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Alla Libreria Nuova Terra di Legnano la presentazione del romanzo “Rasella. Storia di una bomba”

L'incontro, organizzato dall'associazione Polis, è in programma per martedì 22 ottobre alle 21 alla Libreria Nuova Terra di Legnano

nuova terra legnano

Martedì 22 ottobre alle 21 alla Libreria Nuova Terra di Legnano appuntamento con “Controversie per un massacro”, incontro di «riflessione pubblica» che prenderà le mosse dal romanzo “Rasella. Storia di una bomba” della legnanese Chiara Castagna, organizzato dall’associazione Polis per «contribuire a dissodare il terreno dalle fake news e dalle manipolazioni che ancora deformano la verità, con l’auspicio che si possa finalmente avviare una discussione civile e utile alla vita democratica su una pagina cruciale del nostro passato da cui ebbe origine la Repubblica Italiana in cui ancora viviamo». All’incontro, moderato dal giornalista Franco Chiavarini, prenderanno parte Paolo Valvo, ricercatore in Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Antonio Campati, ricercatore in Filosofia politica presso lo stesso Ateneo.

«Erano una banda di musicanti in pensione, i soldati del reggimento Bozen che morirono in seguito all’attentato di via Rasella il 23 marzo del 1944, come ha ricordato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, quest’anno in prossimità dell’80° anniversario – si chiedono da Polis -? E le vittime delle Fosse Ardeatine furono uccise perché cittadini italiani, come l’anno prima in occasione della commemorazione dell’eccidio, aveva dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni?»

«I fatti, nella loro tragicità, sono noti e sono stati ricostruiti minuziosamente – aggiungo dall’associazione -. Il 23 marzo 1944 alcuni partigiani appartenenti ai Gap (Gruppi di azione patriottica) fecero esplodere nel cuore di Roma, proprio sotto le mura del Quirinale, una bomba che provocò la morte di 33 soldati altoatesini arruolati in un reparto delle forze di occupazione tedesche. Il giorno successivo, il 24 marzo, per rappresaglia su ordine della autorità germaniche, 335 civili furono uccisi, un gruppo alla volta, ognuno con un colpo alla nuca, in alcune cave di pozzolana abbandonate poco fuori dalla Capitale. Nonostante non vi siano più dubbi sugli avvenimenti e le responsabilità, via Rasella e la strage che seguì alle Fosse ardeatine restano un caso emblematico di quanto profondo possa essere il fossato tra storia e memoria, cioè tra la ricostruzione di quello che è successo e il ricordo che di generazione in generazione è stato tramandato. Un divario che ha dato luogo a fraintendimenti, suggestioni, vere e proprie falsità oggi radicate in un’ampia fascia dell’opinione pubblica e avallate persino dalle più alte cariche dello Stato».

Redazione
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Pubblicato il 16 Ottobre 2024
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