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Centenario Legnano LTC Group: un lamierino magnetico è la scintilla che ha acceso la LTC di Legnano e ora dà energia al mondo

Un lamierino magnetico è la scintilla che ha acceso la LTC di Legnano e ora dà energia al mondo.

I tempi di Michele Bertelli erano quelli della 500 e del boom economico. L’Italia di fine anni ‘50 si avviava verso un periodo felice e le sue intuizioni, da giovane senza grandi possibilità economiche approdato a Legnano
dalle campagne del lago di Garda, avrebbero cambiato la sua vita e il destino delle due generazioni successive.

«Si fidò del consiglio che gli diede il suo capo in fonderia. Abbandonò l’idea di aprire un negozio di carbone e legna da ardere e si ritrovò ad avviare un’azienda che produceva trasformatori elettrici», racconta il figlio più grande, Daniele, oggi a capo insieme ai fratelli Aurelio e Gianluigi della Legnano Teknoelectric Company (LTC), 900 dipendenti in Italia e nel mondo, con stabilimenti negli Emirati Arabi Uniti, Taiwan e presto anche in Canada.

Tre fratelli che, dice Daniele, sono cresciuti con un “addestramento” preciso da parte di papà Michele, uno che non si è mai arreso alle difficoltà della vita: «Come nella scena di Rambo, quando il sergente al telefono gli dice di arrendersi perché sarebbero andati a prenderlo. Noi ragioniamo come John Rambo: siamo noi che veniamo a prenderti»

Le origini di una multinazionale

«Michele Bertelli arrivava dalle campagne attorno al lago di Garda, era stato esonerato dal servizio militare ed era venuto a Legnano per cercare di guadagnare qualche soldo – racconta Aurelio Bertelli -, Daniele sceglie un aneddoto tramandatogli dal padre per descrivere le umili origini della famiglia: «Prima di iniziare la sua carriera da imprenditore faceva due o tre lavori, allora ti pagavano in contanti. Un giorno è tornato a casa sul lago di Garda con una moto Gilera 50 Sport e con un rotolo di soldi che aveva guadagnato. Mio nonno, che non ne aveva mai visti così tanti, gli disse: “Cosa fai a Mila- no, rubi?”».

«Tutti noi, invece, siamo nati qui a Legna- no, mentre nostra mamma è di San Giorgio su Legnano – aggiungono i fratelli Bertelli -. Dopo qualche anno di lavoro in fonderia nostro padre ha avviato l’attività di trasfor- matori elettrici, senza sapere neanche cosa fossero. Questa azienda è partita da un pic- colo appartamento: dopo circa 20 anni è sta- to costruito il primo vero stabilimento a San Giorgio su Legnano, in via Magenta 38».

Il cambio di pelle negli anni ‘90

La vera svolta è arrivata all’inizio degli anni ’90: «Il trasformatore per funzionare aveva ed ha bisogno del nucleo fatto di lamierino magnetico e papà era sempre in difficoltà nel trovare fornitori, quindi decise di produrre nuclei da sé. Si è attrezzato e i suoi concorrenti di allora divennero i suoi primi clienti. Questo ci ha permesso negli anni ’90 di cambiare pelle e strategia. Abbiamo diminuito sempre di più e poi chiuso la produzione di trasformatori e abbiamo sviluppato e aumentato la lavorazione del lamierino magnetico. Oggi siamo alla seconda generazione e la terza sta già entrando in azienda. LTC è completamente diversa rispetto a quella che aveva fondato papà: abbiamo più location nel mondo per servire la nostra clientela e siamo presenti in Italia con cinque stabilimenti tra San Giorgio e Legnano. In via Novara a Legnano abbiamo il nuovo quartiere generale che chiamiamo Casa LTC. Dal 2011 abbiamo uno stabilimento a Dubai, nella Je- bel Ali free zone, che stiamo raddoppiando e che fa da riferimento per il Middle East, e di recente abbiamo acquisito anche un nostro concorrente sull’isola di Taiwan; infine, nel prossimo futuro apriremo nell’area del Nord America per seguire quel mercato».

«Abbiamo scelto di puntare su quattro poli strategici dove c’è la voglia di investire e dove possiamo garantire sicurezza e salute ai nostri collaboratori – aggiunge Daniele Bertelli -: il nostro lavoro è legato chiaramente alla quantità e qualità degli investimenti dei Paesi in cui andiamo ad operare».

Un settore in continua espansione alla base della svolta green

A spiegare il ruolo importante che gioca LTC è Daniele Bertelli: «In questo momento pos- siamo dire che nel settore energetico siamo ancora in una fase di boom per diverse ragioni. Al contrario di quello che si può pensare, oggi l’offerta di energia nel mondo è molto carente. Pensiamo alle case automobilistiche che stanno spingendo prevalentemente le auto elettriche, ma poi dove le ricarichiamo? La nostra azienda è presente nel mercato delle colonnine per la ricarica, dietro cui ci sono una serie di investimenti da fare, come trasformatori e nuove centrali. È solo un esempio, potremmo farne altri: le case non dovranno più essere alimentate a metano o a gasolio, ma ad elettricità. Il futuro è elettrico».

LTC è all’interno delle politiche green al 100% e l’impegno si sviluppa in ogni direzione, partendo dalla catena dei fornitori: dalle acciaierie, che stanno facendo dei grandissimi investimenti per cambiare tutti gli altiforni, fino all’installazione di pannelli solari o al riciclo dei materiali che una volta banalmente si buttavano via e oggi, invece, si devono riutilizzare.

«É importante avere la produzione vicina al cliente perchè ci permette di essere affidabili e in questo modo riusciamo ad arginare la concorrenza cinese», dichiara Aurelio Bertelli.

Innovazione, qualità e puntualità per stare sul mercato

L’evoluzione di LTC, in un mercato che con- tinua a cambiare, si riflette sul modo di la- vorare sulle materie prime: «Dal punto di vista delle performance dei materiali che si possono acquistare, rispetto a quelle di 50 anni fa c’è stato un deciso miglioramento – spiega Aurelio Bertelli -. Abbiamo vissuto un cambiamento importante nella qualità dei prodotti che vengono utilizzati e la clientela è diventata più esigente sulle performance delle consegne».

Un’azienda che crede nei giovani

Daniele Bertelli si definisce il talent scout di LTC: «Il mio ruolo aziendale mi dà la visione per costruire il futuro e questo si può fare esclusivamente con i giovani. L’età media dei nostri collaboratori è attorno ai 32-33 anni. A loro offriamo tantissimo, però bisogna trovare ragazzi che abbiano voglia di fare. Non siamo una di quelle aziende che dicono di non poter crescere perché non trovano personale: lo troviamo perché abbiamo investito nel settore risorse umane, poi sta a noi cercare di amalgamare i giovani insieme a chi ha esperienza.

Abbiamo ragazzi che vengono dal vivaio e diventano dirigenti o entrano nel consiglio di amministrazione, altri li perdiamo. Facciamo formazione continua, li guidiamo, cerchiamo di tenerli al nostro fianco quando si viaggia in Europa. Qui hanno la possibilità di fare quello che vogliono: non assumiamo le persone imponendogli un ruolo, sono loro che devono scegliere se vogliono essere leader o stare in seconda linea. Tutti devono comunque essere dei campioni».

Prosegue Daniele: «La famiglia Bertelli e i dirigenti di LTC hanno ben chiaro cosa devono e dovranno fare fino al 2030: sono partiti una serie di investimenti che creeranno un volano importantissimo. Oggi siamo in mille, ma il nostro target è arrivare, come minimo, a 1500 dipendenti, perché il nostro lavoro non può funzionare stando solo a Legnano. La cosa più importante è la capacità organizzativa dell’azienda: pensiamo ogni giorno a come migliorarla e renderla più efficiente. Una volta si ragionava per forza fisica dell’operatore in fabbrica, oggi bisogna invece pensare alla materia grigia, perché la tecnologia che abbiamo nei nostri stabilimenti, specialmente quella in arrivo o appena arrivata, ha bisogno dell’intelligenza per funzionare».

Il legame con il territorio e il contributo alla comunità locale

A raccontare l’impegno sociale di LTC nel territorio è Gianluigi Bertelli: «La nostra azienda contribuisce sia direttamente che indirettamente, attraverso la ricchezza che creiamo sul territorio dal punto di vista dell’edilizia, da quello dei consumi che si generano attraverso i nostri dipendenti e da quello dei servizi che vengono richiesti.

Questo aspetto è di fondamentale importanza per non far decadere quest’area come è accaduto negli ultimi anni. Per quanto riguarda il sostegno diretto alle realtà sociali e sportive, essendo legati a San Giorgio su Legnano, promuoviamo le attività dell’Unione Sportiva Sangiorgese e del basket e contribuiamo in modo attivo anche al Campaccio, corsa riconosciuta a livello mondiale. Promuoviamo molto l’attività sportiva tra i giovani così da non lasciarli per le strade del paese.

Ultimamente abbiamo introdotto anche altre attività legate al Nordic Walking, sempre più apprezzato tra le fasce d’età più avanzate. Da queste attività non abbiamo un ritorno economico: non ci aiuta a vendere di più il nostro prodotto, ma lo facciamo per supportare il paese e le sue realtà sportive. Senza questi contributi probabilmente tante attività non potrebbero stare in piedi».

Redazione
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Pubblicato il 24 Ottobre 2024
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