Riqualificazione del fiume Olona a Legnano, il cantiere entra nel vivo con i massi ciclopici
Il cantiere avviato nel mese di marzo sta rivoluzionando le aree dismesse Bernocchi e Mottana ed imprevisti permettendo, terminerà a fine anno
La riqualificazione idraulica del fiume Olona nell’area dell’ex Bernocchi ed ex Mottana di Legnano sta entrando nel vivo. Com’è visibile dalla via Gabinella, infatti, le nuove sponde del corso d’acqua stanno prendendo forma con i massi ciclopici. Il cantiere avviato nel mese di marzo sta rivoluzionando le aree dismesse Bernocchi e Mottana ed imprevisti permettendo, terminerà a fine anno. La sistemazione idraulica prevede l’allargamento dell’alveo del fiume, e nella realizzazione di argini inclinati che porteranno alla naturalizzazione delle sponde e ad aumentare l’altezza media degli argini stessi.
Complessivamente la superficie dei cinque ambiti in questione è pari a 77mila 900 metri quadrati il parco fluviale avrà una superficie di 26mila metri quadrati la piazza che si affaccerà su corso Garibaldi avrà una superficie di circa 3mila metri quadrati. Si tratta di lavori attesi da tempo: l’atto fra il Comune di Legnano e i proprietari dell’area è stato stipulato nel marzo 2021, dopo che quattro amministrazioni si sono succedute contribuendo con i loro suggerimenti ad arrivare alla stesura del masterplan. Un passo importante rimasto “congelato” sino all’inizio del 2024. L’intervento, curato dall’architetto Paolo Cozzi dello studio Cozzi architetti di Legnano permetterà alla città di tornare a vivere quegli spazi attraverso il parco “Bio Archeologico”.
Il fiume “linfa vitale” per la città
La riqualificazione fluviale come ricorda l’assessore Lorena Fedeli, assessore alla Città futura contribuisce alla riduzione e gestione sostenibile del rischio da alluvione. «La società umana e il suo sviluppo hanno drasticamente cambiato le modalità di approccio alle risorse del territorio. I fiumi sono stati deviati e incanalati per fornire una maggiore protezione dalle inondazioni e per sfruttare al massimo i terreni. Questi cambiamenti hanno spesso creato problemi legati alla gestione delle inondazioni, al drenaggio e alla mancanza di adeguati spazi ricreativi. La riqualificazione può fungere da catalizzatore per trasformare città, contribuendo a ristabilire i collegamenti tra i fiumi e le comunità e facendo in modo che le persone Siano consapevoli dei vantaggi che i fiumi sono capaci di fornire. Vivaci ecosistemi in grado di offrire alle persone e all’ambiente acqua, cibo, fauna, spazi ricreativi, boschi ripariali, capacità depurativa, nonché strumenti per combattere i cambiamenti climatici». I fiumi sono la linfa vitale del paesaggio di questo ne è certa l’assessore per questo i corsi d’acqua «necessitano di protezione e riqualificazione. Il ripristino delle condizioni naturali migliora la resilienza degli ecosistemi fluviali e consente di poter utilizzare fiumi in modo sostenibile e multifunzionale. Interventi come questi sono finalizzate al ripristino di uno stato e di un funzionamento più naturale del sistema fluviale, a sostegno di biodiversità, ricreazione, gestione delle inondazioni e sviluppo del paesaggio. L’artificializzazione e rettificazione degli alvei per allontanare l’acqua il più velocemente possibile, e la costruzione di argini sempre più alti e costosi per proteggere aree residenziali e attvità produttive non è vantaggioso né dal punto di vista ambientale, né dal punto di vista economico. Questo approccio porta inevitabilmente a trasferire il problema a valle, con il conseguente aumento del rischio».
Il rapporto tra il fiume Olona e la città è secolare che nel tempo è cambiato, si è evoluto, ha vissuto separazioni e adesso, come precisa Fedeli, è arrivato il momento della ricongiunzione. «Questo progetto è il primo passo verso la restituzione alla città di questa parte di corso d’acqua da tanti anni celato. Grazie ad ampie aree verdi è possibile ridurre le isole di calore prodotte dall’inquinamento cittadino, mantenere una fauna e una flora diversificate, ridurre i rischi naturali e promuovere il benessere dei residenti; in altre parole costruire città più vivibili. Dopo più di un secolo, quando i corsi d’acqua venivano tombati, canalizzati, deviati e imbrigliati, oggi si parla di paesaggio fluviale, di rivitalizzazione delle acque, di parchi fluviali. Le città legate ad un paesaggio d’acqua sono quelle che oggi stanno vivendo le più consistenti opere di riqualificazione urbana: è infatti proprio nell’insinuarsi dell’elemento naturale in città che si creano gli spunti progettuali più interessanti, nella ritrovata dialettica fra natura ed architettura, ovvero gli elementi che sono alla base della configurazione del paesaggio».
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