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In Famiglia Legnanese un convegno per ricordare Libero Ferrario: “Un esempio per tutti”

Il convegno ha ricordato la figura del campionissimo attraverso il francobollo dedicato alla sua vittoria iridata e il libro di Raffaele Baroffio

In Famiglia Legnanese un convegno per ricordare Libero Ferrario

È il 25 agosto 1923, a Zurigo Libero Ferrario batte in volata i sei compagni di fuga e alza le braccia al cielo sotto il traguardo del 3° Campionato del mondo di ciclismo su strada nella categoria dilettanti, diventando il primo italiano a vestire la maglia iridata. Ad un anno dal centenario di una vittoria storica che tuttora tiene alto il nome della città della calzatura nel mondo, Villa Jucker a Legnano ha fatto da cornice ad un convegno per ricordare la figura del campionissimo attraverso il francobollo dedicato alla sua vittoria “mondiale” e il libro di Raffaele Baroffio “Libero Ferrario, Giuseppe Saronni – Le esistenze parallele di due campioni del mondo ciclistico parabiaghese”, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Federazione Ciclistica Italiana Cordiano Dagnoni, di Giuseppe Saronni, del presidente dell’Unione Stampa Filatelica Italiana Beniamino Bordoni e di Franco Pastori dell’Associazione Italiana Collezionisti Affrancature Meccaniche.

«Questo libro – ha spiegato l’autore del volume, rivendicando la “paternità” della richiesta di emettere un francobollo per Libero Ferrario, insieme a quelli per Baldini, Adorni e Gimondi – è nato in occasione di due eventi: i 40 anni da quando, nel 1982, Giuseppe Saronni con la sua famosa fucilata di Goodwood ha seminato gli avversari conquistando il Campionato del mondo, e il centenario della vittoria di Libero Ferrario l’anno successivo, che mi hanno spinto ad un parallelismo». Parallelismo che muove dal denominatore comune tra i due campioni, quel Tito Brambilla zio di Beppe Saronni e gregario di fiducia di Libero Ferrario, raccontando in qualche modo anche l’evoluzione di un territorio e, più in generale, di un Paese.

«Libero Ferrario rappresenta l’epoca eroica del ciclismo – ha sottolineato Luca Roveda, presidente dell’U.S. Legnanese 1913, che ha fatto gli “onori di casa” insieme al presidente della Famiglia Legnanese Gianfranco Bononi, all’assessore allo Sport di Legnano Guido Bragato e al sindaco di San Vittore Olona Marco Zerboni -: è stato un atleta con un fisico possente e una forza mentale incredibile, cresciuto in un’epoca in cui l’Italia era un paese che si reggeva sull’agricoltura. Ha saputo incarnare lo spirito dell’epoca, delle genti di questo territorio. Ha vinto un campionato del mondo correndo su una strada per lo più sterrata, e nonostante la fatica incredibile e diverse forature è riuscito ad arrivare al traguardo: è un esempio da portare all’attenzione di tutti, per raccontare il campione ma anche per celebrare l’uomo e riflettere su come anche in un percorso breve come quello di Libero Ferrario si possa lasciare un segno».

«La carriere di Libero Ferrario è stata piena di trionfi – ha aggiunto il nipote del campionissimo Bibo Rigamonti, ricordando le tante iniziative nate per il centenario -: ha vinto agli inizi il Campionato nazionale militare, la Coppa del Re, due Coppe Bernocchi, un Giro di Lombardia, un GranPiemonte, il Mondiale, e ad un secondo mondiale a Parigi è arrivato quarto quando già la malattia si faceva sentire. Era un uomo generoso e determinato».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Dicembre 2024
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