Parte la riqualificazione dell’Olona tra l’ex Bernocchi ed ex Mottana a Legnano
Dopo anni di tavoli di lavori tra le parti e annunci di avvio cantiere regolarmente bloccato al fischio d'inizio (come accadde nel 2023) ecco l'annuncio ufficiale che dovrebbe portare alla concretizzazione della riqualificazione
Ci siamo, sta per partire riqualificazione idraulica del fiume Olona nell’area dell’ex Bernocchi ed ex Mottana di Legnano. Dopo anni di tavoli di lavori tra le parti, polemiche e annunci di avvio cantiere regolarmente bloccato al fischio d’inizio (come accadde nel 2023) ecco l’annuncio ufficiale che dovrebbe portare alla concretizzazione del progetto. A darne notizia oggi, mercoledì 6 marzo, è stata Lorena Fedeli, assessore alla Città futura di Legnano. Di fatto cominceranno la prossima settimana i lavori di sistemazione idraulica e difesa spondale del fiume Olona, intervento che rappresenta la condizione per procedere con il recupero urbanistico delle aree dismesse Bernocchi e Mottana.
Il cantiere e le sue fasi
I lavori sono il risultato di un percorso fatto in questi anni e condiviso fra amministrazione comunale e proprietà, oltre che degli accordi con AIPO per la cantierizzazione del fiume. La sistemazione procederà ambito per ambito a cominciare dai due ex Mottana (sulla sponda sinistra e destra del fiume) seguiti dall’ex Bernocchi sud. A questi seguiranno gli ambiti ex Bernocchi centro e nord. I lavori, in ogni ambito, procederanno da valle a monte e consisteranno nell’allargamento dell’alveo del fiume, e nella realizzazione di argini inclinati (con massi ciclopici) che porteranno alla naturalizzazione delle sponde e ad aumentare l’altezza media degli argini stessi. Per ognuno dei cinque ambiti (per cui, in alcuni casi si procederà contemporaneamente) si stimano tre mesi di lavori; la fine dell’intervento, che interesserà circa 700 metri di corso del fiume, è prevista fra un anno.
La sistemazione idraulica e spondale dell’Olona è funzionale a declassare il livello di rischio di esondazione delle aree limitrofe all’alveo del fiume e indispensabile a rendere edificabili per le destinazioni residenziale e commerciale dei cinque ambiti interessati dall’intervento di recupero.
Soltanto a seguito dell’inizio delle opere di sistemazione idraulica e all’approvazione del PGT da parte del consiglio comunale si potrà avviare la procedura dei cinque piani attuativi che sono, comunque, fra loro indipendenti per l’attuazione. Nella convenzione firmata dall’amministrazione comunale e le proprietà nel marzo 2021 sono state puntualmente definite le parti dei cinque ambiti cedute al Comune: la cessione di queste aree, che andranno a formare il parco fluviale e la piazza pubblica affacciata su corso Garibaldi, avverrà mano a mano che si definiranno progettualmente gli ambiti.
Le considerazioni dell’assessore Fedeli
«La sistemazione del fiume è un passo fondamentale per procedere con il recupero di aree dismesse importanti lungo il corso dell’Olona; una partita urbanistica ferma da quando l’attività nelle fabbriche è cessata, quindi nella prima parte degli anni Settanta per l’ex Bernocchi e da circa quindici anni per l’ex Mottana, e di cui la città attende lo sblocco – sottolinea Lorena Fedeli, assessore alla Città futura -. Il sistema del fiume, che nel nuovo PGT indichiamo come “corridoio portante” della Rete ecologica comunale, necessita di protezione e riqualificazione. In questo senso naturalizzare le sponde contribuisce, oltre che a ricreare un paesaggio, a migliorare l’ecosistema fluviale favorendo la biodiversità e a ridurre il rischio idrogeologico. La scelta dell’amministrazione è quella di puntare a un intervento ambientalmente significativo, molto diverso dall’approccio utilizzato nella riqualificazione dell’area ex Cantoni per la quale si è preferita la creazione di un canale artificiale in cemento che non solo allontana il rapporto dei cittadini con il fiume ma non risponde in modo ottimale al problema idraulico. Gestire il rischio da inondazioni creando canali e rettificando gli alvei non riduce la velocità dell’acqua, che è uno dei fattori di mitigazione del rischio. È un approccio, quello usato per l’ex Cantoni, che non guarda al territorio e porta inevitabilmente a trasferire il problema a valle, con il conseguente aumento del rischio nei territori degli altri Comuni. Se il fiume e la città, con il processo di industrializzazione cominciato oltre un centinaio d’anni fa, si sono progressivamente separati, adesso è il momento della loro ricongiunzione».
Il progetto di sistemazione idraulica e delle sponde è per l’assessore «il primo passo per restituire a Legnano questa parte di corso d’acqua da tanti anni inaccessibile e quasi invisibile. Dopo una fase in cui i corsi d’acqua sono stati tombinati, canalizzati, deviati e imbrigliati, oggi si parla di paesaggio fluviale, di rivitalizzazione delle acque e di parchi fluviali; spazi importanti per costruire una città più bella e vivibile. Non è un caso che siano proprio le città attraversate da corsi d’acqua quelle che oggi stanno vivendo le più significative opere di riqualificazione urbana: è infatti grazie alla presenza dell’elemento naturale in città che si creano gli spunti progettuali più interessanti, risultato di una ritrovata dialettica fra natura ed architettura, che sarebbe a dire gli elementi alla base della configurazione del paesaggio urbano».
Qualche dato sull’area ex Bernocchi – ex Mottana
Complessivamente la superficie dei cinque ambiti è pari a 77mila 900 metri quadrati il parco fluviale avrà una superficie di 26mila metri quadrati la piazza che si affaccerà su corso Garibaldi avrà una superficie di circa 3mila metri quadrati.
Si tratta di lavori attesi da tempo: l’atto fra il Comune di Legnano e i proprietari dell’area è stato stipulato nel marzo 2021, dopo che quattro amministrazioni si sono succedute contribuendo con i loro suggerimenti ad arrivare alla stesura del masterplan. Un passo importante rimasto “congelato” fino ad oggi. L’intervento, curato dall’architetto Paolo Cozzi dello studio Cozzi architetti di Legnano permetterà alla città di tornare a vivere quegli spazi: il parco “Bio Archeologico”.
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