“Piazza Pulita bis”, il “caso Legnano” finisce sul tavolo della Corte Costituzionale
Per due dei sette imputati coinvolti nel secondo filone processuale nato dall'inchiesta "Piazza Pulita", invece, si ripartirà a maggio del prossimo anno davanti ad un nuovo collegio giudicante
Finirà sul tavolo della Corte Costituzionale il processo “Piazza Pulita bis”, il secondo filone processuale nato dall’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra che a maggio 2019 aveva decapitato la giunta a trazione leghista di Legnano portando nella successiva primavera del lockdown alle condanne “eccellenti” dell’ex sindaco Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini, poi assolti in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano.
Il Tribunale di Busto Arsizio ha infatti accolto l’istanza formulata dalla Procura a fine settembre per la rimessione alla Consulta della questione di legittimità costituzionale rispetto all’articolo 1 della cosiddetta legge Nordio, sulla scia di quanto aveva fatto pochi giorni prima il Tribunale di Firenze. Dalla decisione della Corte Costituzionale dipenderà il “futuro” di cinque degli imputati coinvolti nel procedimento giudiziario, per i quali all’indomani dell’assoluzione in appello dell’ex sindaco e dei due ex assessori la pubblica accusa aveva chiesto la modifica dei capi di imputazione con la formula dell’imputazione alternativa: Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga, Enrico Barbarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune, Enrico Peruzzi, suo predecessore, Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.PA, e Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, chiamati a rispondere dell’accusa di aver collaborato a vario titolo con Fratus, Cozzi e Lazzarini alla manipolazione del conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA, della selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e della nomina del direttore generale di AMGA.
L’orizzonte temporale per il “verdetto”, comunque, non sarà dei più brevi, tanto che si tornerà in aula a settembre del prossimo anno per quella che sarà di fatto un’udienza esplorativa, legata a doppio filo alla sentenza della Consulta, ammesso che per allora la sentenza sia stata effettivamente messa nera su bianco. Non se la caveranno meglio, da questo punto di vista, nemmeno gli altri due imputati nel processo “Piazza Pulita bis”: anche per Luciano Guidi e Flavio Arensi, infatti, il ritorno in aula arriverà a primavera inoltrata, questa volta di fronte ad un nuovo collegio giudicante presieduto da Cristina Ceffa, con Roberto Falessi e Francesca Roncarolo a latere.
A Guidi viene contestato un accordo stretto con Fratus in occasione del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del 2017, quando proprio come l’ex sindaco era in corsa per la poltrona da primo cittadino: accordo in virtù del quale avrebbe barattato i propri voti con una nomina in una municipalizzata per la figlia. Ad Arensi, invece, l’addebito riguarda il bando attraverso il quale è diventato curatore artistico del Comune di Legnano, che secondo gli inquirenti sarebbe stato cucito su misura proprio per il critico d’arte.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.