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“Tregua” tra la Franco Tosi e Palazzo Malinverni: azienda e comune tornano al tavolo per il nuovo PGT di Legnano

Prima lo scontro a colpi di linee di confine tracciate nell'area Tosi e documenti del PGT, poi l'apertura al dialogo tra proprietà e Comune

"Tregua" tra la Franco Tosi e Palazzo Malinverni: azienda e comune tornano al tavolo per il nuovo PGT di Legnano

Prima la simulazione con il camion tra i capannoni della Franco Tosi Meccanica, con tanto di righe rosse tracciate a terra e coni stradali a segnare i “nuovi” spazi della fabbrica, quelli con cui l’azienda teme di dover fare i conti come risultato del nuovo PGT, che da giovedì 30 maggio è tra i banchi del consiglio comunale per l’approvazione finale. Poi i puntini sulle i messi dall’amministrazione comunale, che tra i capannoni non c’è andata ma ancora una volta ha respinto al mittente le obiezioni mosse dalla nuova proprietà della Franco Tosi.  Alla fine, però, Palazzo Malinverni e il nuovo patron dell’azienda, Alberto Presezzi, sembrano aver siglato una tregua. Armata come quella di qualche mese o meno, ancora una volta è un altro paio di maniche: lo vedremo dopo l’incontro concordato per la prima metà di giugno.

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I dubbi della Franco Tosi: “Questo PGT mette a rischio la continuità aziendale”

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Di certo il summit che metterà Comune e Franco Tosi al tavolo nelle prossime settimane solo qualche ora prima di quando è stato concordato non sembrava un risultato ipotizzabile. Anche perché, tra una manovra e l’altra del camion nei viali della fabbrica, quelle spese da Presezzi non erano state propriamente parole al miele.

«Quando abbiamo acquistato la Franco Tosi il mercato era distrutto, le referenze non erano più valide, il personale era da ristrutturare: abbiamo fatto un lavoro immenso e oggi la Franco Tosi ha un parco ordini acquisito di 202 milioni di euro, un risultato stratosferico, e il nostro impegno è assumere e creare lavoro – ha sottolineato Presezzi -. Oggi il PGT ci chiede, con costi sottostimati, di spendere 10 milioni di euro in opere pubbliche attribuite ad un eventuale sviluppo del piano di governo del territorio sulla nostra area: demolendo e ricostruendo anche solo un capannone, dovremmo spendere dieci milioni per rifare via Alberto da Giussano allargandola, rifare la viabilità sul lato lungo la ferrovia e concedere di demolire la sala server, la testa della nostra azienda, per l’operazione relativa al palazzo H».

Al di là dei costi, però, che non possono non far tremare i polsi, la “spada di Damocle” per la Franco Tosi è la viabilità interna: dagli spazi paralleli a via Alberto da Giussano, che secondo i tecnici dell’azienda potrebbero diventare proibitivi per mezzi del calibro “monstre” di quelli che girano per la fabbrica e arrivano anche a superare i 50 metri di lunghezza e i sei di larghezza, a quelli lungo la ferrovia, dove la perimetrazione degli ambiti – temono ancora una volta i tecnici – potrebbe rendere di fatto impossibile le manovre ai mezzi. Senza contare che per la fabbrica fare tabula rasa della sala server sarebbe impensabile.

«Per noi in questi termini il PGT non è attuabile – ha concluso Presezzi -, penalizza fortemente la nostra azienda sia in termini economici, perché vorrebbe dire farsi carico di opere pubbliche con un costo insostenibile, ma soprattutto da un punto di vista tecnico, perché senza logistica non riusciremmo veramente più a fare impresa a Legnano e verrebbe seriamente messa a rischio al continuità aziendale: questo è il problema che vogliamo discutere con l’amministrazione, a cui vogliamo far vedere step by step tutti i problemi che avremmo con l’attuazione di questo PGT».

Il sindaco: “Il PGT non è un diktat”

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Nemmeno a Palazzo Malinverni, peraltro, gli animi sembravano più distesi, come era ampiamente prevedibile dopo il rifiuto di sindaco, assessore alla partita e consiglieri di maggioranza di partecipare all’incontro in fabbrica, cui hanno preso parte solo i consiglieri di opposizione Carolina Toia, Letterio Munafò e Francesco Toia e il presidente del circolo cittadino di Fratelli d’Italia Francesco Terreni.

«Il PGT non è un diktat – ha sottolineato il sindaco Lorenzo Radice -: stabilisce pochi vincoli che scattano se e solo se si attuano gli ambiti di trasformazione, e dice soprattutto cosa non si può fare e quali utilità pubbliche l’amministrazione vuole portare a casa per la città, lasciando ampio spazio a come queste utilità pubbliche debbano essere realizzate. Le scelte di fondo che abbiamo fatto per le aree Tosi sono state quelle di cristallizzare la vocazione produttiva dell’area, separare le altre aree con una diversa vocazione per permetterne lo sviluppo e la rigenerazione, sempre all’interno di una visione generale di città e di «zona», rimuovere ostacoli e barriere non obbligatorie che appesantiscono i percorsi di progettazione e investimento e ridurre le incertezze che frenano il fare impresa».

Scelte da cui secondo Palazzo Malinverni la Franco Tosi Meccanica ricaverà vari vantaggi, dal diventare «padrona a casa propria» potendo «operare senza più dipendere dalle altre proprietà del vecchio ambito di trasformazione unico» allo «stop all’area bianca» che elimina «l’incertezza di doverne rideterminare la vocazione ogni cinque anni», fino alla superficie lorda di progetto «molto maggiore di quella che aveva in caso di sviluppo dell’ambito di trasformazione con il PGT precedente e con quanto definito nel PGT adottato a dicembre 2023 che “semplicemente” riparametrava la superficie in funzione delle quote di proprietà del vecchio ambito di trasformazione unico».

Niente di calato dall’alto, peraltro, per sindaco e assessore alla partita, ma scelte in qualche modo “figlie” anche del masterplan di cui si era parlato nel 2022, ai tempi dell’ambito di trasformazione unico. Soprattutto, niente di scolpito nella pietra: di irreversibile ad oggi – lo ha ribadito a più riprese l’assessore Fedeli – ci sono “solo” la necessità di un collegamento tra la stazione, via San Bernardino e via San Michele del Carso, per cui viene chiesta la cessione di «un’area da 1.800 metri quadri circa, pari al 2% della superficie dell’area della Franco Tosi Meccanica» e la riqualificazione di via Alberto da Giussano «da leggere in logica urbanistica, in sinergia con l’intervento nella Manifattura» e senza che «da nessuna parte sia scritto che la Franco Tosi Meccanica debba cedere spazi nel suo perimetro». E anche la riconnessione con via Lega con percorsi ciclopedonali nei piani di Palazzo Malinverni può essere studiata dai progettisti senza “tagliare la testa” – letteralmente – alla Franco Tosi.

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Franco Tosi e Comune al tavolo nella prima metà di giugno

Ad ascoltare sindaco e assessore in Sala Stemmi c’era anche il patron della Franco Tosi, che dopo qualche sprazzo di tensione iniziale è sembrato possibilista rispetto alla lettura del PGT prospettata da Radice e Fedeli. Ora le parti torneranno a parlarsi documenti alla mano, dopo che proprio il dialogo finora è stato il grande assente, mentre comunque il nuovo piano di governo del territorio continuerà la sua maratona verso l’approvazione ultima. Sperando che, se la distanza che finora sembrava incolmabile verrà finalmente superata, Palazzo Malinverni e la proprietà non tornino poi ai ferri corti quando dovranno sedersi al tavolo per discutere non più di ipotesi ma di progetti veri e propri. Anche perché a quel punto non ci sarà più spazio per le interpretazioni.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Maggio 2024
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