Il periodo è quello giusto. Per vincere il Palio di Legnano, inizia la caccia al cavallo ideale per una pista come la nostra. Ecco così arrivare puntuale la serata di venerdì 23 febbraio, organizzata dalla contrada San Bernardino con la “regia” di Gildo Lilli, capitano non reggente biancorosso.

Il palio di Legnano mantiene le sue unicità: sicurezza in pista, il purosangue, l’ingaggio del cavallo

L’dentikit del purosangue ideale per Legnano è stato disegnato da Luciano Vitabile, allenatore ed ex fantino di corse in Sicilia dove la passione per il palio genera ogni anno una decina di manifestazioni anche con 100 e più cavalli al canapo. E’ stato un suo cavallo, “Doctor House”, a vincere nel 2012 sulla nostra pista, montato da Silvano Mulas per la contrada Sant’Ambrogio.

Vitabile ha subito smontato un’idea ripetitiva nell’ambiente. Non basta la velocità. In un palio come il nostro, strutturato in batterie e finale, il cavallo deve essere un vero campione e vantare una serie di caratteristiche, non sempre comuni a quelle dei purosangue che galoppano negli ippodromi.

«A Legnano – il suo pensiero -, c’è bisogno di un cavallo “intermedio”. Anzitutto agile per affrontare otto curve in batteria e dieci in finale. Freddo per stare tranquillo al canapo, dove si può rimanere anche 45 minuti. E poi paziente per gestire lo stress di almeno tre giorni di prove, controlli e gara. Importante la morfologia che indica una preferenza per misure ridotte».

Determinanti poi, la velocità di base, la capacità del cavallo di recuperare le forze in uno spazio temporale comunque minimo tra batteria e finale, e quella del fantino nel gestire tutti i vari momenti della corsa.

Tra le novità preannunciate per il Palio 2024, ricordiamo l’area della mossa che sarà ridotta, rispetto a quella tradizionale. Sarà uno spazio, comunque, già conosciuto dai fantini abituati alle corse di addestramento. Infatti, sarà molto vicino a quello usato sulla pista del centro Etrea dove si è corso fino allo scorso anno. Un progetto indirizzato alla volontà di ridurre la possibilità di partire lanciati e di allineare meglio i cavalli al canapo, anche se, ha ricordato il mossiere Renato Bircolotti, «la decisione di partire la prende sempre e uno solo».