Donne, diritti e lavoro in una società “maschiocentrica”, quattro generazioni a confronto a Legnano
Quattro testimonianze in Sala Ratti a Legnano per parlare delle lotte degli anni '60-70, dei diritti acquisiti e di quello che ancora va fatto. Sul palco è stato messo in scena anche il monologo “Dita di Dama” di Laura Pozone
Dopo anni di lotte per difendere e conquistare diritti le donne si trovano ancora oggi a dover fare i conti con una società “maschiocentrica”. E lo sanno bene le sindacaliste della Cgil che con Chiara Mascetti segretaria organizzativa Cgil Ticino Olona e Loredana Serraglia, responsabile del centro Donna Ticino Olona, hanno organizzato un incontro in sala Ratti a Legnano proprio per parlare della differenza di genere.
Una mattina di riflessione alla quale hanno partecipato anche gli studenti dell’Istituto Dell’Acqua di Legnano. Sul palco, la sindacalista Mascetti, ha messo a confronto quattro generazioni. Quattro testimonianze per parlare delle lotte degli anni ’60-70, dei diritti acquisiti e di quello che ancora va fatto. Per raccontare la parziale emancipazione femminile, visto che tutt’oggi si vive in gabbie morali imposte da regole dettate da una cultura sessista. «Una società dove le donne possono si lavorare, ma il percorso per fare carriera è ad ostacoli – ha precisato Serraglia con Mascetti a margine dell’incontro -; dov’è giudicata se non ha figli, ed è invece penalizzata se scegli di diventare madre. Ognuna di noi vive tutto ciò nella vita di tutti i giorni. Ed appare evidente quanto sia ancora lungo il percorso per essere liberi».
Durante l’intensa mattinata, arricchita dal monologo “Dita di Dama” di Laura Pozone, Elsa Trezzini, ex delegata cotonificio Cantoni, Renata Fontana, ex delegata Mivar e Valeria Parente, studentessa dell’istituto dell’Acqua Legnano sono intervenute a più riprese. Con loro anche Rosa Maria Ferrara dirigente medico dell’Asst Ovest Milanese che ha portato la sua testimonianza di donna nel mondo della sanità. Ed ha sottolineato quanto sia ancora oggi costellato di pregiudizi il mondo della medicina: difficile che venga affidato un intervento complesso ad un medico donna, ed è altrettanto complessa la carriera dirigenziale. Sempre lei ha fatto notare quanto il mondo del lavoro sia incentrato anche sulle peculiarità del corpo maschile: da alcuni medicinali testati solo sull’uomo, alle ore di lavoro che non contemplano i bioritmi femminili. Mentre Trezzini e Fontana hanno raccontato le conquiste fatte, la studentessa e lavoratrice Parente ha messo in luce quanto ancora oggi ci sia un diverso modo di approcciarsi verso un maschio e una femmina.
«Nel secolo scorso le donne erano ritenute una sorta di accessorio dell’uomo – ha ricordato Serraglia -. Il lento cammino verso una forma di uguaglianza è arrivato durante il secondo conflitto, quando le donne per necessità erano impegnate in ruoli di responsabilità delegati agli uomini. Quest’esperienza porterà ad una sorta di ribellione femminile». Serraglia dopo aver ripercorso in breve le tappe più salienti di una storia fatta diritti, lotte e conquiste ha esordito: «Le giovani generazioni sono cresciute con diritti conquistati dopo lotte e sacrifici. Non devono dare per scontato queste possibilità, queste libertà. Allo stesso tempo abbiamo la coscienza che c’è ancora tanto da fare: oggi alle donne per sentirsi realizzate e rappresentate come persone serve che queste leggi non abbiano valore solo sulla carta ma che vengano applicate. Le donne non devono mai smettere di incontrarsi e dialogare e soprattutto, oggi più che mai, mai abbassare la guardia».
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