Gioielleria Sironi, dal 1875 in piazza San Magno un luogo che realizza sogni
La storica gioielleria è stata fondata da Giuseppe Sironi nell'allora via Porta di sotto, all’angolo con la “Piazza Granda”. Oggi l'attività è portata avanti dagli eredi Alessandro e Gianmarco Sironi
Per i legnanesi Gioielleria Sironi è da sempre sinonimo di bellezza e lusso, il regno dell’oro, dell’argento e delle pietre preziose. La soglia del negozio è stata varcata da intere generazioni per acquistare piccoli e grandi gioielli e articoli di pregio: dal giovane che vuole comprare l’anello di fidanzamento, all’imprenditore in cerca di un orologio da mettere al polso. Sicuramente un luogo che realizza sogni. Lo era nel 1875, anno della sua nascita a Legnano, e lo è ancora oggi nel 2024, tanto che non esiste legnanese che abbia un ricordo del centro cittadino senza l’insegna di Sironi.
Dal 1875 la bellezza nel cuore di Legnano
Tutto partì nella seconda metà dell’ottocento quando Giuseppe Sironi, figlio di Giuseppe, lasciò Milano e aprì la sua attività di oreficeria in via Porta di sotto, diventata poi corso Magenta, all’angolo con la “Piazza Granda”, oggi piazza San Magno.
Il simbolo scelto per il negozio, come si usava un tempo, era l’icona di San Carlo, visibile nelle foto storiche custodite di padre in figlio. La bottega diventò subito un raffinato salotto commerciale dove i legnanesi, e non solo, potevano trovare un buon consiglio per la scelta di un oggetto prezioso. All’epoca le persone arrivavano anche da lontano, spesso a cavallo dalle campagne circostanti, e d’inverno venivano scaldate con un brodo di carne caldo, simbolo di ospitalità.
Il legame con il Palio
Alberto, figlio di Giuseppe, portò avanti l’attività migliorando l’organizzazione interna e puntando sempre sulla qualità dei prodotti. Successivamente, Cesare Sironi, medaglia d’argento al valor militare, creò un legame tra la famiglia e il Palio di Legnano, allora chiamato Sagra del Carroccio, legame che non è mai venuto meno. «Il suo contributo, insieme a quello di altre figure chiave, come monsignor Cappelletti e Guido Piero Conti, fu decisivo nel tracciare la strada di quello che sarebbe diventato il Palio di oggi, con la sua celebre sfilata», racconta Gianmarco Sironi, oggi titolare dell’attività insieme al padre Alessandro. «Fu sempre mio nonno Cesare – prosegue – a fare realizzare nel 1958 la spada del capitano della Nobile Contrada di San Magno. Da allora è sempre stata portata con orgoglio dai capitani che si sono succeduti». La gioielleria Sironi realizza da sempre gli stemmi indossati dalle reggenze delle contrade, il Gran Collare del Gran Maestro e la croce della vittoria, indossata dal capitano della contrada vincente.
L’impronta di Alessandro e Gianmarco Sironi
Dopo Cesare, è stato Alessandro a dare una nuova impronta all’impresa di famiglia. Con una buona dose di coraggio e audacia, ha trasformato il negozio da mezzo piano a tre piani di gioielleria, espandendo gli spazi commerciali e introducendo nuovi marchi prestigiosi, sempre rinnovati nel tempo.
Negli anni ’90, Alessandro ha portato avanti anche un’importante ristrutturazione che ha reso il negozio più moderno e capace di rispondere alle richieste di una clientela variegata. Alessandro, socio Lions, ha ricevuto nel 1994 da Rotary il prestigioso premio professionalità.
Gianmarco è entrato nell’attività dopo avere conseguito il diploma in gemmologia nel 2012, ma già a 16 anni dava una mano in negozio il sabato, la domenica e nei periodi di festa. La sua strada era già segnata e, una volta inserito a tempo pieno, ha contribuito ad adattare l’attività alle moderne esigenze del mercato, pur mantenendo vivo lo spirito di tradizione di un tempo. Oggi la gioielleria è specializzata in selezionatissimi marchi fortemente richiesti da un pubblico esigente: «I gioielli classici restano i più desiderati – spiega Gianmarco -. Negli anni abbiamo inoltre implementato il laboratorio di orologeria, punto di riferimento per la revisione e la riparazione qualificata grazie a tecnici certificati Rolex».
Gianmarco continua così la tradizione di famiglia svolgendo quello che definisce «il lavoro più bello del mondo». «Come mi ha sempre detto mio padre, abbiamo la fortuna di avere a che fare solo con persone felici che entrano in gioielleria per rendere felici altre persone o loro stessi. Noi abbiamo il compito di aiutarli».
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