Un anno senza contenzioni per gli ospiti della RSA Accorsi: “Vogliamo ridare libertà e dignità agli anziani”
Il 21 ottobre 2023 la RSA Accorsi di Legnano, con una scelta «non convenzionale» ha detto "basta" alle contenzioni per gli anziani ospiti della struttura
Un anno fa. Era il 21 ottobre 2023 quando la RSA Accorsi di Legnano ha fatto una scelta sicuramente «non convenzionale» e ha detto “basta” alle contenzioni per gli anziani ospiti della struttura, che conta in tutto un centinaio di posti letto, una ventina dei quali nel nucleo Alzheimer. E 365 giorni dopo, vinti gli inevitabili scetticismi iniziali, in via Guidi non hanno dubbi: rifarebbero la stessa scelta anche oggi.
«La scelta è stata presa un anno fa con l’obiettivo non solo di migliorare la qualità, ma anche e soprattutto di ridare libertà e dignità agli anziani della struttura – spiegano Sara Gioia e Stefania Maffei, rispettivamente, direttore e responsabile sanitario della RSA Accorsi -: curare una persona e al contempo legarla ci sembravano due concetto stridenti, per questo abbiamo studiato a fondo le linee guida internazionali, la letteratura scientifica e il quadro normativo e, con la consapevolezza del personale sul quale potevamo contare, abbiamo iniziato un processo di decontenzione attivando tutte le possibili misure di compensazione».
Dalla loro Gioia e Maffei hanno una decina di anni di studi scientifici, che hanno abbondantemente spiegato come non ci sia una correlazione tra la contenzione e il rischio di cadute, senza contare che la contenzione non solo aumenta il rischio che il paziente ha di farsi male cadendo, ma, tra le altre cose, peggiora la qualità e l’aspettativa di vita e incide anche sul decadimento cognitivo.
«Non ci sono norme sull’uso della contenzione cronica – aggiungono Gioia e Maffei -, che sarebbero dovute “morire” con la legge Basaglia: non si sa esattamente quando né perché sia stata introdotta in ambiente geriatrico, ma, fatta salva la contenzione di urgenza, non è possibile trovare un fondamento a questa pratica nel quadro normativo, anche perché il rischio di caduta non può essere un bisogno costante tale da giustificare la scelta».
Lo stop scattato un anno fa in via Guidi ha dato il via ad un percorso di formazione «per focalizzare il personale e rendere più radicata questa scelta, in modo che abbiano contezza di questa necessità». Ma soprattutto ha spinto Sara Gioia e Stefania Maffei a decidere di provare ad alzare l’asticella, portandole a “bussare” anche al Pirellone, dove sono state ricevute in audizione meno di un mese fa, per chiedere legittimazione al loro progetto nella speranza che venga inserito tra i criteri di qualità e che questo possa fare in modo che gli anziani non vengano legati a priori.
La speranza è che si possano «liberare più anziani possibile», e che magari la goccia nel mare della RSA Accorsi possa diffondere l’idea che in fondo «si può fare», dando il là magari ad un tavolo tecnico per arrivare ad un modello condiviso. E mentre in via Guidi aspettano quel momento, hanno già la certezza di aver «cambiato la forma mentis» del proprio personale – per cui la decontenzione è ormai diventata la normalità, soprattutto una volta «toccata con mano l’evidenza che nulla cambiava e gli ospiti erano più sereni» – e delle famiglie degli ospiti.
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