Carmen Rotondi ha quasi 95 anni, e lei stessa ormai chiama il bastone e il deambulatore «i suoi compagni di viaggio». In più di 70 anni, però, non ha mai mancato un appuntamento elettorale e non ha voluto mancare nemmeno quello delle recenti elezioni europee, quando si è fatta accompagnare ai seggi alle scuole Cantù a Legnano per imbucare ancora una volta la sua scheda elettorale, l’ennesima su cui ha tracciato la X in tutti questi anni.

«Quando avevo 11 anni è iniziata la guerra, l’ho vissuta per cinque anni – ci racconta Carmen -: allora non c’era libertà, e da quando invece la libertà di votare c’è stata l’ho sempre fatto. A quei tempi ricordo che votava l’80 o il 90% dei cittadini, e noi giovani alle urne ci andavamo ed eravamo contenti di farlo. Ho sempre votato e anche oggi, nonostante la salute non sia buona, mi sono fatta accompagnare e l’ho fatto. Ai giovani e a tutti quelli che si astengono direi di andare a votare: il dovere e il diritto di esprimere le proprie opinioni è un bene prezioso per la nostra democrazia».

Il voto è segreto, ma Carmen, storica elettrice della Democrazia Cristiana «per convinzione personale e per tradizione familiare», questa volta ha cambiato decisamente rotta in cabina elettorale e ci tiene a spiegare perché. «Sono rimasta molto colpita vedendo in televisione le immagini di una giovane donna italiana detenuta in un carcere straniero, portata al processo con le catene ai piedi e ai polsi – spiega la 95enne -: ho pensato quindi che avrei dato il mio voto al partito che ha candidato proprio lei. Bisogna sempre difendere i diritti umani, la libertà e il rispetto».