stagionale delle malattie. In questo periodo stiamo osservando un incremento di patologie respiratorie, soprattutto tra i pazienti anziani. Tuttavia, non mancano anche casi di patologie cerebrovascolari e cardiovascolari acute. Essendo sede di stroke di secondo livello e avendo una cardiologia con dinamica ed elettrofisiologia, possiamo gestire e curare anche i casi più gravi all’interno del nostro ospedale. Oltre a queste specializzazioni, disponiamo di un reparto di chirurgia maxillo-facciale, chirurgia toracica, neurochirurgia, radiologia interventistica ed endoscopia digestiva di secondo livello. Abbiamo anche una chirurgia generale capace di trattare grossi traumi. Grazie alla presenza di queste discipline altamente specialistiche possiamo trattare con grande competenza e beneficio politraumi e patologie di distretti corporei più specifici
Anche per questo molti pazienti arrivano da fuori zona. Può darci qualche dato?
Lo scorso anno, il 21% degli accessi proveniva da fuori l’ATS, ovvero dal territorio di nostra competenza, su un totale di quasi 143.000 accessi nei quattro presidi ospedalieri. Parliamo di circa 30.000 persone. Un numero importante.
Come è organizzato un turno del personale del Pronto Soccorso?
Abbiamo sempre presenti in turno quattro medici strutturati, a volte anche cinque, con il supporto degli internisti. A questi si aggiunge un medico che si occupa esclusivamente dei codici minori. Tuttavia, questi ultimi non sempre sono specialisti e coprono solo determinate fasce orarie settimanali. Abbiamo poi dei percorsi di “fast track” per gestire i pazienti con problematiche specifiche: per esempio, un paziente con un problema ortopedico viene direttamente preso in carico dall’ortopedico, lo stesso accade per otorinolaringoiatria, pediatria e area materno-infantile.
Il numero di medici è sufficiente per gestire il carico di lavoro?
A volte, per i numeri che affrontiamo, il personale sembra insufficiente. Tuttavia, c’è anche il problema degli spazi: non possiamo aumentare il numero di medici senza avere le strutture adeguate per ospitarli. Per quanto riguarda gli infermieri, il numero è attualmente sufficiente, mentre il problema principale riguarda gli operatori socio-sanitari (OSS), fondamentali per il trasporto e la movimentazione dei pazienti, oltre che per la sorveglianza. Per questo motivo, abbiamo in corso un concorso per assumere nuovi OSS, non solo per il Pronto Soccorso ma per l’intera area ospedaliera.
Sono previste riorganizzazioni o progetti per migliorare la gestione del Pronto Soccorso?
Stiamo prendendo in considerazione una riorganizzazione degli spazi e a una revisione dei percorsi interni. La direzione sta inoltre valutando interventi strutturali per adeguare le dimensioni del Pronto Soccorso, in quanto sottodimensionate rispetto al flusso dei pazienti, anche se si tratta di un progetto a lungo termine.
Un’ultima domanda sugli accessi impropri: come si può sensibilizzare la popolazione sull’uso corretto del Pronto Soccorso?
Questo è un problema legato alla difficoltà di trovare risposte adeguate sul territorio. La carenza di medici di medicina generale in alcune aree e il percorso ancora in fase di sviluppo delle Case e degli Ospedali di Comunità rendono difficile un’alternativa concreta al Pronto Soccorso. Molti cittadini si rivolgono a noi soprattutto nei fine settimana, di notte o nei giorni festivi per problemi che potrebbero essere gestiti altrove. Confidiamo che con il tempo la crescita delle strutture territoriali possa ridurre la pressione sul nostro Pronto Soccorso.
Nel 2024 quasi 70mila accessi al pronto soccorso dell’Ospedale di Legnano
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