Esami di recupero e adolescenza: “In classe entra una cipolla”
La nuova puntata della rubrica "Curare le Relazioni" è dedicata agli esami di recupero e ai rapporti con gli adolescenti che, come dice lo scrittore Pennac: "In classe entra una cipolla"
E’ tempo di ripresa!
Anzi quest’anno forse sarebbe meglio dire di chiusura. Gli istituti superiori sono impegnati con gli esami di recupero, per ripartire da calendario il primo settembre. Quindi ci siamo!
Anche uno dei miei figli è alle prese con i recuperi. Due recuperi, nello specifico. Non che la cosa lo abbia fatto uscire troppo dal chill (dall’inglese relax). Lui ci è entrato (nel chill) l’ultimo giorno di scuola e mi ha pregato di fare lo stesso:
“Allora mamma, adesso entro nel chill. Vediamo di non rompere. Anche tu rilassati”
Dopo aver chiesto cosa significasse chill, con fare di disapprovazione gli dico: “Non potrai entrare nel chill, ci sono i corsi di recupero e gli esami!”. “Non credo, ho recuperato quasi tutto!”, mi risponde.
Come se si fermasse l’orologio, ci guardiamo (siamo in macchina) ed è il momento di dirglielo.
“No tesoro tu prenderai due debiti, anche se il recupero c’è stato (quasi interamente).Ti serve crescere. Vedi, la scuola è roba seria e tu non hai ancora preso le misure”
Cala il silenzio, lui mi odia con gli occhi e dice una parolaccia che non riporto.
“Ma perché?”, mi domanda
“Io, tuo padre e il coordinatore abbiamo deciso che fosse un passaggio di crescita importante! Devi fidarti! Li sosterrai e andranno bene!”, gli spiego.
Con la mente faccio un salto indietro nel tempo e mi odio da sola, ma la mia famiglia avrebbe fatto lo stesso e io sono contenta dell’approccio alla fatica che ho. Recupero un filo di convinzione e cerco di spiegare. E’ inutile, per almeno qualche giorno, ritornare ai rapporti normali tra noi.
Arriva l’esito e mio marito lo pubblica sul gruppo di famiglia.
E’ quello!
Ora la situazione si deve sboccare, le relazioni vengono prima di tutto.
In un momento di serenità (accettabile) riprendiamo il ragionamento e a questo punto presenta cenni di comprensione, alternati a sporchi ricatti o tentativi di passare per quello che “non c’ha sbatti”.
Ad un certo punto mi viene un’illuminazione e il confronto prende pieghe serie.
Dobbiamo però fare un passo indietro, insieme.
“Io ho una bambina” cioè un’alunna della mia scuola che seguo da due anni. Per ovvi motivi non entro nel merito, ma i miei ragazzi e mio marito lo sanno perché mi sentono al telefono con Lei, la mamma e la questura e…la chiamo apposta “bambina” perché lo è, innanzitutto, inoltre non voglio ricordino il suo nome.
In effetti, Lei e la sua famiglia occupa uno spazio e un tempo, nella nostra famiglia.
A scuola non la volevamo perdere e, quindi ogni tanto, si presentano queste invasioni di campo.
Ecco, Lei era candidata a ripetere l’anno. Candidatissima e l’avremmo persa.
Quindi, facendo salti mortali e in massima collaborazione con i suoi professori, si è arrivato ad un esito diverso.
Riprendo con Lui questa storia e La guardiamo in sintesi. Lui ascolta e sbotta: “Non è giusto, però”
Io lo guardo e parlo con l’amore più grande che posso: “Forse non è giusto se guardi i voti ma se guardi al chi siete, diresti la stessa cosa?”
Come dice Pennac in classe entra una cipolla.
I nostri studenti che “vanno male” (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino.
“Avete gli stessi strati? Che pesano alla stessa maniera?
No, ti rispondo io.
Tu sei un chillone, un burlone.. Ma con la scuola non si gioca, è il tuo lavoro e tu devi guadagnare margini di serietà e rispetto per questo meraviglioso strumento che è la scuola!
Ti vogliamo troppo bene per non darti l’opportunità di dimostrarti che sotto il burlone (strato di cipolla), che amiamo tantissimo, c’è un mondo di competenza e valore che non vede l’ora di uscire allo scoperto.
Ecco, questo è quanto!”
Il silenzio continua. Lui si alza e chiede: “L’oratorio, il Giffoni e New York?”
“Se vuoi, potrai fare tutto. Altrimenti le rinuncie saranno sul versante vacanze e oratorio.”
“ Va bene! Comunque che palle avere un’insegnante come madre”
Io annuisco.
“Ma la tua bambina?”
“Di lei, come di voi, mi occupo io. Voi state tranquilli, che non è necessariamente il tuo chill!”
Strappo un bacio (di Giuda) e al netto dei brontolii possiamo dire che questa criticità ha (se possibile) reso ancora più leggera la nostra estate, fosse solo per le prese in giro che si è guadagnato e lo ha riportato a ridimensionare il delirio di onnipotenza in cui i figli adolescenti ( e talvolta i genitori) si sentono avvolti.
Tanta carne al fuoco in questa rubrica, aspetto le vostre considerazioni, con grande gioia.
Io voglio regalarti la mia vita
(..) Se cerchi, mi vedi. Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai
Dietro le lacrime che mi hai nascosto, Negli spazi di un segreto opposto. Resto fermo e ti aspetto
Da qui non mi è possibile. No non rivederti più, Se lontana non sei stata mai
Se cerco lo vedo
L’amore va veloce e tu stai indietro
Se cerchi mi vedi
Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai
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