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Tradizione, creatività e innovazione: come nasce l’alta gioielleria Dolce & Gabbana

L'arte orafa è stata al centro di una serata tutta dedicata alla professione e al saper fare, etico e responsabile con oltre 250 rotariani del territorio. Consegnata ad Alfonso Dolce l'attestato di socio onorario del Rotary Club Parchi Alto Milanese

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Tradizione, arte, creatività e innovazione. C’è tutto questo e tanto di più nel “Fatto a Mano” a Legnano nei laboratori orafi e di orologeria di Dolce & Gabbana. Opere uniche, passate “dal cuore alle mani”, presentate la sera del 12 giugno ai Rotary club del territorio in una serata tutta dedicata alla professione e al saper fare, etico e responsabile.

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Una responsabilità etica, quella di portare avanti una tradizione che è anche un mestiere, trasmettendola ai giovani: «Investire il nostro tempo per garantire il vero passaggio generazionale – ha dichiarato l’amministratore delegato dell’azienda conosciuta in tutto il mondo, Alfonso Dolce – è un dovere che abbiamo nei confronti dell’altro». In questo dovere rientrano la formazione, con l’apertura di Academy per i giovani, e l’etica nel lavoro: «Noi ci occupiamo di cose apparentemente frivole – ha detto il Ceo della società che ha il suo “cuore” produttivo a Legnano -, ma dentro l’estetica e la bellezza c’è un infinito capitale umano. Un cuore pulsante, come ricorda il titolo della mostra “Dal Cuore alle Mani”  che abbiamo inaugurato lo scorso 7 aprile a Palazzo Reale e che poi arriverà anche a New York per portare la cultura, l’arte e l’artigianato italiano nel mondo: una staffetta verso il futuro». 

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Un impegno riconosciuto dai Rotary Club Parchi Alto Milanese, il cui presidente Paolo Tozzo ha consegnato ad Alfonso Dolce l’attestato di socio onorario, dopo avere fatto salire sul palco gli ideatori dell’evento, Andrea ed Emilia Paternostro. «Mi piace pensare che il principio rotariano che riconosce la fondamentale importanza delle nostre professioni e della nostra professionalità al servizio degli altri, possa fondersi e trovare similitudine con tutto ciò che prende vita attraverso la realtà imprenditoriale fatta da persone che, come noi soci – ha detto Paolo Tozzo -, vivono il proprio intenso lavoro ogni giorno, realizzano, producono e vivono la propria professione con dedizione e impegno, dando vita al meraviglioso concetto di “saper fare” attraverso concrete opere quotidiane».

Quel “saper fare” che Dolce & Gabbana ha deciso di valorizzare andando a ripescare tecniche artigiane dalla tradizione millenaria, quasi a rischio estinzione, facendole incontrare con la massima tecnologia.

Come nascono i gioielli

I gioielli nascono dal cuore degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana: questa idea viene espressa a un gruppo di  disegnatori che inizia a realizzare il disegno su carta, prima in bianco e nero e poi a colori, e prende vita nei laboratori di Legnano, modellata dalle mani esperte di artigiani che ne curano i dettagli più microscopici attraverso lavorazioni finissime.

Tra queste è stato mostrato il metodo della fusione a cera persa. Un procedimento che richiede diverse fasi: dalla modellazione al taglio con il seghetto, fino alla saldatura del prototipo in cera che viene inserito in cilindri riempiti di gesso cotti ad altissima temperatura. In questo modo la cera si dissolve e al suo posto viene colato l’oro fuso e, come per magia, il gesso, immerso in una bacinella d’acqua, si scioglie facendo prendere forma al gioiello.

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È a questo punto che intervengono i maestri orafi applicando quelle lavorazioni ricercatissime e antichissime, dove l’uomo, la mano, il cuore e la passione dominano ancora sulla macchina e sull’innovazione. Il lavoro delle maestranze è estremamente meticoloso: c’è chi disegna su lamina d’oro, chi con un imbutitore e con un martello va a colpire la lamina d’oro su una base di piombo e la rende tridimensionale. Funziona così la tecnica dello sbalzo del cesello con la quale vengono realizzati gli iconici fiori, motivi spesso ricorrenti nei gioielli di Dolce & Gabbana. Molto utilizzata nei laboratori di Legnano e altrettanto affascinante è anche la tecnica del filo ritorto.

La stessa meticolosità e passione viene usata per la realizzazione degli orologi: «Vestiamo dei movimenti che devono segnare il tempo», è stato spiegato al numeroso pubblico sbalordito dall’alchimia con cui prendono vita, in quello che è stato definito “il tempio dell’eccellenza”, questi manufatti unici, frutto di tecniche all’avanguardia e saperi antichissimi.

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Da parte di Alfonso Dolce è stato infine lanciato anche un messaggio rivolto ai giovani e a tutti i professionisti: «Cercate di essere resilienti e coraggiosi senza mai accettare compromessi»

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Giugno 2024
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