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Convegno a Legnano su Matteotti: le sue idee possono trovare ancora spazio nella politica attuale?

Alla domanda hanno cercato di dare risposte adeguate i relatori di un incontro centrato sul libro dell'ex senatore Riccardo Nencini ""Muoio per te". Primo evento pubblico a cura dell'Osservatorio civico, con la Fondazione Anna Kuliscioff e La Zuppiera

Osservatorio civico Legnano, incontro su Giacomo Matteotti

E’ stata una lezione di storia ma anche una riflessione sull’oggi la presentazione del libro “Muoio per te” dello storico ed ex senatore Riccardo Nencini per i tipi di Mondadori, organizzata stamane al Bocciodromo Landini dall’Osservatorio Civico (al primo evento organizzato come nuova lista civica che si propone alle prossime elezioni di essere riferimento anche per l’area socialista), Fondazione Kuliscioff, La Zuppiera e Gruppo Matteotti Altomilanese. Moderatore l’ex sindaco Alberto Centinaio, ospite d’onore il professor Nencini che a margine dell’incontro ha anche ricordato con piacere i trascorsi ciclistici dello zio Gastone che passo’ professionista proprio con la ‘Legnano”. Sala del Bocciodromo affollata, con le presenze, tra gli altri dell’ex deputato legnanese del M5S, Riccardo Olgiati, di Stefano Landini e Franco Brumana.

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Nencini, ex segretario del Psi e presidente della commissione cultura del Senato, ricordando il centenario della barbara uccisione di Giacomo Matteotti ha puntualmente sottolineato il senso storico della vicenda del deputato socialista: “A 100 anni dalla sua morte, occorre tirare fuori dalle ombre la verità, perchè altrimenti non ha senso ragionarci storicamente. Dobbiamo cominciare a dire tre verità: Matteotti è stato antimussoliniano, antifascista e antibolscevico. Quando il 30 maggio del 1924 pronunciò il suo famoso discorso contro i brogli del fascismo e le sue violenze, fu l’unico a scagliarsi contro Mussolini, nei giorni seguenti del dibattito solo Giovanni Amendola riprese la questione. Questa è una storia non conosciuta, fino ad oggi ho fatto 107 presentazioni del libro in giro per l’Italia, ma bisogna dire le cose come sono andate: nella storia del Parlamento italiano non c’è un intervento di Gramsci contro Mussolini. Se non si dice ciò non si capisce il dramma della sinistra nel Novecento. Matteotti difese il parlamento, la democrazia, tutte cose moderne e che invece le ali estreme di allora denigravano”.

Giovanni Cattaneo ha illustrato la situazione legnanese in quegli anni, anticipando la vicenda del sindacalista Giovanni Novara caduto prima della marcia su Roma, nel luglio del 1922, una vicenda raccolta in un saggio che sarà presentato in Comune il 30 novembre prossimo.

Walter Galbusera, presidente della Fondazione Anna Kuliscioff ha insistito sull’aspetto della battaglia antitotalitarista oltre che antifascista di Giacomo Matteotti: “Il deputato socialista fu anche capo dell’anticomunismo, bisogna dirlo. Oggi per una ricostruzione della sinistra, ci dobbiamo chiedere se aveva ragione Matteotti o Gramsci. Il prossimo 30 novembre a Milano, al Museo del Risorgimento avremo un incontro per illustrare il programma del Partito Socialista Unitario, con tanti punti ancora attuali al suo interno, perchè allontanandosi dal passato e avvicinandosi alle scadenze della politica di oggi, come per esempio la difesa dei salari, occorre che la sinistra attraversi il Rubicone dal punto di vista culturale, sottolineando l’eredità non solo antifascista di Matteotti ma anche antitotalitaria”.

L’avvocato Pino Bravin nel suo intervento ha posto un interrogativo importante: “Bisogna fare i conti con la storia ma poi non basta perchè occorre che essa rappresenti una chiave di lettura per il presente: siamo in grado di rielaborare le idee di Matteotti per il cambiamento di oggi? Siamo in grado con le sinistre di affrontare in maniera propositiva il quadro attuale? Oggi dove sta il pensiero socialista nella società?“.

A tirare le somme di un convegno molto interessante e ben partecipato, con qualche assenze però nel variegato mondo della sinistra e del centro sinistra…, l’ex sindaco Centinaio: “Bene ha scritto il professor Giorgio Vecchio nella prefazione del libro su Giovanni Novara di Giovanni Cattaneo : la storia non è maestra di vita, perchè le vicende non si ripetono mai uguali, ma secondo me la storia potrebbe essere un termometro per valutare quanto succede nella nostra democrazia e ricorrere per tempo alle medicine e agli anticorpi necessari”.

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Pubblicato il 17 Novembre 2024
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