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Legnano apre al partenariato con i privati per il Museo dei Bambini e la Comunità energetica rinnovabile

Palazzo Malinverni ha inserito le due iniziative tra quelle del programma triennale delle esigenze pubbliche «idonee a essere realizzate attraverso forme di partenariato pubblico privato»

Museo dei Bambini Legnano

Legnano apre al partenariato con i privati per il Museo dei Bambini e la Comunità energetica rinnovabile: Palazzo Malinverni ha inserito le due iniziative tra quelle del programma triennale delle esigenze pubbliche «idonee a essere realizzate attraverso forme di partenariato pubblico privato», atto passato nei giorni scorsi al vaglio della commissione e prossimo ad approdare tra i banchi del consiglio comunale.

«Per realizzare interventi in una città delle dimensioni e della complessità di Legnano occorre disporre di fonti di finanziamento e strumenti diversi, adeguati ai progetti cui si intende lavorare – sottolinea il sindaco Lorenzo Radice -; per questo le tante risorse che siamo stati capaci di intercettare in questi anni assolvono soltanto a una parte del nostro fabbisogno di opere per la comunità. Ci sono, infatti, opere di dimensioni e complessità così grandi oppure che necessitano di competenze specifiche che, nella fase di gestione, in Comuni di medie dimensioni come Legnano non sono oggi presenti. È stato il caso, negli anni scorsi, della riqualificazione dell’illuminazione pubblica e, più recentemente, della
realizzazione della nuova piscina; ma lo è anche, per una partita importante in chiave sostenibilità e ambiente come la Comunità energetica rinnovabile, che richiede il know-how tecnico e la disponibilità finanziaria in possesso di soggetti privati. Altrettanto vale per il Museo dei bambini, per cui è indispensabile la professionalità di chi opera nel settore, come è risultato a valle del lavoro di coprogrammazione, per garantire la sostenibilità economica della gestione. Aprendo alla possibilità di utilizzare lo strumento PPP per queste due partite abbiamo, quindi, più frecce nel nostro arco per centrare due obiettivi cui teniamo molto».

Il PPP è la modalità di gestione suggerita dall’attività di coprogrammazione per “Kimu”, il Museo dei Bambini che sta prendendo forma nel complesso degli ex Bagni pubblici di via Pontida a valle del lavoro svolto dal tavolo. «Il lavoro di coprogrammazione – spiegano dall’amministrazione comunale – ha considerato preferibile il percorso amministrativo del partenariato pubblico privato perché, in questo modo, gli operatori privati saranno chiamati a presentare proposte di gestione complessive e comprendenti tutti gli aspetti gestionali, da eventuali investimenti iniziali di ordine generale a quelli relativi agli spazi da riqualificare nella parte esterna, dalla definizione puntuale dei ruoli nel’ambito della partnership fra gli operatori al progetto culturale complessivo, dal piano delle manutenzioni al piano economico finanziario asseverato. In particolare l’elaborazione di quest’ultimo documento, richiedendo un’analisi del mercato supportata da specialisti esterni e la formulazione del conseguente progetto di gara, sarebbe particolarmente complesso per il Comune. Dopo l’inserimento dell’intervento nel programma triennale delle esigenze pubbliche, il ricorso alla modalità del PPP dovrà
seguire una valutazione preliminare di convenienza e fattibilità».

La valutazione, che si incentrerà su diversi aspetti come l’idoneità del progetto a essere finanziato con risorse private, le condizioni per ottimizzare il rapporto tra costi e benefici, la capacità di indebitamento dell’ente e la disponibilità di risorse sul bilancio pluriennale, metterà a confronto la stima dei costi e dei benefici del progetto di partenariato nell’arco dell’intera durata del rapporto con quella del ricorso alternativo al contratto di appalto per un arco temporale equivalente.

Relativamente alla Comunità energetica rinnovabile, invece, per l’amministrazione comunale ritiene il PPP lo «strumento idoneo per realizzarla e gestirla alla luce di diversi vantaggi offerti dall’apporto di soggetti privati che vanno dall’ottimizzazione dell’impiego delle risorse tecniche al trasferimento del rischio, dai benefici rappresentati dalle competenze e dalle risorse finanziarie del settore privato necessari a realizzare progetti energetici ambiziosi, con la conseguente riduzione del carico finanziario e operativo sul bilancio comunale alla possibilità di beneficiare di soluzioni tecnologicamente avanzate e adattabili alle specifiche esigenze locali». «Altro plus del PPP – aggiungono da Palazzo Malinverni – è rappresentato dall’ampia gamma di modelli di cooperazione pubblico-privato; una pluralità di metodologie attuative dove è possibile individuare la soluzione che meglio si adatta alla necessità del caso».

Redazione
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Pubblicato il 20 Settembre 2024
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