Dalla formula 1 allo spazio, la storia in velocità della Eligio Re Fraschini
Quando si pensa alla Eligio Re Fraschini il primo termine che viene in mente è velocità. Quella nella testa di nonno Eligio, che seppe sfruttare una crisi per far nascere la sua impresa. Quella espressa da una Ferrari, che sfreccia sui circuiti di tutto il mondo grazie anche ai componenti creati dall’azienda legnanese. Quella delle barche dell’America’s Cup, che veleggiano sui mari grazie all’innovazione sprigionata dalla competenza dei 250 dipendenti dell’azienda.
Il marchio Re Fraschini è presente anche nello spazio con le migliori tecnologie, in un mercato ormai globale. Una realtà proiettata al futuro, ma con solide radici nel passato e nel territorio dove è nata, si è sviluppata e continua a crescere.
Da laboratorio a fabbrica
Eligio Re Fraschini ha fondato la sua azienda nel 1946, quando aveva solo 19 anni, in un’I- talia che si stava riprendendo dalle macerie lasciate dal secondo dopoguerra. Un periodo di grande euforia per tante aziende del Legnanese, che avviarono la propria attività proprio in quegli anni.
Legnano era già un importante centro industriale, noto per la produzione di macchine utensili. Con il supporto del nonno Piero, capo modellista alla Franco Tosi, e un incentivo economico ottenuto grazie alla crisi in Alfa Romeo, il giovane Re Fraschini riuscì a comprare un motore e a iniziare la sua attività in un piccolo locale in via Madonna delle Grazie: «Mi ricordo ancora quel motore gigantesco sopra l’ufficio con le cinghie che andavano sulle macchine per la lavorazione del legno. È lì che mio padre ha iniziato a costruire i modelli di fonderia. Allora bastava un motore per far girare un’azienda», racconta Piero Refraschini, attuale CEO dell’azienda con il fratello Massimo, ripensando agli inizi umili ma promettenti. A fianco di papà Eligio c’era la moglie Mariuccia, che ha dedicato la sua vita all’azienda occupandosi della parte amministrativa, supportando i figli Piero e Massimo dopo la scomparsa del marito.
Negli anni ‘70, l’azienda fece un grande passo avanti con l’acquisto di un terreno in via XX Settembre. Il trasferimento nel nuovo stabilimento avvenne nel 1980, dopo un lungo iter burocratico per l’ottenimento dei permessi di costruzione: «Nostro padre coronò il suo sogno costruendo il capannone dove ancora oggi opera l’azienda. Era un periodo di fermento. Lungo la via XX Settembre c’erano 11 fonderie, tra ghisa e alluminio, e il nostro business, quello della produzione dei modelli per fonderie, era strettamente legato alla produzione locale. Oggi guardiamo al mondo», racconta Piero.
Il passaggio generazionale e le sfide degli anni ‘80
Nel 1983 l’azienda dovette affrontare una dura crisi e, poco dopo, la perdita improvvisa del fondatore Eligio per un infarto. Fu allora che i fratelli Piero e Massimo presero in mano l’azienda, guidandola verso una nuova fase di diversificazione e innovazione.
“Dal 1983 in avanti c’è stata una evoluzione nel mondo della tecnologia e noi abbiamo cavalcato l’onda – spiega Massimo Re Fraschini -. Nel 1985 acquistammo la nostra prima macchina utensile a controllo numerico per lavorare nuove tipologie di oggetti. L’aiuto è arrivato dal territorio. Grazie alla collaborazione con imprese aeronautiche, come Aermacchi e Augusta, abbiamo inserito nuove tecnologie. Il primo telaio di Formula 1 per la Ferrari fu costruito nel 1986 da Aermacchi con il nostro supporto. Realizzavamo i master per gli stampi. L’anno dopo Ferrari tornò da Aermacchi per chiedere un nuovo telaio per una nuova vettura. Impegnato in altri progetti, il colosso dell’aeronautica segnalò la nostra azienda. È iniziata così la collaborazione della Eligio Re Fraschini con Maranello diventata sempre più importante. In seguito abbiamo aperto un nuovo stabilimento produttivo per la produzione dei telai per automotive e super car. Da allora è stata una grande cavalcata: siamo passati dal race all’aeronautica, fino allo spazio. Ancora oggi quando ne parlo mi emoziono».
Grazie ai suoi prodotti tenaci e leggerissimi la Re Fraschini è stata parte di grandi imprese sportive rimaste nella storia. Ma c’è un lavoro che più di tutti rende fiera l’azienda: «In pochi sanno – ricorda Massimo Re Fraschini – che la Sacra Sindone sta in un contenitore costruito a Legnano dalla Eligio Re Fraschini. Questo mi riempie di orgoglio. Sembra ci sia un disegno divino: le cose arrivano e succedono e a noi piace affrontarle insieme al nostro dream team. E capita anche di ricevere importanti riconoscimenti». Come quello arrivato nel 2024, quando la Eligio Re Fraschini è stata premiata con il riconoscimento “Qualità – Apprendimento continuo” salendo sul “Podio Ferrari” a Maranello.
Dalla Formula 1 allo spazio
«Oggi l’automotive è ancora il principale settore di riferimento, con la produzione di telai e componenti strutturali per supercar – sottolinea il Project Managar Tommaso Re Fraschini, figlio di Massimo -. Per la formula 1 lavoriamo con diversi team. Realizziamo componenti aerodinamici o di motori, sia in serie che come prototipi. Per la nautica realizziamo tutti i componenti che stanno sott’acqua, come bulbi, timoni e derive. Con l’avvento delle nuove barche volanti abbiamo poi iniziato a produrre componenti come arm e wing, ovvero tutto quello che serve a far volare una barca».
L’azienda ha partecipato a tutte le edizioni dell’America’s Cup, a partire dalla leggenda- ria avventura del Moro di Venezia, e ha continuato a contribuire con la propria esperienza e capacità tecnica, anche in collaborazioni con team internazionali. La partnership con Luna Rossa, avviata nel 1997, è una delle più prestigiose.
La stessa attenzione ai dettagli e alla qualità si applica anche ai progetti per il settore spaziale. La Eligio Re Fraschini collabora con una ditta italiana che si appoggia a importanti aziende americane per il lancio in orbita di satelliti rivolti alla logistica nello spazio. «Noi ci occupiamo della parte strutturale che viene lanciata nello spazio», spiega Tommaso Re Fraschini.
Formazione e nuove assunzioni
La crescita non si è fermata solo allo sviluppo tecnologico. Un aspetto cruciale è l’investimento costante sulle persone e sulla formazione. Negli ultimi anni, l’azienda ha attraversato una fase di forte espansione, inserendo un centinaio di nuovi dipendenti. «Li abbiamo cercati prima di tutto a Legnano, stringendo collaborazioni con le scuole del territorio» spiega Silvia Re Fraschini, general manager, figlia di Piero -. Oggi siamo una realtà di 250 dipendenti con un’età media di 35 anni. I giovani vengono inseriti direttamente nella nostra realtà aziendale».
A tal fine, è stata creata una vera e propria “Academy” interna, dove i dipendenti senior, con anni di esperienza alle spalle e a loro volta costantemente formati, diventano i maestri di coloro che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. «Anche quando parliamo di carriera all’interno dell’azienda – aggiunge Silvia – puntiamo sempre a fare crescere i nostri ragazzi internamente. I project manager di oggi erano operatori delle macchine utensili 10 o 20 anni fa. Abbiamo anche giovani project manager trentenni che hanno iniziato lavorando nel reparto laminazione, per poi passare attraverso i settori di finitura e controllo qualità».
Impegno ambientale e sociale
La sensibilità è anche nei confronti dell’ambiente. Negli anni, la Eligio Re Fraschini ha investito significativamente nelle energie rinnovabili: «Circa il 20% dell’energia che consumiamo – spiega Piero Re Fraschini – è prodotta internamente dai nostri pannelli fotovoltaici. Appena abbiamo uno spazio libero lo occupiamo con nuovi pannelli foto- voltaici. È un impegno che ci viene chiesto anche dai nostri clienti più importanti».
Mentre è ancora la figlia di Piero, Silvia, a parlare del legame con il territorio, molto forte: «Siamo soci attivi della Famiglia Legnanese e per sostenere i giovani portiamo avanti pro- getti con le scuole per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. Abbiamo di recente accolto ragazzi di quarta e quinta superiore: sono venuti da noi una settimana e hanno progettato, fresato e realizzato alcuni componenti e ne sono stati entusiasti. Teniamo molto anche al benessere dei dipendenti e abbiamo attivato una convenzione aziendale con un asilo nido in modo da facilitarli nella gestione familiare: copriamo la metà del costo della retta, che ha un impatto notevole su una giovane famiglia».
Sguardo al futuro
Guardando al futuro, l’azienda continua a espandere le proprie attività cercando nuove opportunità nei mercati internazionali. «Lavoriamo già con molti clienti europei, abbiamo diversi clienti inglesi, lavoriamo con Israele e stiamo cercando di espanderci ver- so nuovi mercati», spiega il figlio di Massimo, Andrea Re Fraschini, general manager.
In questo contesto globale l’innovazione è fondamentale: «Abbiamo la fortuna di lavorare in settori dove la spinta tecnologica è la chiave per il successo dei nostri clienti. Questo consente di dare sempre quella spinta in più – spiega ancora Andrea -. In questi ultimi anni abbiamo affrontato tante sfide e ci piace dire che la prossima sarà sempre la più ambiziosa, la più adrenalinica».
Ma il vero segreto per questa costante crescita è la passione: «Lavoriamo in mercati interessanti che la domenica ci tengono attaccati alla TV a seguire gare e competizioni», dice Andrea. La stessa passione che ha sempre avuto il nonno Eligio, trasmessa ai suoi figli, Piero e Massimo, che poco più che ventenni si sono trovati a toccare con mano la Formula 1: «I nostri coetanei la vedevano attraverso uno schermo, noi la costruivamo – racconta Piero Re Fraschini -. Quando è partita la sfida del Moro di Venezia, noi c’eravamo. Senza volerlo abbiamo partecipato a tante sfide sportive, fino ad arrivare nello spazio per costruire le porte interne di una Space Station. Questo è successo perché siamo a Legnano, città che ha nel DNA la cultura del lavoro e ha ottime scuole che formano i ragazzi. Abbiamo inoltre avuto la fortuna di collaborare con le aziende aeronautiche del territorio e lo abbiamo fatto sempre con entusiasmo, divertendoci».
Contatti:
+39 0331 4272 1 www.refraschini.it
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