Centenario Legnano Impresa Donelli
Gli albori di una storia industriale hanno sempre qualcosa di romantico e gli inizi di quella della famiglia Donelli non sono da meno. Alla base del successo di oggi ci sono le ruote in legno del carretto con cui gli an- tenati giravano, paese per paese, alla ricer- ca di santi e angioletti da ridecorare. Oggi i Donelli girano il mondo, portando ovunque l’estrema professionalità e tecnologia di un gruppo che lavora nei più importanti com- plessi civili e industriali del pianeta.
La storia dell’Impresa Donelli
I Donelli nascono come famiglia di pittori decoratori a Casalmaggiore, sulla sponda si- nistra del Po. Per ragioni di lavoro furono frequenti i trasferimenti, perché, specialmente nei piccoli paesi, una volta decorati o ridecorati tutti i santi e gli angioletti delle chiese e le pareti delle case nobiliari, il lavoro andava cercato altrove. Nella seconda metà dell’Ot- tocento la famiglia si è spostata in Piemonte, nel Monferrato.
Dopo diverse generazioni e spostamenti, Giovanni Donelli, nato nel f rattempo sulle sponde del lago di Viverone e nonno degli attuali proprietari dell’Impresa Donelli, si trasferì a Legnano ad inizio Novecento e sposò la maestra elementare di San Giorgio su Legnano.
Proseguendo la tradizione di famiglia, nel 1911 fondò a Legnano una piccola impresa di decori e pitture con applicazione e produzione di smalti ad olio per metalli e pitture a calce per murature: nell’allora via Ponte Carrato, ribattezzata prima via Franco Tosi e poi via Gilardelli, i dipendenti erano quattro.
Quando il Gruppo Donelli verniciava i tram di Milano
Nel periodo tra le due guerre mondiali il lavoro è aumentato e si è evoluto, comprendendo anche la verniciatura dei tram di Milano. Nel secondo dopoguerra, dopo la morte di Giovanni Donelli e lo stop forzato durante il conflitto, Carlo e poi Martino, figli di Giovanni, ripresero l’attività. Facilitati anche dagli anni della ricostruzione e dal boom economico degli anni ‘50 e ‘60, ampliarono l’impresa anche ad interventi di verniciatura di grandi cantieri edili e di impianti industriali, dalle costruzioni in piazza De Angeli e in via Frua a Milano ai nascenti centri commerciali anche fuori dalla Lombardia, dai poli petrolchimici di Ravenna e Porto Marghera alle centrali termoelettriche di Genova e La Spezia, fino alla centrale elettronucleare di Latina.
In quegli anni formidabili il numero di di- pendenti toccò anche le 500 unità, di cui quasi 100 solo a La Spezia, per poi tornare ai precedenti livelli di circa 150 – 200 lavoratori. Dagli anni ’70 entrarono in azienda Giovanni Donelli (classe ’47, figlio di Carlo) e Piero Donelli (classe ’51, figlio di Martino), ampliando sia il settore civile (opere di ingegneria civile, residenziale e commerciale), sia, in particolar modo, quello industriale (trattamenti a ticorrosivi, protettivi, antiacidi e speciali per complessi petrolchimici e chimici, centrali di produzione di energia elettrica ed altri impianti industriali, anche all’estero).
Da Legnano allo stadio di San Siro
Negli anni ’80 le maestranze del Gruppo Donelli sono arrivate in Egitto, dove hanno completato il prestigioso progetto del Ramses Hilton al Cairo: «È stato uno dei nostri lavori più duri e importanti – ricorda Giovanni Donelli -. Abbiamo tinteggiato e tappezzato un albergo con 870 camere, tre ristoranti, un casinò e due piscine. Un progetto enorme, che ci ha permesso di imparare un modo di- verso di lavorare con operatori locali guidati da nostri supervisori. Abbiamo verniciato due volte le strutture in acciaio della copertura dello stadio di San Siro: quando l’hanno costruito nel 1989, e, con un complesso intervento di manutenzione, nel 2014».
La foto di San Siro è appesa in tutti gli uffici aziendali insieme alle immagini di squadre di operai in cantieri lontani e verniciatori ri- presi in penombra, mentre lavorano in lun- ghe condotte forzate.
La crescita del Gruppo Donelli
Giovanni e Piero Donelli rappresentano la terza generazione di un’impresa che ha sa- puto rinnovarsi negli anni, ma senza perdere il legame con il territorio dove è nata. Un’im-presa che negli anni è diventata sempre più manageriale, e ha visto l’ingresso in azienda della quarta generazione: Carlo, figlio di Giovanni, e Luca e Martino, figli di Piero.
Oggi, oltre alla sede amministrativa ed operativa di Legnano, il Gruppo Donelli è composto da otto società di cui due all’estero, per un totale di circa 300 dipendenti: «La divisione in più società permette uno specifico posizionamento strategico ed un mercato di riferimento per ciascuna di esse – spiega Giovanni Donelli, sottolineando però che l’anima è rimasta una sola -. In tutte le nostre realtà mettiamo in campo le tecnologie più avanzate e in gran parte automatizzate nella gestione del processo, ma non rinunciamo a quei forti tratti di attenzione ai dettagli di cui ci facciamo ambasciatori da sempre. Questo è quello che ci caratterizza e ci unisce».
Il mantenimento delle tradizioni
Il Gruppo Donelli ha sempre mantenuto l’impegno verso il restauro di veri e propri gioielli della città a cui è legato da 113 anni: un impegno che negli anni si è concretizzato in interventi come il restauro della Basilica di San Magno, dell’Istituto Canossiano Barbara Melzi e della Chiesa di Santa Rita. La famiglia Donelli è inoltre attenta ad iniziative di responsabilità sociale volte alla valorizzazione del patrimonio culturale locale: un esempio su tutti è la collaborazione pro bono con il FAI, che ha consentito l’esecuzione di interventi a Villa della Porta Bozzolo a Casalzuigno, al Monastero di Torba e a Villa Panza a Varese.
Innovazione e internazionalizzazione
Sotto la guida di Giovanni e Piero, il Gruppo Donelli non ha mai smesso di cercare nuo- ve occasioni di sviluppo. Sono stati conclusi numerosi accordi di licenza con partner internazionali, aperti e chiusi cantieri all’estero, portando avanti una tradizione di eccellenza a livello internazionale. Attualmente sono attive società in Albania, dove è in corso un importante investimento al porto di Durazzo, e in Mozambico, oltre ad avere da anni una presenza continua in Francia nel settore delle centrali idroelettriche.
Gli impianti di verniciatura
Nel 1982, dopo decenni di esperienza matu- rata nella gestione di impianti di verniciatura nelle fabbriche di clienti importanti come la Franco Tosi, è stato aperto l’impianto di sabbiatura e verniciatura a liquido di Cuggiono in un’area in seguito ampliata fino a 20.000 metri quadri. Poi nel 1997 uno stabilimento a Ravenna, un altro a Voghera nel 2011, un se- condo a Cuggiono nel 2021 – il cosiddetto CX, avviato in occasione del 110° anno di attività – e l’ultimo a Ferno nel 2023, rilevando il ramo di un’azienda fallita. Un percorso di crescita che ha consentito di iniziare a servire nuovi mercati, come quello del condizionamento dell’aria e dell’aeronautica.
L’acqua come filo conduttore
Donelli riveste nei propri impianti di ver- niciatura alcune delle valvole sottomarine più critiche e sofisticate prodotte al mondo. Si occupa inoltre della manutenzione delle piattaforme offshore: «Questi impianti – spiega Piero Donelli – sono installati in ambienti estremamente aggressivi per quanto concerne la corrosione, pertanto è essenziale trattarli con appositi cicli anticorrosivi che ne garantiscano la corretta manutenzione nel tempo»
Anche l’acqua dolce è fonte di impegno, ma anche di soddisfazione. Sono state ad esempio rivestite con un ciclo idoneo al trasporto di acqua potabile tutte le valvole delle nuove condotte che portano acqua a La Mecca.
Un’altra competenza particolare è la manutenzione interna ed esterna delle condotte forzate, nelle quali il Gruppo Donelli lavora da sempre in Italia e da quasi vent’anni con continuità in Francia.
In questo ambito nell’inverno 2021-2022 l’azienda ha completato con successo un complesso progetto manutentivo in ambito idroelettrico per EDF a Randens, nella regione del Rodano-Alpi. Questo intervento, uno dei più complessi nei 113 anni di attività dell’azienda, ha consentito il rifacimento del rivestimento interno di due condotte forzate verticali di 3,7 metri di diametro. «L’operazione – continua Piero Donelli – è stata un successo per via di due fattori chiave: il grande contributo in termini di esperienza, passione e competenza delle nostre squadre da un lato, e lo sviluppo tecnologico dall’altro. Ne- gli anni precedenti abbiamo progettato e testato robot in grado di rimuovere la pittura esistente usando acqua ad ultra alta pressione con captazione del materiale alla sor- gente e successiva depurazione e riutilizzo dell’acqua. Proprio questa tecnologia è stata l’occasione per il primo brevetto europeo re- gistrato dall’azienda, cui ne è seguito recentemente un secondo».
Attenzione alla sicurezza di tutti
Proprio la complessità di queste operazioni impone un impegno costante sul fronte del- la sicurezza, della qualità e dell’ambiente: «Un componente, anche relativamente piccolo, se corroso o non corretta- mente manutenuto, può provocare grossi danni e compromettere la sicurezza di tutti. E il nostro impegno, attraverso l’uso delle migliori tecnologie, va e andrà sempre in questa direzione», concludono Giovanni e Piero Donelli
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