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“Piazza Pulita bis” in aula dopo l’abrogazione dell’abuso di ufficio. La Procura chiama in causa la Corte Costituzionale

Dalla Procura è arrivata un'istanza per la rimessione alla Consulta della questione di legittimità costituzionale rispetto all'articolo 1 della cosiddetta legge Nordio, sulla scia di quanto ha già fatto pochi giorni fa il Tribunale di Firenze

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Potrebbe finire sul tavolo della Corte Costituzionale il processo “Piazza Pulita bis”, il secondo filone processuale nato dall’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra che a maggio 2019 aveva decapitato la giunta a trazione leghista di Legnano portando nella successiva primavera del lockdown alle condanne “eccellenti” dell’ex sindaco Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini, poi assolti in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano.

Se infatti le difese hanno portato avanti ancora una volta la richiesta di una sentenza predibattimentale di proscioglimento, facendo leva sull’entrata in vigore della legge che ha “cancellato” l’abuso d’ufficio dal nostro ordinamento e sull’ormai imminente passaggio in giudicato della sentenza di appello, dalla Procura è arrivata un’istanza per la rimessione alla Consulta della questione di legittimità costituzionale rispetto all’articolo 1 della cosiddetta legge Nordio, sulla scia di quanto ha già fatto pochi giorni fa il Tribunale di Firenze.

Sarà ora il Tribunale a doversi pronunciare, e lo farà nell’udienza del prossimo 21 ottobre. I legali degli imputati, intanto, non hanno perso tempo e hanno unanimemente rispedito al mittente le argomentazioni della pubblica accusa ritenendo «irrilevante» e «infondata» l’istanza della Procura.

Perché la questione di legittimità costituzionale

Per il pubblico ministero Nadia Calcaterra la legge Nordio avrebbe infatti più di un nervo scoperto. A partire dal contrasto con la Convenzione di Merida, trattato internazionale finalizzato al contrasto della corruzione siglato nel 2003 e ratificato dall’Italia nel 2009, in base alla quale «ciascuno Stato Parte esamina l’adozione delle misure legislative e delle altre misure necessarie per conferire il carattere di illecito penale, quando l’atto è stato commesso intenzionalmente, al fatto per un pubblico ufficiale di abusare delle proprie funzioni o della sua posizione, ossia di compiere o di astenersi dal compiere, nell’esercizio delle proprie funzioni, un atto in violazione delle leggi al fine di ottenere un indebito vantaggio per se o per un’altra persona o entità».

Un obbligo internazionale «vincolante», come ha sottolineato davanti al collegio giudicante il sostituto procuratore, con il risultato che la riforma Nordio avrebbe dato vita ad un paradosso «per cui un presidio penale a tutela degli abusi commessi dal pubblico ufficiale era già presente nell’ordinamento italiano», mentre ora «la soppressione del reato di abuso di ufficio ha violato gli obblighi assunti dall’Italia». Il riferimento è in particolare al cosiddetto obbligo di “stand still”, ovvero di mantenere il quadro normativo invariato.

Il contrasto con la Convenzione di Merida, però, non sarebbe l’unico problema di costituzionalità della legge Nordio per la Procura di Busto Arsizio, per cui «paradossalmente la riforma ha abrogato un reato il cui disvalore penale è di molto superiore a quello di altri reati che invece permangono nel codice penale, uno per tutti il reato di omissione di atti di ufficio». Ancora, l’«espulsione dal panorama giurisprudenziale dell’abuso di ufficio, soprattutto dell’abuso prevaricatore» lascerebbe «i cittadini che lo hanno subito sforniti di tutela», perché la legge Nordio «non ha introdotto contrappesi alle condotte abusive del pubblico ufficiale». Ultimo ma non ultimo, la riforma “cozzerebbe” con il buon andamento e l’efficienza della Pubblica Amministrazione, anche perché «di fronte ad un intervento demolitorio effettuato dal legislatore anche alla stessa autorità giudiziaria è precluso rinvenire degli strumenti di tutela penale che possano garantire eventuali condotte abusive».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Settembre 2024
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