Garattini e illustri colleghi ricordano il legnanese Ettore Beghi: “Medico capace di costruire ponti”
In Famiglia legnanese un’importante serata che ha fatto conoscere a un pubblico attentissimo il valore di un medico legnanese che ha avuto così tanto rilievo in campo scientifico internazionale
Si è svolta lunedì 27 ottobre a Villa Jucker la serata in ricordo del medico legnanese, Ettore Beghi, organizzata dalla Famiglia Legnanese in collaborazione con “Liceali Sempre”. L’evento, che ha approfondito la carriera e l’aspetto umano del legnanese benemerito, ha visto una folta partecipazione di pubblico molto attento. Presenti i numerosi medici che hanno avuto modo di conoscere il professore Beghi e di apprezzarne le sue qualità.
Il ricordo di Garattini
Illustre ospite è stato il prof. Silvio Garattini, fondatore del’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e figura di primissimo piano essendo stato membro di molteplici organismi, in enti governativi e pubblici (CNR, Consiglio Sanitario Nazionale, Commissione Unica del Farmaco). Grattini ha presentato con passione e ammirazione la figura di Beghi, ricordandone la carriera, il grande numero di pubblicazioni scientifiche sulle principali riviste del mondo, gli argomenti di studio (epilessia, SLA), con ricerche condotte sul campo con numeri significativi. Il professor Beghi ha cercato di capire l’insorgenza delle crisi epilettiche, studiando l’opportunità o meno di utilizzare i farmaci e quali. Sulla SLA ha contribuito a raccogliere e analizzare dati, per capirne le cause, tra le quali certamente traumi ricevuti dal cervello (come nel noto caso dei calciatori).
Il lato umano
Garattini ne ha ricordato anche il lato umano: la serietà, la concretezza, la capacità di costruire relazioni umane, sempre con il sorriso. Caratteri confermati ed elogiati anche dagli altri relatori presenti; il l prof. Cesare Maria Cornaggia, specializzato in Ppsichiatria, ill prof. Carlo Ferrarese, neurologo; il prof. Giancarlo Logroscino, già professore associato di epidemiologia e neurologia presso Harvard University di Boston.
L’impegno di Beghi contro la SLA
I medici presenti hanno spiegato ulteriormente i meriti e le capacità di Beghi nel campo della ricerca a livello mondiale; soprattutto le sue intuizioni sulla necessità di uscire dai confini nazionali per costruire ricerche su malattie tanto gravi quanto rare come la SLA. Hanno ricordato l’indipendenza di Beghi, pronto sempre a dire la propria idea. Si è citata la sua incapacità di litigare con il prossimo, in un mondo tanto competitivo come quello accademico e scientifico. Si è ricordata la sua disponibilità verso gli studenti e i giovani medici, suscitando curiosità ed entusiasmo. Importante il collegamento da lui fatto tra la ricerca e l’attività clinica. Insomma, un uomo capace di costruire ponti.
“Era capace di entrare in sintonia con gli studenti”
Su questa linea interpretativa si sono mossi i due ultimi interventi. Il prof. Maurizio Leone, anche lui con studi negli USA, neurologo e ricercatore sulla SLA, primario dell’unità di neurologia alla Casa Sollievo della Sofferenza di San
Giovanni Rotondo, è stato tra i primi allievi di Ettore Beghi. Commosso il ricordo della dottoressa Elisabetta Pupillo, oggi Capo Unità Epidemiologia delle Malattie Neurodegenerative presso l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, che invece è stata tra gli ultimi allievi di Beghi e ne ha raccolto la pesante eredità al Negri. Anche lei ha insistito sulla capacità di Beghi di entrare in sintonia con gli studenti e con i più giovani. Come i colleghi che l’hanno preceduta, ha ricordato che il maestro trattava i collaboratori alla pari, senza pretese di superiorità.
Insomma, un’importante serata, che ha fatto conoscere a un pubblico attentissimo il valore di un medico legnanese che ha avuto così tanto rilievo in campo scientifico internazionale.
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