Una lettera diffamatoria sul Pgt, il sindaco pronto a presentare denuncia contro ignoti
Dubbi sull'identità della persona che ha firmato la lettera contenente «affermazioni diffamanti e calunniose»
Foto di archivio post approvazione Pgt
Una missiva contenente «affermazioni diffamanti e calunniose» nei confronti del sindaco, di componenti della giunta e del consiglio ma anche di parenti e tecnici comunali. La segnalazione ad oggetto “Illeciti di rilevanza amministrativa e penale sulll’adozione del Pgt” è arrivata all’amministrazione dalla Prefettura di Milano, pervenuta a loro volta dalla Direzione centrale per le Autonomie del Viminale.
La giunta, come da delibera pubblicata sull’albo pretorio, ha dato mandato al sindaco, di dare a sua volta mandato a un avvocato penalista «per eventualmente sporgere denuncia penale – ha dichiarato Radice in consiglio comunale – a fronte di un esposto inoltrato dalla Prefettura contenente affermazioni molto gravi e pesanti nei miei confronti, nei confronti di componenti della giunta, del consiglio e parenti e tecnici. Un fatto spiacevole: avrò modo di tornare ad aggiornare su questo consiglio».
La lettera in oggetto risulta firmata da un residente a Legnano deceduto pochi giorni dopo averla firmata. Tutto però fa pensare che non sia lui l’autore della missiva in quanto, si legge sulla delibera di giunta «la firma appare palesemente difforme da quella del defunto come depositata presso l’anagrafe di Legnano in sede di rilascio della carta d’identità dello stesso». Per questo la denuncia del sindaco è contro ignoti: «L’identità della persona che ha firmato la lettera – ha detto il sindaco – sarà oggetto di approfondimenti legali».
Tra l’altro nella lettera si fa riferimento ad «atti e documenti del comune di Legnano non disponibili al pubblico o non ancora pubblicati all’albo pretorio alla data di redazione della missiva stessa (es. delibera di approvazione della variante al PGT e verbali delle conferenze dei capigruppo)». Da qui la possibilità che l’autore potrebbe essere una persona “interna” al Comune. Il defunto “firmatario” non risulta nemmeno avere effettuato alcun accesso agli atti, né essere titolato alla conoscenza dei verbali inerenti alla documentazione del Pgt. Nella determina si legge anche che «le diffamanti dichiarazioni si inseriscono in un clima intimidatorio di cui le autorità sono già state portate a conoscenza».
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