Riceviamo e pubblichiamo l’interessante riflessione di Giuseppe Assuntino sull’aggressione avvenuta lo scorso 27 giugno in centro a Legnano con il mancato-intervento delle persone in suo aiuto

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Salve Direttore,

devo dire che la lettura della notizia riportata dal suo giornale il 27 giugno scorso di una aggressione in Corso Italia mi ha sconcertato e rattristato.

Sconcertato come ogni volta che emerge una notizia del genere, non stupito perché l’esperienza ci dice che fatti del genere accadono ed  in qualche maniera, senza affatto accettarli, dobbiamo farcene una ragione.

Ma il racconto del giovane aggredito, se confermato veritiero, mette in luce, come voi nel titolo e nell’articolo avete colto, il mancato-intervento delle persone in suo aiuto. Oltretutto, se interpreto bene la notizia, in assenza dell’aggressore.

A scanso di equivoci, mi sono domandato cosa avrei fatto io se fossi stato presente. Avrei aiutato, mi sono detto. Ma ero al sicuro a casa. Se fossi stato lì in strada?

E se fosse successo a me, di essere aggredito?

Allora dobbiamo riflettere, prima di eventualmente assistere o subire una esperienza del genere, come intendiamo vivere insieme in città.

Se il circolo vizioso paura-indifferenza-paura diventasse incontrollabile, ne patiremmo tutti le conseguenze. Di fronte agli aggressori saremmo più soli  e più deboli.

Noi cittadini dobbiamo, il più lucidamente possibile, reagire. Senza eroismi , ma con un atteggiamento di collaborazione tra di noi e con le istituzioni. E, innanzitutto, non dobbiamo smarrire quel senso di umanità che sarebbe mancato l’altro giorno.

Grazie per il vostro lavoro

Giuseppe Assuntino

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