La Franco Tosi Meccanica “boccia” il PGT: “Ci penalizza”. Il sindaco: “L’urbanistica non si fa con i ricatti”
Scontro tra comune e Franco Tosi Meccanica sulle previsioni del nuovo PGT per l'area occupata dal ramo della storica azienda rilevato dal Gruppo Presezzi
I primi ad alzare la voce, un anno e mezzo fa, erano stati i proprietari della ex Crespi e della ex Manifattura, dopo che Palazzo Malinverni aveva messo in cantiere la variante PGT. Da allora il nuovo piano di governo del territorio è stato adottato, e sono al momento aperti i termini per la presentazione delle osservazioni. Intanto, però, gli ambiti di trasformazione – le aree che più di ogni altra sono chiamate alla rigenerazione urbana – continuano a far discutere.
Questa volta nell’occhio del ciclone è finita la Franco Tosi Meccanica, il cui ramo d’azienda relativo alla gestione caratteristica è stato rilevato nel 2015 dal gruppo Presezzi, guidato da quell’Alberto Presezzi che nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista di fuoco a La Prealpina. L’imprenditore, infatti, parla senza mezzi termini di «PGT che penalizza la Franco Tosi». «Abbiamo già presentato al comune le nostre proposte – ha sottolineato Presezzi dopo l’intervista -, che chiaramente non sono state ascoltate visto quanto presentato nel PGT. Questo a settembre, e sono depositate in comune. Purtroppo non vediamo segnali di interesse nei confronti della Franco Tosi Meccanica. Altrimenti non saremmo arrivati a questo punto di scontro».
L’ambito di trasformazione “Ex Tosi Nord”
Le critiche della Franco Tosi
Le critiche mosse dalla nuova proprietà di un marchio che ha fatto la storia industriale di Legnano vanno dai dubbi su alcuni edifici indicati come edifici di valore storico («Ci si chiede quale reale valore estetico abbia esternamente la palazzina uffici attuale», sottolinea nel parere reso a settembre – pubblicato dal consigliere Franco Brumana sui social nei giorni scorsi – il tecnico incaricato dall’azienda , che parla di «anonimo edificio anni ’60 senza alcuna caratteristica di pregio») ad un’area indicata come a rischio archeologico nell’ambito di trasformazione («Ci si chiede su quali informazioni si adotta questo tipo di tutela e si osserva che questa area è peraltro già stata soggetta ad ampi e profondi scavi negli anni ’50 – ’70, per la costruzione di capannoni con plinti in profondità per la tenuta di carri ponte di notevole portata»).
Ancora, dalla Franco Tosi parlano di un «piano attuativo fortemente penalizzante» per la previsione di «un’edificabilità notevolmente inferiore rispetto a quella esistente con la stessa destinazione d’uso», che si riduce dai 72mila attuali a 45mila, ritenuti «insufficienti per lo sviluppo della ditta». Quadro a cui si sommano «i notevoli costi richiesti, quali sistemazione di strade e cessione di un’ampia zona ad ovest per la costruzione di una strada pubblica», spingendo i tecnici a dire che «non si intravede nel piano proposto quale vantaggio logistico ed economico possa spingere la proprietà ad attuarlo a queste condizioni».
Le obiezioni della Franco Tosi Meccanica non si fermano però all’AT6, ovvero l’ambito di trasformazione dove ricade gran parte della ditta, ma toccano anche l’AT5, che include l’area di proprietà di chi ha acquistato all’asta gli ex uffici Tosi, ovvero il blocco di edifici costruito a partire dal 1968 per ospitare gli uffici direzionali della Franco Tosi e utilizzato fino al 2004, ma anche alcuni edifici industriali attualmente in uso alla fabbrica: edifici che «hanno una funzionalità imprescindibile dal resto della ditta, in quanto contengono tutti i servizi telematici dell’azienda, oltre a magazzini ed uffici», la cui ricollocazione sarebbe «estremamente onerosa e non ipotizzabile».
Non solo. Per i tecnici dell’azienda «la zona edificabile dal piano attuativo è peraltro staccata dalla fabbrica, rendendo perciò senza possibilità di utilizzo da parte della ditta un edificato nuovo» e «gli edifici della Franco Tosi Meccanica prospicienti alla stazione hanno peraltro una buona caratterizzazione architettonica, risultando come altezza e volumi consoni al fronte stazione, rispetto ai palazzi verticali retrostanti, sia quelli esistenti che in previsione nei piani attuativi» e «possono avere anche in futuro una funzione di rappresentatività della storica ditta, con la creazione di un museo Franco Tosi e altri usi accessori». Tutte ragioni per cui la proprietà vorrebbe «l’esclusione dal piano attuativo AT5 delle proprietà della ditta Franco Tosi Meccanica, con nuova riperimetrazione», virando eventualmente su un piano integrato di intervento per la realizzazione di passaggi ciclopedonali su via Lega.
L’ambito di trasformazione “Ex palazzine Trifone – Uffici ex Tosi”
Il sindaco: “L’urbanistica non si fa con i ricatti”
Le perplessità della Franco Tosi sono note a Palazzo Malinverni, che però le ritiene osservazioni da discutere in questa fase e non al momento della valutazione ambientale strategica, ovvero quando furono formalmente presentate.
«L’urbanistica non si fa con i ricatti – sottolinea il sindaco Lorenzo Radice, che peraltro ricorda di aver cercato di incontrare più volte la Franco Tosi Meccanica da ottobre ad oggi -. Voglio riaffermare il principio che le regole valgono per tutti: sono disponibilissimo al confronto con la Franco Tosi come con tutti gli altri, anche perché è interesse anche nostro che possano portare avanti i loro progetti e non c’è volontà di penalizzare nessuno, ma stando nelle regole».
«Nessuno vuole cacciare la Franco Tosi Meccanica – aggiunge il primo cittadino -, che è un bene per la città come lo sono tutte le realtà industriali, da quelle come la loro alla più piccola fabbrichetta: questo PGT, anzi, cerca proprio di andare incontro al tessuto produttivo perché la città non sia solo un dormitorio. Siamo aperti alle loro osservazioni come a quelle di tutti: questa fase serve proprio per individuare aspetti migliorabili ed è una fase talmente importante che non deve essere ridotta ad un teatrino. Sediamoci al tavolo e capiamo quali sono i temi veri».
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