Martinenghi d’oro alle Olimpiadi di Parigi dopo le settimane in vasca a Legnano. Leoni: “In pochi come lui”
Gianni Leoni, direttore tecnico e dirigente del Team Legnano Nuoto, è stato il tecnico federale di Tete Martinenghi al suo primo mondiale
Quando Nicolò Martinenghi ha acceso «il fuoco sacro di Olimpia», conquistando l’oro olimpico a Parigi nei 100 rana e diventando il quarto italiano di sempre a vincere due medaglie individuali in due Olimpiadi consecutive, davanti alla tv c’era anche Gianni Leoni, direttore tecnico e dirigente del Team Legnano Nuoto che di Tete è stato tecnico federale al suo primo mondiale.
«Ho visto Nicolò per la prima volta alla Moriggia di Gallarate, quando lo allenava il suo primo allenatore, Franco De Franco, che era stato anche il mio primissimo allenatore alla Bustese Nuoto – ci racconta Leoni -. Mi disse subito che Martinenghi era un talento: all’epoca qualcuno lo guardava storto perché Nicolò era ancora un esordiente, ma ha avuto ragione. Negli anni successivi in provincia di Varese ci si vedeva spesso, allenatori e ragazzi erano sempre gli stessi, e ho iniziato ad averci a che fare ancora di più quando dopo la trafila nella nazionale giovanile è arrivato nella nazionale assoluta. Lì ho avuto modo di conoscerlo di più e di vederlo andare sempre più forte e vincere sempre di più, diventando un trascinatore per la Nazionale. Nicolò ha un carattere forte, ci prova sempre: non si sente inferiore agli altri quando entra in acqua e lo dimostra, ha un livello di forza mentale molto alto: è sempre stato così e ora è migliorato tantissimo».
E dopo averlo visto crescere, vederlo salire sul gradino più alto del podio olimpico è stata un’emozione anche per il direttore tecnico del Team Legnano Nuoto. «Vederlo vincere l’oro è stato emozionante – prosegue Leoni -: negli ultimi 25 ho iniziato a pensare che avrebbe toccato davanti, ma il dubbio finché non ha toccato è rimasto. È stata una bella sorpresa perché prima della gara era difficile pensare alla vittoria, ma lui in finale tira fuori sempre il meglio di sè come altri non riescono a fare: si trasforma, anche davanti alle difficoltà riesce a tirare fuori grandi risultati. È un esempio da questo punto di vista, sono in pochi anche a livello internazionale ad avere un carattere come il suo. La sua è stata un’impresa che rimarrà impressa nella memoria di tutti: sono risultati che trascinano anche il resto della squadra e sono contento per lui: è una persona fantastica che merita questo ed altro».
Leoni, peraltro, aveva potuto “riabbracciare” Tete proprio alle porte delle Olimpiadi: Martinenghi, infatti, si era allenato per un paio di settimane a Legnano prima di andare in altura a Livigno e aveva speso nella piscina della città del Carroccio anche l’ultima settimana prima della partenza in direzione Tour Eiffel. «Non lo vedevo da un po’ e incontrarlo mi ha fatto piacere – conclude Leoni -. Nicolò veniva a Legnano già durante il periodo del Covid e so che qui si è sempre trovato bene. È stata una bellissima esperienza anche per i ragazzi che facevano a gare per scattarsi un selfie con lui, che come sempre è stato molto disponibile e sorridente. La piscina di Legnano ha ospitato un campione olimpico, e speriamo che possa ospitarne altri».
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